Un nuovo amico, Nico e questo vuole che vi basti ci regala due preziosi live-report recenti:
The Meteors ( ho perso il conto da quanti anni calcano i palchi), re del rockabilly più bastardo, più propriamente psychobilly (che hanno praticamente inventato insieme ai Cramps!) .
Roba per stomaci, orecchie e cuori forti !
Qui sopra ne trovate anche una discografia essenziale.
E poi THE JAM riuniti ma senza Paul Weller. Più su ne troverete il resoconto ...
e che il rock & roll sia con voi (P.B.)
**************************************************************************************************************
THE METEORS, i Re dello Psychobilly tornano a far tappa nel bel paese dopo un anno di assenza dai palchi italiani, pur non avendo mai smesso di suonare in giro per l’Europa e per il mondo, toccando per l’ennesima volta gli Stati Uniti, in quello che pare essere un consueto incontro estivo con gli ‘adepti’ americani.
La serata promette bene. Il locale si riempie in poco tempo, presentando un pubblico più vasto rispetto all’anno precedente. Volti giovani e nuovi si mischiano a quelli della vecchia guardia psychobilly e rockabilly italiana, gente che ha girato posti e visto bands che molti possono solo sognare.
La serata viene aperta dai milanesi Snakes, giovane band psychobilly molto promettente, con influenze ‘old school’ (termine che non dovrebbe nemmeno essere menzionato quando si parla di questo genere).
Ottimo show, come sempre. Migliorano di volta in volta e riescono sempre a offrire un grande spettacolo.
Verso le 23.00 la situazione si calma, nonostante l’affluenza di gente non si plac
hi. Intanto
dj Virgil offre un’ottima colonna sonora alla serata – psychobilly, r
ockabilly, country, garage, surf -, che proseguirà per buona parte della notte.
Circa 30 minuti dopo mi piazzo sotto il palco, ahimè dietro le transenne, che hanno sempre caratterizzato i locali milanesi, creando così un distacco nel rapporto, secondo me fondamentale, tra band e pubblico.
Dopo un veloce soundcheck di contrabasso, con fonici che smanettano su mixer, amplificatori e compressori vari, sul palco si crea quella tipica calma prima della tempesta, una suspence che ho provato solo ai loro concerti.
Entrano tutti assieme,
Wolfgang Hordemann si siede alla batteria,
Simon Linden, l’ultimo arrivato nel trio, prende in mano il contrabasso e
Paul Fenech, inventore dello Psychobilly, scrittore di uno dei più importanti, cupi e diabolici capitoli del rock’n’roll, afferra la chitarra come se fosse un’arma contro l’umanità e, con i suoi occhi assatanati, minaccia il pubblico come se fosse l’ultimo concerto della loro vita.
Rockabilly Anfetaminico: questo è quello che si ascolta con i
Meteors. Oppure Rockabilly Mutante o Psicosi Rockabilly. Può esser definito in qualsiasi modo, ma in ogni caso Puro Psychobilly.
La scaletta presenta pezzi che negli ultimi anni in pochi son riusciti ad ascoltare: ‘
Shout so Loud’, ‘Graveyard Stomp’, ‘
My Kinda Rockin’’, ‘If You Don’t Wanna Fuck Me Baby’; alternate ai grandi classici della band:
‘I Don’t Worry About It’, ‘Blue Sunshine’, ‘The Crazed’, ‘Hell Ain’t Hot Enough for Me’ e la conclusiva ‘
Wrecking Crew’, che richiama a sé in un unico coro le decine di psychobilly presenti.
Potenti come sempre, Paul Fenech si dimena sul palco mentre Hordemann e Linden suonano imperterriti, meccanici, dimostrando come sempre di essere la miglior band psychobilly di sempre.
O T M A P P NICO