Salvatore D'Urso: La prima cosa che mi viene in mente, quando intervisto un musicista storico della nostra città, sono le immagini di quella Torino a cavallo tra gli anni 60 e i 70; personalmente le ho vissute con gli occhi di un bambino, ma persino io faccio fatica a descriverne i contorni,perchè ritengo che in quegli anni si respirasse una atmosfera del tutto particolare che non si è più ripetuta, sei d'accordo?
Marcello Capra: Nel 65/66 ho cominciato prima a cantare canzoni beat italiane, poi a strimpellare una chitarrina Eko; Torino era Fiat, il Valentino, cantieri che nascevano sui prati di periferia togliendoci spazi vitali per il calcio, poi le feste studentesche, la scuola si marinava sovente per suonare nelle cantine o il cinema a limonare con le prime fanciulle, se ci stavano. Questa era la mia visione da adolescente con una grandissima voglia di imparare dai piu' vecchi, accordi e assoli, poi c'erano i 45 e i 33 giri, che distruggevamo per ricavare qualche riff, ascolti collettivi per un godimento condiviso.
Diversi furono gli anni successivi, quando le prime crepe del boom economico cominciavano ad essere solchi pieni di dolore e frustrazione per tanti, ma proprio in quei primi '70, la musica era formidabile! Oltre oceano e manica nascevano bands
eccezionali a cui fare riferimento, locali come il
Mack1, il
Wom Wom, il
Fire,
Kilt, dove si celebravano
Beatles gia' sciolti,
Bowie, Cream, Hendrix e poi tutti gli altri grandi dell' Hard Rock, senza dimenticare la Psichedelia californiana. Io avevo gia' scelto di fare il musicista on the road e fino ai primi anni 80, compreso il periodo al conservatorio, ho vissuto di musica, lezioni di strumento, collaborazioni; poi l'aria cambio, divento' insopportabile per miei valori di uomo e di suonatore.
Riordinando un po' i vari percorsi, cosa ci puoi dire della prima formazione con cui affrontasti il pubblico: chi erano i Flash e da quale realtà nascevano?
Il nucleo originario dei
Flash si crea intorno a due amici d'infanzia che abitano nella stessa casa, io e
Marco Astarita, abbiamo insieme iniziato a suonare, nella cantina adibita a magazzino di mobili di mio padre, nel quartiere di Santa Rita a
Torino. Si uniscono a noi nel '66
Paolo Andreotti al basso e
Franco Avidano alla chitarra ritmica e voce, con loro iniziamo a suonare tutti i sabati pomeriggio nelle feste studentesche al Faro danze, poi in altri locali storici della citta, come la Greffa sopra il teatro Carignano, la sala Sanpaoli in piazza Castello, l'Augusteo per approdare al Piper ex sala Reposi, dove ci viene richiesto un lungo brano 'psichedelico' che realizziamo
per la durata di 35 minuti, dal titolo
Venusian Sunset in una struttura di cubi bianchi, ricoperti da luci ed effetti molto speciali, per il periodo.
In seguito, per motivi di studio, ci lasciamo con Paolo e Franco e incontriamo
Angelo Girardi, che era gia' un bassista molto bravo e decidiamo una svolta in trio sul tipo Cream, Angelo ci presenta un cantante famoso che aveva vinto un Cantagiro nelle nuove proposte e aveva partecipato piu' volte ad una trasmissione RAI "Settevoci",
Mariolino Barberis, diventiamo il suo gruppo e prima del suo repertorio, in tante piazze e locali del Piemonte, suoniamo le nostre covers. Nel '69 partecipiamo al concorso EuroDavoli e arriviamo nelle semifinali a Recco,dove siamo notati dai managers della Davoli, i quali poi ci invitano a fare un provino a Parma nel loro studio di registrazione, dove incidiamo una nostra personalissima interpretazione di
Im so glad dei Cream, poi arriva l'anno 1970 ed io con Angelo ci iscriviamo al conservatorio di Torino studiando il contrabbasso, mentre per mantenerci agli studi, iniziamo a suonare nei night-club.
Io credo che il Beat sia stato il momento musicale più importante della storia moderna, perchè in esso sono confluite tutte le culture e le sonorità precedenti e allo stesso tempo ha preannunciato tutto quello che sarebbe venuto dopo; in quanto alla sua evoluzione, parlaci della formazione dei Procession e dei loro esordi sulle scene.
