Il gruppo sceglie una forma canzone, ma i brani sono tutti piuttosto monotoni e poco ispirati. Punto debole del disco è soprattutto l'interpretazione vocale, troppo da chansonnier maledetto, che col suo timbro profondo ma monocorde ricorda troppo quella di Francesco Bianconi. Non per nulla il brano migliore dell'album è lo strumentale Scena muta.I brani sono piuttosto lunghi, con divagazioni strumentali, basati su intrecci di chitarre acide e organo, preferibili alle parti cantate. I testi hanno carattere romanzesco, ma sono anch'essi piuttosto prevedibili. In breve, chi voglia ascoltare un rock americano ruvido e raffinato al tempo stesso si tenga ben stretti i Giant Sand.
Alfredo Sgarlato
La condanna
TV Lumiere
Acid Cobra Records
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