Eccolo dunque l'articolo cadeau di Matteo Guarnaccia a Distorsioni: una serie di sorprendenti speculazioni su '2001, Odissea dello spazio', film girato da Stanley Kubrick nel 1968. Matteo riesce a calare l'intera estetica del film nell'humus sociale e creativo giovanile di rottura di quel fatidico anno. Ci auguriamo naturalmente sia solo il primo di una sequela di contributi dell'artista al nostro magazine, e soprattutto che si trovi a suo agio in nostra compagnia. Grazie Matteo! (wally boffoli)
sabato 25 giugno 2011
MATTEO GUARNACCIA: o dell'Espressione Psichedelica
Quando Maurizio Pupi Bracali mi annunciò per e-mail circa un mese fa che era in arrivo su Distorsioni un articolo/contributo di un illustre ospite suo amico, e poi mi rivelò che era Matteo Guarnaccia, ebbi (tutt'uno con un'enorme compiacimento/soddisfazione) un rapido flash mentale a base di vignette, lavori grafici coloratissimi e 'psichedelici' ammirati su pagine di riviste specializzate, libri, dischi nelle passate decadi.
LIPRANDO: "Conseguenze" (2011, Delta Top/Self/Lunatik)
Che per Francesco Lo Presti da Caserta, in arte Liprando, il pop, la neopsichedelia (ormai vetero) e una certa attitudine per la canzone d’autore italiana siano stati, sin dalla pre-adolescenza, nutrimento essenziale, si evince da ogni singola nota presente nelle dieci tracce del suo album d’esordio come solista. Fondatore nel 1994 dei Bradipos IV, surf-garage band attiva per diversi anni su più fronti - dalle performance live in Italia e all’estero, alla produzione discografica, alle colonne sonore - Lo Presti compone nel 2001 il brano Mad Samoan per lo splendido film di Matteo Garrone 'L’imbalsamatore'.
DEVOTION: "Venus" (2011, Bagana Records)
Perché mettere da parte un disco o addirittura un gruppo solo perché ne ricordano un altro? Assurdo, eppure c’è chi lo fa, e pubblicamente. Orbene, i Devotion amano i Deftones. È evidente sin dagli esordi ed è ancor più noto ai musicofili dal 2009, anno in cui i quattro vicentini diedero alla luce l’ottimo "Sweet Party". Ma sarà di certo con quest’ultimo "Venus" che la passione e il talento di questa granitica band potrà proporre e, si spera, affermare, una raggiunta maturità stilistica e compositiva che li affranchi da paragoni per alcuni scomodi, ma a mio avviso del tutto fisiologici nella naturale evoluzione di una band.
LIVE REPORT: Battles - Caribou, 23 giugno 2011, "Roma incontra il mondo" 18^ Edizione, Villa Ada, Roma
Il lato creativo ed esclusivo del panorama avanguardistico musicale di questi ultimi anni, si è esibito sotto le stelle di Villa Ada in occasione della 18^ edizione della celebre manifestazione "Roma incontra il mondo". In cartellone per la serata del 23 giugno 2011 un’accoppiata vincente: Battles e Caribou. Atmosfera unica per una serata magnifica e una partecipazione straordinaria di gente, tanta, tantissima gente (e non solo giovanissimi!). Chi l’avrebbe mai detto che l’elettronica potesse abbracciare e rivestire di tale calore un ambiente suggestivo e romantico come quello che offre il rinascimentale parco romano.
venerdì 24 giugno 2011
TY SEGALL: "Goodbye Bread" (21/06/2011, Drag City)
Della recente scena indipendente americana, la California più di altre sembra la location in grado di attirare su di sé l’attenzione. Ty Segall sebbene tra i più giovani anagraficamente è sicuramente uno dei nomi maggiormente responsabili di questo richiamo. Freschi di pubblicazione, il suo tributo a Marc Bolan in formato ep - “Ty Rex EP” (2011, Goner)- ed il "Live at Aisle", non lascia manco il tempo per riprenderci, che eccolo di nuovo lì con un album bello nuovo di zecca.