Dopo un anno molto faticoso di studi al conservatorio e di nottate a lavorare nei night, io e Angelo decidiamo, dopo un'audizione nella sala prove ricavata da un altro mobilificio, di formare una band con
Gianfranco Gaza vocalist e
Ivan Fontanella drummer.
Proprio il primo giorno del 1971, dopo un capodanno terminato all'alba, nel pomeriggio a casa mia, ci troviamo, decidiamo un repertorio di covers e il nome che doveva ricordare le nostre scelte musicali improntate all'hard rock (
Led Zeppelin, Free,Black Sabbath, Deep Purple). Iniziamo da subito prove giornaliere tutti i pomeriggi fino a tarda sera per 70 giorni circa, esordiamo in un locale di Genova poi ad Aosta, il nostro set era molto coinvolgente, avevamo gia' un nutrito numero di fans, che venivano anche ad assistere alle prove, per tutto il '71 e l'inizio '72 suonammo in molti locali come gruppo di attrazione. Nella primavera decidiamo una svolta artistica, suonare brani di nostra creazione con l'inserimento di
Roby Munciguerra guitars e
Giancarlo Capello drummer. Cambiamo manager, da Appiano a Pino Tuccimei di Roma, gia' molto noto, essendo promoter di gruppi come
The Trip e
Osanna; ci vengono proposti dalla sua compagna Marina Comin, dei testi in italiano, che lei prepara ascoltandoci piu' volte e fotografandoci molto. Nasce
"Frontiera", lo incidiamo nell'ottobre '72 a Roma in due studi differenti per le parti elettriche e le acustiche,
Gianni Dell'Orso lo produce per una nuova etichetta
ELP distribuita da
RCA.
Presentazione ufficiale al
Piper di Roma, anteprima al grandioso festival di
Villa Pamphili, poi concerti in tutta Italia, giravamo con un furgone Ford ed un
tecnico per suono e luci.
Abbiamo conosciuto tanti musicisti noti e meno incontrandoli in festival pop, perche' ricordo che ancora il termine progressive non si usava, il bello di quel periodo era che ogni gruppo ricercava una sua originalita', noi ad esempio siamo stati tra i primissimi ad utilizzare nei live le chitarre acustiche, le Ovations ancora non esistevano. Il mio sogno termino' quando ricevetti la cartolina di arruolamento per il servizio militare, fu un vero trauma, persi tutto per 15 lunghi mesi.
In quel tuo periodo militare,i Procession continuarono ed incisero un secondo album per la Fonit-Cetra dal titolo "Fiaba"; poi credo che le sorti del gruppo cambiarono e ognuno prese strade diverse. L'età d'oro dei festival all'aperto, tuttavia seguitò per alcuni anni: quali di questi raduni ricordi ancora? Quali erano i sentimenti di partecipazione del pubblico giovanile negli anni '70?
Mi accorsi dopo il militare, che a parte lo scioglimento dei
Procession, qualcosa era
gia' cambiato nell'aria, i festival cominciavano a risentire di una certa stanchezza e le prime contestazioni politiche, che ebbero il culmine penso, nel
Parco Lambro del '76, dove un numero imponente di cosiddetti 'autoriduttori' si diede ai tristemente famosi 'espropri proletari', gente incazzatissima che della musica importava poco; o meglio se la band o l'artista di turno non era abbastanza solidale, allora lo si contestava molto duramente, un clima di fanatismo e di intolleranza, alimentato da gente molto politicizzata in una sola direzione. Nella seconda parte dei '70, anche alcuni artisti dell'epoca precedente, cominciarono a produrre lavori meno creativi, si comincio' ad affermare una buona schiera di cantautori, poi nel '77 gli indiani metropolitani e le prime tostissime band punk.
Comunque fino alla fine dei '70, come nella mia esperienza, i periodi musicali cambiavano molto rapidamente, ed anche io presi indirizzi diversi, ma decisamente controcorrente, quando il punk inperversava, io lavoravo ad
"Aria Mediterranea", musica strumentale con sapori folk e classicheggianti oltre una ricerca di temi ed
armonie piu' vicine alla nostra cultura italica, coltivavo sempre di piu' l'interesse verso la chitarra acustica. Il rock era diventato gia' qualcosa da presentare nella sua storia migliore, con spettacoli come
Songraffiti insieme ad
Enzo Maolucci, le musiche di
Tito Schipa Jr, i tours con
John Martyn e
Dave Cousins, rigorosamente unplugged.
