La musica elettronica come gran parte dei suoni 'affini', salvo rare eccezioni, trova il suo più concreto sviluppo nell’Europa dell’Est solo dopo la caduta del Muro.
L’isolamento culturale, più o meno accentuato a seconda delle diverse realtà nazionali, le difficoltà oggettive di produrre musica alternativa e controcorrente, un'obiettiva arretratezza tecnologica erano state per molto tempo un limite per uno sviluppo armonioso e costante delle diverse espressioni musicali. Pur in un clima certamente non particolarmente favorevole come quello descritto, si andavano sviluppando idee, invenzioni, progetti che rimanevano solo in attesa del momento giusto per poter trovare un adeguato terreno fertile.
L’Ungheria, assieme a poche altre realtà, ha da sempre rappresentato uno dei Paesi dell’area socialista maggiormente capaci di sviluppare tendenze, innovazioni, esperimenti che ancora all’epoca delle Democrazie Popolari costituivano, per tutta quella parte che rientrava nel recinto dell’altra Europa, un punto di riferimento che suscitava entusiasmo quando non invidia fuori dalle frontiere e una sostanziale tolleranza da parte degli organi di potere.
Caduto il Muro e tutti i recinti che in qualche modo potevano condizionare un adeguata circolazione delle idee e delle proposte musicali fu tutto un fiorire di iniziative, concerti, bands che nascevano da un giorno all’altro, proposte di grande spessore destinate ad imporsi all’attenzione del grande pubblico grazie anche ad una nuova capacità di produzione dell’industria discografica.
Da una realtà in grande fermento ecco dunque emergere artisti e gruppi del tutto sorprendenti e che da subito furono motivo di attenzione e ammirazione.
E’ il caso di Yonderboi, pseudonimo di László Fogarasi Junior, originario di un piccolo villaggio a sud di Budapest il quale ha iniziato a prediligere e ad occuparsi di musica elettronica fin da giovanissimo.
Nel 1998, dopo alcuni demo ed un primo singolo Yonderboi incide Pink Solidism una versione strumentale e del tutto personale di Riders on the storm dei Doors, brano che trova posto in una raccolta. E’ l’inizio di un percorso artistico del tutto inaspettato.
Straordinario talento, fin dal primo, acclamato, disco “Shallow and Profound“ Yonderboi ha contribuito ad imprimere al panorama musicale alternativo ungherese una svolta fondamentale. La sapiente mistura di down tempo, lounge, trip-hop diede la stura a forme e suoni del tutto innovativi che fecero di quell’opera, apparsa agli inizi del 2000, uno fra i dischi più premiati in assoluto (un sondaggio lo mise al primo posto su 50 dei migliori album ungheresi di sempre!) e fecero guadagnare a Yonderboi (appena diciottenne!) addirittura la Croce d’Argento della Repubblica Ungherese in considerazione dell’eccezionale contributo alla cultura del suo Paese!
Il disco fu composto ed eseguito con la partecipazione di alcuni amici e straordinari musicisti: Balàzs Zsàger, DJ Bootsie, Andor Kovàcs e la vocalist Edine Kutzora, cosa che di fatto diede vita ad una band: lo Yonderboi Quintet.
Yonderboi - Riders on the storm – Pink Solidism (Shallow and Profound: 2000/Mole Listening Pearls)
Carattere schivo e riservato, Yonderboi non ha inteso fin dall’inizio lasciarsi travolgere dal prematuro successo riservandosi tempi e luoghi per le sue composizioni rifuggendo da tutti gli schemi che sono usuali dello star system.Ciò ha influito non poco sulla sua produzione, nel complesso piuttosto scarna ma sempre qualitativamente su un livello di eccellenza.
Yonderboi - Pabadam(Shallow & Profound: 2000/Mole Listening Pearls)
E’ del 2005 il secondo album di Yonderboi, "Splendid Isolation", ormai artista affermato e autore di musiche adoperate nei campi più svariati, dalla pubblicità ai giochi per console.
I suoni virano verso un deciso trip hop urbano, numerose influenze condizionano i ritmi, i contatti di Yonderboi con il mondo occidentale diventano evidenti.
Yonderboi - Were you thinking of me (Splendid Isolation: 2005/Mole Listening Pearls)
Riascoltando l’album non ho potuto trattenermi dal proporre ancora un estratto particolarmente significativo che dà la misura di un talento che certamente meriterebbe un ascolto molto più accurato, cosa cui invito tutti coloro che leggono.
Yonderboi - Eyes for you ( Splendid isolation: 2005/Mole Listening Pearls)
Chiusa l’esperienza di Yonderboi Quintet (dopo due anni ininterrotti di esibizioni dal vivo seguiti alla pubblicazione dell’album “Shallow and Profound“), tre dei membri di quella band (Balàzs Zsàger, DJ Bootsie e Andor Kovàcs) andarono a costituire una nuova formazione, gli Zagar che avrebbe parimenti lasciato un segno profondo nell’evoluzione della musica elettronica in Ungheria.
Zagar
Žagar nasce all’inizio del 2001 anche se questo non porterà immediatamente al concretizzarsi di un progetto discografico che vedrà la luce solo l’anno successivo. L’album, che vede la collaborazione di numerosi artisti della scena musicale ungherese (tra cui va posto l’accento sulla presenza del cantante György Ligeti su cui andrebbe aperto un capitolo a parte) confermò fin da questa prima prova l’eccellente livello qualitativo raggiunto dalla band con un dispiegarsi di suoni elettronici misti a sonorità trip-hop, down tempo che ne fanno un vero e proprio gioiello e un capisaldo del genere 'made in Hungary'.
Zagar - Those seventies (Local Broadcast: 2002/UCMG/Ugar)
Dallo stesso album ancora un magnifico, entusiasmante estratto, stimolo per un ascolto complessivo di un album di assoluto spessore.
Zagar - Cosmic Disaster (Local Broadcast : 2002/UCMG/Ugar)
La band acquista rapidamente grande notorietà anche fuori dai confini nazionali e si specializza nelle musiche da film . Il secondo album costituisce infatti la colonna sonora di “Eastern sugar“ (titolo originale “Szezon“) ma le musiche dei Žagar diventano anche la colonna sonora di celebri serials d’oltreoceano come CSI Crime Investigation o CSI New York.
L’ultimo album dei Žagar, "Cannot Walk Fly Instead", è stato pubblicato nel 2007 e va a confermare una raggiunta maturità artistica che conferisce al progetto caratteristiche che spaziano dall’elettronica all’indie rock ed evidenti richiami jazz.
Zagar - Wings of Love (Cannot walk fly instead: 2007/CLS Records Hungary)
Una citazione doverosa va fatta per il secondo album dei Žagar che, come poc’anzi già sottolineato, contiene la colonna sonora di una pellicola ungherese di Ferenc Török (“Szezon“) e che sul mercato occidentale ha preso il titolo di "Eastern sugar", film che non mi consta abbia avuto alcuna distribuzione in Italia. L’album merita un ascolto per la pregevolissima prova fornita dai Žagar che dimostrano una straordinaria capacità di spaziare fra generi e sonorità a riprova di un talento multiforme e non confinato in generi specifici. Un esempio ne è il brano che ho scelto e di cui lascio all’ascoltatore attento e dall’orecchio smaliziato indovinare influenze e radici
Fra i miei preferiti in assoluto degli Žagar!
Zagar - Where an Other Sun Shines (Szezon.Eastern sugar:2004/Fillcell Studio/Universal Studio Hungary)
Roberto Melfi
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