DAVILA 666 : “Tan Bajo” (2011, In The Red Records)
Sul secondo lavoro dei Davila 666, band di Porto Rico, le speranze, almeno quelle personali, erano alte. Con il loro primo disco omonimo sembravano essere gettate le basi per una crescita in nome di una santa trinità jangle pop-punk-lofi sigillata dal marchio In The Red Records. Ma con il nuovo "Tan Bajo" qualcosa è andato storto. Non ci sono dubbi che i nostri dormino sonni tranquilli nelle loro camerette, vegliati dai ghigni sulle pareti dei vari Joey, Iggy e Mick ma al risveglio devono sentirsi alquanto confusi.
giovedì 23 giugno 2011
IPOTESI DI NUOVO POP Part 1 (2000 -2010)
Giunti al 2011 proviamo a chiederci quale sia stata la tendenza musicale dominante del decennio trascorso. Sorvolando sul puntuale revival degli anni ’80, nel quale solo i Franz Ferdinand hanno superato la prova del secondo disco, sorvolando sul ritorno dei gruppi che non sanno suonare, furbacchioni come White Stripes in testa; sorvolando sulla nuova elettronica, che quando non è al servizio di menti (e voci) sublimi come quelle di Bjork o David Sylvian sembra indistinguibile da quella vecchia, insomma su tutti quei fenomeni che sono stati su tutte le copertine, un ipotesi forte può essere quella del grande ritorno dei cantautori.
YOUNGTEAM: “Daydreamer” (2011, Northern Star Records/Goodfellas)
Dalla fredda Svezia, madre di potenti garage bands come Nomads, Hives, Gluecifer e Hellacopters, ecco arrivare questo fiammeggiante lavoro di tutt'altro registro. Diciamo subito che ci muoviamo in ambito neo-psichedelico, i riferimenti non possono che essere My Bloody Valentine, Slowdive, Brian Jonestown Massacre e via citando, tuttavia non si tratta di un disco derivativo, infatti i nostri hanno quel tratto personale che divide le produzioni scarse da quelle di qualità. Originari di Stoccolma sono al secondo album, oltre ad aver partecipato alle compilations “Revolution in Sound” e “Psichedelica 4”.
MATTEO MALQUORI - “Il gioco analogo” (2011, autoproduzione/Wondermark)
“Un film a lieto fine è un film che non finisce. Perchè i film devono raccontare la vita di tutti i giorni, e la vita non è mai a lieto fine”. Questa frase così amara è del regista francese François Truffaut. E sicuramente deve avere pensato la stessa cosa Matteo Malquori, quando ha iniziato a lavorare a questo suo album intitolato “Il gioco analogo”. Nelle storie di Matteo Malquori non c'è posto per il lieto fine. Una volta da piccolo parla dell'incontro di un bambino con la realtà mostruosa, alienata, distorta del circo; Bloody Mary Blues
TV LUMIERE “Addio! Amore mio” (2011 Acid Cobra records/Venus/Lunatik)
Le credenziali che possono vantare i TV Lumiere (Federico Persichini - Voce, Chitarra, Ferruccio Persichini - Chitarra, Piano, Irene Antonelli - Basso, Voce, Yuri Rosi - Batteria, Percussioni) sono buone: terzo album, produzione di Amaury Cambuzat, palco diviso con Calla, Truman's Water, Enfance Rouge e molti altri. Poi però si ascolta il disco e i nodi vengono al pettine: il “desert rock” (le definizioni! Prima o poi scriverò un articolo sui “generi”) proposto dalla band è carente proprio sul piano compositivo.
