Concludo questo 2006 in bellezza: con un articolo-fiume sull'ultima opera di TOM WAITS e su un suo recente DVD . Poteva esserci modo migliore per siglare i primi tre mesi di questo nuovo sito/blog musicale ma non solo? Tanti auguri e 'fatevi' di blues con Tom sino a notte inoltrata ed a 2007 subentrato! Se non dovessi ottemperare al solito palloso tradizionale cenone (con...quanti tipi ? Boh !) resterei molto volentieri sino ed oltre mezzanotte solo con Tom ed i suoi 'Orfani'!
TOM WAITS ha pensato bene di farci passare delle felici feste di fine anno producendo e pubblicando per la
Anti Rec. ORPHANS :
Brawlers, Bawlers & Bastards, un triplo cd di brani estratti da un catalogo credo privato pressocché inesauribile (ma forse ora si è esaurito?), quello suo e di sua moglie
Kathleen Brennan.
Difficile cre
dere che questo ghiotto flusso di coscienza ispirativo, 56 songs di cui 30 new recordings, veda la luce per la prima volta.
Occorre dirlo ? Si tratta di brani che neanche per un attimo segnano un calo d’ispirazione e d’interesse per l’ascoltatore e che sublimano volti diversi della sfaccettata arte americana di Waits: chi lo ama li conosce bene! Il blues prima di tutto : Brawlers, il primo cd è intriso di blues sino al midollo, blues come solo Tom sa cantare, rabbiosi
, stizzosi, colmi di malinconia cosmica e faringite cronica !
Blues che distruggono qualsiasi estetica scolastica del come si dovrebbe cantarlo, blues catarrosi e scheletrici come
Ain’t Goin’ Down To The Well firmato
Leadbelly e
Alan Lomax (maltrattato e trashizzato),
Low Down o il traditional
Lord I’ve Been Changed nei quali l’armonica sussultante e palpitante del veterano
Charlie Musselwhite e la chitarra aguzza del solito insostituibile stregone
Marc Ribot disdicono tutti gli impegni : hanno appuntamento con Tom ed il diavolo presso fatidici crossroads per ricalcare con lui le orme di uno che il blues del delta del Mississippi e di
Howlin’ Wolf lo stravolse come mai nessuno prima, rendendolo poltiglia inudibile ed ululante, quel
Don Van Vliet meglio conosciuto come
Captain Beefheart ! Come il capitano il Waits di Orphans è un lupo allo stato brado, libero di dilaniarci l’anima come e quando vuole! Quelli di Brawlers sono incazzamenti blues che ignorano la fredda logica tecnica accademico/borghese dei masters…che a cantarli vorrebbero insegnare (che Dio perdoni coloro che ne sono convinti!) .
Gente !!! Waits ci ha insegnato dai suoi esordi che se non si inseguono con masochismo per materializzarli i propri fantasmi esistenziali, se non si svuota l’anima dalla zavorra quotidiana con la stessa urgenza di un defecamento da diarrea nel primo cesso a portata di mano, se non si sanno trasformare i limiti delle corde vocali in paurosi rantoli fuligginosi, il blues rimane una chimera.
Godetevi perciò sino allo sfinimento il primo dischetto zeppo di stomp-blues catacombali, rachitici, sghembi come
2:19, Fish In The Jailhouse, ma anche del rockabilly malato di
Lie To Me e All The Time, dello sgraziato folk-hip hop (ebbene sì!) di
Lucinda, del banjou paludoso di
Puttin’ On The Dog, del desolato boulevard di
Road To Peace, del raw-spiritual di
Walk Away.
Bawlers secondo cd, è florilegio di ballate rassegnate ma stizzose, claudicanti, a tempo di valzer, commoventi, crudeli che fanno della povertà strumentale e del trionfo del lo-fi le loro armi vincenti, come del resto anche gli altri due cd.
Un violino, poche parche percussioni, fiati accorati, e a farci piangere il timbro perennemente arrocchito del signor Waits; il suo vocione scostante e colmo di tenero pathos è come una pellicola cine
matografica: vi scorrono mille vite, mille grandi e piccoli sentimenti e risentimenti, mille storie di ordinaria miseria quotidiana.
Naturalmente alcune ballate mi fanno piangere di più:
Widow’s Grove, dal mood irish-folk, la nostalgica struggente
You Can Never Hold Back Spring, la minimale
If I Have To Go,
Fannin Street (che pare una romantica outtake dei primissimi acerbi lavori di Tom), la disperata e ruggente
Down There By The Train.
