Essa gravita soprattutto intorno a Cagliari, dove ha sede anche un'attiva etichetta specializzata proprio in garage-punk, la For Monsters Records di Roberto Vallebona; ma si snoda anche attraverso altri centri dell'isola, come il Sassarese.
Era da tempo che volevo occuparmene: capita quindi come il cacio sui maccheroni questo primo dossier giuntomi da Sassari dai miei due amici, nonché ormai collaboratori di questo magazine Gianni Sanna e Slania De Pau. Esso consiste nella recensione dell' album d'esordio del 2005 degli HANGEE V uscito per la For Monsters Records e del secondo album dei RIPPERS targato 2006 (dopo il primo THE RIPPERS per la Screaming Apple), due tra le bands storiche e più rappresentative della scena sarda.
Gli Hangee V stanno già completando a quanto mi consta il loro secondo lavoro ed entrambi sono stati più volte già recensiti dalla stampa specializzata cartacea nazionale ed hanno partecipato ad importanti manifestazioni garage italiane ed estere.
Un caldo ringraziamento a Gianni Sanna per i due appassionati pezzi qui sotto riportati nonché per la sua notevole competenza in materia garage ed a Slania De Pau per le foto inviatemi, corredo essenziale del dossier-recensioni.
Sardinia rules o.k. !!! (P.B.)
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SARDINIAN FLASHBACKS...Garage-Punk sounds again !
HANGEE V : 'HANGEE V THEMSELVES'
La macchina del tempo occultata sotto un nuraghe ha partorito 5 orrende creature..
The Hangee V.
Nessuna moda o tendenza ha intaccato la loro “way of life”. I nostri garage punk killers provengono da Cagliari, antica e nobile città dov’e’ presente una fervida scena garage rock in espansione. Dopo mareee di concerti in piccoli clubs di tutta la penisola ed oltre (Germania, Austria e italia) approdano nel 2005 al loro primo album “ Hangee V Themselves”: 10 tracks, ben sette originali, un gruppo che nel loro live-set può permettersi di suonare per ore !!!
Capitanati dal virtuoso chitarrista nonche’ lead-vocal Piergiorgio Rizzu, proveniente dall’esperienza Uninvited, storico combo-surf sardo ma con sfaccettature groovy e trash, gli Hangees seguono questa seconda linea . Puro Back from the Grave style, garage punk al suo apice, snarling lyrics. Sixties culture a 360°, il loro immaginario si nutre di monsters & B-movies e fumetti horror.
Con una fantastica rullata la vixeniana
Alessandra Mariotti apre La side A con
“ Cherry Lee”, brano che si stenta a credere sia prodotto nel 2005, è già un classico, con tastiere umorali e snotty-voc
als. Nel brano “
Mirror Lies” incedere alla
Count V ed echi di
Gravedigger V; dopotutto molti loro live-acts si aprivano con una deragliante versione di “
Searching” degli
Omen. Puro Teen-Sound.
Shelly Ganz e’ il primo nome che mi si stampa nella mente ascoltando “
It’s’ not time”, puro Garage Punk californiano. Il suono inconfondibile di una Fender Jaguar originale seguita da un basso surf (grande
Marcello Salis, accompagnato dal mitico
Andrea Deidda alla chitarra ritmica) di Crampsiana memoria introducono ”
Space Rats”, strumentale con stupende tastiere e continui cambiamenti di ritmo. La sconvolgente ”
Go Away” ci da un idea di come potevano essere i
Plague dal vivo nel ’66. Uno stralunato Vincent Price (perché quella e’ la forma mentis che avevo preso dopo aver ascoltato la side A) cambia lato del vinile verde acido da 180 grammi, quindi inizia l’isterismo frantico di “
Black Cat”, Hangee V style, ogni riferimento a gruppi passati e’ vano. La puntina continua a scorrere sulla celebrale
“Batman”, stupendo instrumental surf dei
Four of Us.