mercoledì 22 giugno 2011
THE DOGGS: “Black Love” (May 2011, Toxic Basement Studio, Autoprodotto)
Il primo omonimo e.p. (4 brani) del trio punk milanese "THE DOGGS" risale al 2009: lo recensii sottolineando la loro totale dipendenza dal suono sofferto e martoriato degli Stooges dei primi due albums, “Fun House” in particolare. Sono passati due anni, alla chitarra ora c’è Christian Celsi al posto di Riccardo Bertin - sempre al loro posto Marco Mezzadri alla voce e bass guitar, Grazia Mele alla drums – ma The Doggs nel nuovo autoprodotto “Black Love” ribadiscono il loro
A TOYS ORCHESTRA : ”Rita Lin Songs” ( 2011, Urtovox/Ala Bianca)
Dovremo pazientare ancora qualche mese per ascoltare il nuovo album degli A Toys Orchestra che vedrà la luce il prossimo ottobre. In attesa quindi del nuovo lavoro che uscirà in autunno la band campana affida a "Rita Lin Songs" il compito di tenere a bada almeno per un po i fans più accaniti. A Toys Orchestra si sono ormai affermati come una della formazioni più importanti del panorama indie rock italiano degli ultimi anni, con un suono al limite tra il pop ed il rock: hanno all'attivo quattro dischi,
DAVID SYLVIAN: “Died in the wool” (Manafon Variations) (2011, Samadhisound)
David Alan Batt, al secolo David Sylvian, inglese del Kent, classe 1958, figlio di un imbianchino e di una casalinga, viene educato in quel di Londra e ben presto si innamora di artisti tipicamente glam quali David Bowie ed i Roxy Music. Coinvolto come tutti i suoi coetanei dal ciclone new-wave forma i Japan, con grandi strumentisti, e questo sarà costante nella sua carriera, quali Mick Karn, recentemente scomparso e Richard Barbieri tra gli altri.
ONEIDA: "Absolute II" (2011, Jagjaguwar Records)
Dopo la luce il baratro, così mi potrei sentire alla luce dei miei recenti ascolti (i Battles di "Glossdrop") dopo l’esperienza sonora dell’undicesimo lavoro degli Oneida band di Brooklyn che trae il loro nome da una tribù indiana e passati recentemente da una formazione a tre a neo quintetto. In "Absolute II", che chiude la trilogia denominata “Thank Your Parents” iniziata con "Preteen Weaponry" del 2008 e proseguita con il triplo "Rated O" dell’anno successivo, infatti, non c’è quasi traccia delle
martedì 21 giugno 2011
RAVEN SAD: “We Are Not Alone” ( 2010, Lizard Records)
Uscirà a novembre l’album “Layers of stratosphere”, terzo capitolo del progetto toscano Raven Sad. Vale la pena, però, di soffermarsi ancora un attimo sul precedente “We are not alone”, uscito recentemente. Mentre il prossimo “Layers” vedrà i Raven Sad delinearsi nella forma di una vera e propria band, “We are not alone” è più identificabile come un’opera solista del leader, ideatore e coordinatore di tutto ciò, il polistrumentista e cantante Samuele Santanna, coadiuvato da validi collaboratori (Marco Chiappini e Fabrizio Trinci alle tastiere, Gilberto Giusto al sax).
THE LONG RYDERS: "Native Sons/10-5-60/Radio Tokyo/5 by 5" Deluxe Reissue (2011, Prima Records)
Negli Stati Uniti avere i beatle boots ai piedi al posto dei camperos non ti salva dal pestare lo sterco di vacca, neanche se vivi a Los Angeles e non nella grande provincia agricola americana. Accade così che Sid Griffin, mentre percorre col suo amico/nemico Shelly Ganz il Sunset Strip, mette il piede nella merda. Sid abbassa gli occhi, poi li alza al cielo imprecando.Si piega per pulire ed è in quel preciso momento che decifra il segnale. Saluta in fretta Shelly con cui sta avendo un diverbio sulla direzione musicale da dare alla loro band e corre a casa.