Infatti questo fu il periodo che io ricordo meglio, anche per ragioni anagrafiche; amavo molto le canzoni dure e metropolitane di Maolucci, così come la musica eterea e solare che fuoriusciva dal tuo album Aria Mediterranea.
Credo che quel disco, pubblicato nel 1978 per una piccola etichetta torinese, abbia aperto il percorso che stai tuttora attraversando:vuoi parlarci dei tuoi ultimi album, usciti nell'arco di questi decenni?
Ancora un disco con l'elettrica nell'82 per
Tito Schipa Junior autore e pianista, poi un salto di un decennio dagli studi e dai palchi, nel '92 registro 10 inediti, che saranno pubblicati nel '94, insieme alla ristampa di
"Aria Mediterranea" dalla
Mellow Records con il titolo
"Imaginations", una partecipazione con il brano
Combat ad una compilations edita da
Kaliphonia. In questi lavori suono acustica ed elettrica.
Nel 98 inizia un sodalizio con
Toast Records che portera' alla pubblicazione di 4 progetti suonati in solo alla chitarra acustica con un altro cd autoprodotto al di fuori di Toast...poi quest'anno un importantissimo cambio di scuderia, con la produzione del grande
Beppe Crovella per la sua
Electromantic,con
"Preludio ad una nuova alba", 15 tracce di cui in 2 ho ripreso l'elettrica e una con la collaborazione di
Laura Ennas voce.
Sono gia' al lavoro per una prossima pubblicazione, nel frattempo sono stato chiamato a partecipare ad un progetto con 12 musicisti di 7 nazionalita' differenti, prodotto da Electromantic Music. Mi definisco un chitarrautore, dall'eta' di 17 anni ho cominciato a comporre musiche alla chitarra acustica, ascoltando
John Renbourn trovai le prime ispirazioni, poi l'ascolto di grandi musicisti di ogni genere musicale. Ho tratto stimoli a proseguire, non mi sono fatto influenzare dalle mode passeggere e tiro dritto seguendo la mia tecnica personale e le idee che arrivano, quando non me le aspetto, magari dopo un viaggio, un libro o un incontro.
Fuori dalle mode e dagli schemi sicuramente: un lungo percorso di sperimentazione e creatività che ancora perdura. Vorresti dare un'ultima indicazione (o consiglio se vogliamo chiamarlo così) a chi ci sta leggendo, soprattutto ai giovani musicisti?
Continuo a raccontare quello che e' successo a me, perche' non ho ricette o schemi da proporre, ma forse qualche indicazione di percorso: per esempio io come tantissimi ho sentito presto che la musica doveva essere la mia strada, andavo nelle balere e mi
piazzavo davanti all'orchestra senza perdermi una battuta, nelle feste mi dedicavo a cambiare i dischi, davanti ad un jukebox spendevo tante monetine, ascoltavo di tutto, con le mie preferenze naturalmente. Poi la guitar e' diventata una palestra ma anche un rifugio accogliente, dove fantasticare; fondamentale e' stato suonare con tanti altri molto piu' bravi di me che mi hanno guidato in vari generi musicali, ho suonato classico e jazz con il contrabbasso, musiche popolari e popolaresche con la grande e compianta
Raffaella De Vita, blues, rock, canzone d'autore, avevo uno spirito aperto verso ogni espressione artistica come la pittura, il teatro, la poesia.
Ognuno deve seguire le sue inclinazioni, non arrendersi ai primi ostacoli, superarli e ritornarci in un altro momento, evitare il plagio e l'omologazione; anche se puo' sembrare da sfigati non seguire il branco, dopo ti ritorna una sensazione di liberta' unica da descrivere, amare gli strumenti che si suonano, perche' vibrano insieme alla tua mente e al tuo cuore. Grazie Salvatore!
intervista a cura di Salvatore D'Urso
il gruppo BEAT E PROGRESSIVE IN ITALIA su Facebook
Procession:Uomini ed Illusioni (1972, Frontiera)
Procession: Ancora una notte (1972, Frontiera)
Marcello Capra: Danza Turchese (Live Conegliano Veneto 03/07/09)
Aria Mediterranea, Marcello Capra