Il terzo cd Bastards invece travolge con gli esperimenti ‘bastardi’ del passato a cominciare dagli innamoramenti mitteleuropei d’annata della marziale
What Keep Mankind Alive di
Weill/Brecht, rudi e sgraziati poetry minimali tratti da
Bukowsky (Nirvana),
Jack Kerouac (
Home I’ll Never Be),
Children’s Story dal
Woyzeck di
Georg Buckner sino alle misteriose disquisizioni sugli insetti di
Army Ants tratte dalla World Book Enciclopedia; omaggi a lapalissiane icone letterario/esistenziali di Tom, sproloqui appoggiati su larva
ti e deraglianti tessuti sonori dal sentore di fetidi underground ferroviari/metropolitani, magari concepiti con quei musicisti ‘bastardi’ che lo seguono come cani ‘sotto la pioggia’ proprio in quella officina meccanica che Tom ama più di sua moglie e della sua musica, e dalla quale Kathleen è riuscita (per nostra fortuna!) a distoglierlo : se Tom avesse, come voleva, abbandonare per essa la scena avremmo perso uno dei pochi autentici perversi genii musicali ancora in circolazione.
Ed ancora, a sorpresa, in ordine sparso ; due omaggi ai fratellini Ramones: il punkaccio anomalo e sporchissimo di
The Return Of Jackie And Judy su Brawlers, l’agrodolce
Danny Says, colma di romanticismo suburbano su Bawlers.
L’ep
ica e struggente ballata
Sea Of Love (
Khour / Baptiste), gli anni ’50 maltrattati ed iniettati di vetriolo,
On The Road con parole di
Kerouac, ennesima genuflessione alla beatnick generation di cui è figlio legittimo sin dagli inizi della sua carriera (
Closing Time, Heart Of Saturday Night,
Nighthawks At The Diner…) , la fangosa e torbida
Buzz Fledderjohn (sembra registrata in una pausa di lavoro nei campi nel cortile di una vecchia fattoria del Sud degli States tra armonica, dobro e cani che abbaiono), il gospel etilico
Rains On Me composta insieme al vecchio compagno di sbronze
Chuck Weiss: ‘
..everywhere i go it rains on me !’ .
Che ci vuoi fare Tom…la vita non è facile per nessuno!
I tre dischi di Orphans sono un monumento alla sporcizia e all’autenticità di un artista/autore unico cui bastererebbe per essere felice armeggiare con chiavi inglesi, pistoni ed olio motore…; una palude insidiosa disseminata di sporchi e maleodoranti acquitrini e di sabbie mobili, ma sarà un vero piacere per noi appuzzolirci e sporcarci gli stivali sino a scomparirci nel 2007, nel 2008, nel 2009, nel 2010 etc.
Sempre per quanto riguarda Waits vi consiglio caldamente un DVD tedesco, BURMA SHAVE (
Ace Ent.) in circolazione negli ultimi mesi del 2006, con registrazioni live e brani risalenti alla seconda metà degli anni ’70 : sto parlando di album epocali come
Nighthawks At The Diner (1975), Small Change (1976), Foreign Affairs (1977) e Blue Valentine (1978) e di un Waits allora sbalorditivo crooner jazz/blues tutto bourbon & cigarettes!
Eccezionali versioni r
ecitate e spoken words di
Summertime e
Burma Shave su lenti tappeti bluesati e jazz da brivido…Tom confuso e vacillante, prolisso, sigaretta incollata al labbro, capelli arruffati…un lampione, brandelli sputati e catarrosi di
Romeo che sanguina, On The Nickel, Annie é tornata in città, Una cartolina di natale da Minneapolis e ...
Vorrei essere a New Orleans!
Tanti medley ; persino
Silent Night : perciò un ottimo regalo per le feste natalizie a chi volete bene!
Le immagini sono sgranate ma chi se ne frega … l’effetto nebbia giova decisamente a questo Waits d’annata perso nelle sue romantiche e disilluse storie d’amore suburbane e in faticosi risvegli da nottate jazz in clubs di infima categoria. IMPERDIBILI ENTRAMBI !!!
Pasquale "Wally" Boffoli
http://www.officialtomwaits.com/main.htm
http://www.tomwaits.it/
http://www.tomwaits.com/
Video:
Lie To Me http://media.anti.com/tom_waits/orphans/lietome.mov
Audio:
ascolta "You can never hold back spring"