lunedì 20 giugno 2011
STELLA DIANA: "Gemini" (2011,Happy/Mopy Records)
Stella Diana, ovvero stella del mattino, è il nome attribuito al pianeta Venere durante lo Stilnovismo, movimento poetico italiano sviluppatosi sul finire del Duecento. Con questo nome si indicava quindi la stella che annunciava il mattino, la nascita di un nuovo giorno. Gli Stella Diana si portano dietro un nome abbastanza ambizioso, che racchiude anche qualche responsabilità. Nati da un idea di Dario Torre e Giacomo Salzano, il progetto ha visto successivamente l'innesto in formazione nel 2002 di Raffaele Bocchetti alla chitarra elettrica e del batterista Massimo del Pezzo nel settembre del 2005.
EFRIM MANUEL MENUCK: Plays "High Gospel” (2011, Constellation, Godfellas)
Efrim Menuck, chitarrista e cofondatore dei Godspeed you! Black Emperor, band seminale del rock strumentale post-moderno e fondatore dei Thee Silver Mt. Zion, presenta Plays “High Gospel”, primo suo album solista. Esiste sempre nella vita di ognuno un evento che divide il prima dal dopo. Sarà stata la nascita del figlio Ezra o la perdita di un caro amico come Vic Chesnutt; sta di fatto che Efrim Menuck con quest’album rovescia completamente il suo approccio politico alla musica. E’ noto che nella filosofia musicale dei Godspeed you! Black Emperor quel che contava era esclusivamente il collettivo che per definizione andava al di là di ogni singola individualità.
domenica 19 giugno 2011
CLARENCE CLEMONS (1942 - June 18 2011)
L’ultima apparizione ‘live’ di ‘Big Man’ Clarence Clemons accanto a Bruce Springsteen risale al dicembre del 2010, al Carousel House di Asbury Park, nel New Jersey. Clemons è deceduto a 69 anni, il 18 giugno 2011 in Florida per complicazioni relative a un infarto avuto qualche giorno prima. Di primo acchito e con sguardo reprospettivo la prima impressione è che sia venuto meno in un certo senso un organo vitale del boss, un elemento fondamentale della storia della E -Street Band, della sua epopea, della sua musica, dei
KRIKKA REGGAE : "Liberati" (2011, Etnagigante, Goodfellas)
Leggo che nel 2007 i Krikka Reggae hanno raggiunto successo e notorietà grazie al singolo Na' Solution e resto un po' di sasso o quantomeno spaesato, in quanto non ne sapevo nulla: soprattutto mi stupisce, non negativamente, un genere musicale che tenta l'impossibile, ovvero la fusione di ritmi ed atmosfere giamaicane (reggae, rock steady, ska) con il dialetto lucano.
ANDHIRA: "Nakitirando" (2011, Ala Bianca Records)
"Nakitirando", secondo lavoro dei sardi Andhira, nasce dalla collaborazione della band con Mauro Pagani (musicista con la PFM e produttore, fra gli altri, di un certo Fabrizio De Andrè). Il disco, maestoso nel suo incedere, potrebbe essere il punto d' incontro fra i Tazenda, il folklore mediterraneo ed, appunto, il "Creuza De Ma" del compianto Faber. Album impegnativo per lunghezza e sonorità, zeppo di rimandi alle radici musicali dell'area mediterranea
THIS GRACE: "Due" (2011, Melunera Records)
Leggo di un loro precedente album che ha permesso alla band di partecipare all' edizione del 2008 dell'Heineken Jammin Festival e non so cosa aspettarmi. Sono passati, per questo "Due", dal cantato in inglese a quello in italiano. C' è un nuovo batterista. Il primo disco si avvaleva di atmosfere in bilico fra indie-rock ed elettronica. Procedo all'ascolto e vengo letteralmente investito da suoni potenti, stile Arena Rock, e da una banalità che mi confonde, un campionario di riff(oni) falsamente hard metal (per potenza) ed il nulla che c' è dietro.
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