Con “Stolen Mind” ritorna il selvaggio garage sound criptico, voce graffiante e una tastiera horror e sotterranea (Sergio Solinas).
L’esaltazione sale, “Praise Yourself” ci catapulta al Cellar , estate 1966… splendida! Una deragliante versione di “Show you love” chiude l’album, omogeneo, molto groovy con due soli pezzi strumentali alla Link Wray: e’ un ottima testimonianza di nuova linfa vitale in campo psych-punk-trash-punkedelia solo For Monster’s Heads .
Un gruppo che per la sua onestà e fedeltà al suono più innocente e primitivo mi ricorda gli Wylde Mammouths . Long Live Fuzz !
(Testo: Gianni Sanna / Photos : Slania De Pau)
THE RIPPERS : Tales Full Of Black Soot ( 2006 / Screaming Apple)
Dalle lande piene di mistero della Sardegna, ibernati dal’64, si ridestano i 4 squartatori:
The Rippers. Il loro sound e’ pieno di riferimenti al Rythm’n’blues inglese periodo ’61 – ’64, senza influenze sdolcinate di merseybeat ( genere contemporaneo), nato in Inghilterra in quegli anni ma diffusosi poi in America e resto Europa.
Profondamente americani nelle radici, puntano al sodo i Rippers senza perdersi in orpelli; il loro e' un R&B con sensibilità moderna: Pretties, Sorrows e Shadows of Night stuprati con irruenza punk al fulmicotone.
embrano una versione accelerata dei migliori
Crawadaddies. Garage punk at his best dunque capaci di far ballare sedie e tavoli dei locali
che incendiano con la loro miscela blues-hardcore-punk. Il perfetto incedere catartico di
“A strange story” puro divertimento R&B apre l’album
“Tales full of Black Soot”. Una cover misteriosa di “
No” con armonica indemoniata e voce al vetriolo continua il martellamento sonoro. I ritmi spezzettati e taglienti con vertiginose accelerazioni creano il mosaico di “
I would mistreat you” sempre in territori Beat-olandese in primis, filtrati attraverso il garage sound anni ’80 di gruppi seminali come Primates,
Gravedigger V, Crawaddadies e primi Tell Tale Hearts.
The Rippers hanno piena padronanza del ritmo, spiazzando e scioccando l’ascoltatore “Who’s knocking?” soliti ritmi serrati, divertimento rock’n’roll e fantastici assoli, “ She drives me mad” sembra uscire da “ Infernal World”, sixties-comp. sul selvaggio garage europeo.
E’ incredibile come riescano a calarsi nei panni e nello spirito autentico di qu
egli anni d’oro. Scintille e armonie sonore chiudono la A side. Il lato B si apre con “
Demon’s and Witches", devastante ritmo criptico alla
Outsiders olandesi.
Rendono piena giustizia ai Troggs con una fantastica versione di “From Home”, dove la fuzz-guitar incesella la nostra mente di sonorità crude e reali. Continuano a scuoterci le membra con “ She doesn’t believe me”, Pretty Things e primi Rolling Stones catapultati nell’epoca attuale.
Un r&b punk di fine millennio con finale esplosivo vertiginoso al limite della cacofonia è alla base di “Darkside of your mind” e “My black light”, ottima l’anfetaminica cover di “ But i’m so blue” titolo originale di “My canary is yellow” dei mitici newyorchesi Chesterfield Kings . “I have got to find my way” conferma lo stile Rippers , unico ed inimitabile, come un marchio di fabbrica.
(Testo:Gianni Sanna / Photos: Slania De Pau)
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... more HANGEE V and THE RIPPERS photos by Slania De Pau !!!
Alessandra (Hangee V)
Piergiorgio (Hangee V)
Andrea (Hangee V)
Marcello (Hangee V)
Paolo Bonino, leader di THE RIPPERS
THE RIPPERS live at BYBLOS 2007