1) THE BLACK KEYS "El Camino" MOGWAI "Hardcore will never die but you will"
2) CRYSTAL STILTS "In love with oblivion"
3) PJ HARVEY "Let England shake" WILCO "The whole love" LOW "C'mon" THE VACCINES "What did expect from the Vaccines?" VERDENA "Wow" 4) RADIOHEAD "The King of the limbs" WIRE "Red barked tree" THE PAINS OF BEING PURE AT HEART "Belong" FLEET FOXES "Helplessness blues" 5) THURSTON MOORE "Demolished Thoughts" TY SEGALL "Goodbye bread" THE HORRORS "Skying" GIUDA "Racey roller" AUSTRA "Feel it break" PETE & THE PIRATES "One thousand pictures" NO STRANGE "Cristalli sognanti"
6) TOM WAITS "Bad as me" BON IVER "Bon Iver" PETER MURPHY "Ninth" THE FALL "Ersatz G.B." THE MONSTERS "Pop up yours" M83 "Hurry up, we're dreaming" ANNA CALVI "Anna Calvi" SQUADRA OMEGA "Squadra Omega" DIRTBOMBS "Party store" PEAWEES "Leave it behind" INTELLECTUALS "In the middle of darkwhere" 7) LOU REED/METALLICA "Lulu" IDOL LIPS "Scene repulisti" ACID BABY JESUS "Acid Baby Jesus" BLOODSHOT BILL "Thunder and lightning" THE GRAVEMEN "The gravemen" BARN OWL "Lost in the glare" SOVIET SOVIET "Summer Jesus" Ep JACK OBLIVIANS "Rat city" DIRTY BEACHES "Badlands" ADOLESCENTS "The fastest kid alive" STRANGE FLOWERS "The grace of losers" THE OUT KEY HOLE "Dreams in waking state" MIKAL CRONIN "Mikal Cronin" ANUSEYE "Anuseye" THE DEATH OF ANNA KARINA "Lacrima pantera" ATLAS SOUND "Parallax" SEASICK STEVE "You can't teach an old dog new tricks" ZEN CIRCUS "Nati per subire" MARIANNE FAITHFUL “Horses and High Heels” ONE DIMENSIONAL MAN "A better man"
Accantonate ormai le classifiche di fine anno come quasi sempre accade ci si ritrova tra le mani il classico disco passato inosservato che inevitabilmente è sfuggito alle nostre orecchie. E’ il caso di questo terzo lavoro del cantautore inglese Scott Matthews da non confondere con l'australiano Scott Matthews di cui io stesso qualche tempo fa vi ho parlato. Non è solo il nome ad
Laura è una band post-rock proveniente da Melbourne, in Australia, con una decina di anni di attività alle spalle e quattro uscite musicali all’attivo. “Twelve Hundred Times” è il loro terzo album. L’essenza del disco è ben rappresentata dalla copertina dell’album che mostra una immagine al microscopio di un granello di cenere vulcanica ingrandita 1200 volte e caratterizzata da un’ampia varietà di sfumature di grigio e di colori freddi, quasi una olografia. La band ha raccontato
A distanza di quattro anni dalla sua ultima fatica solista ed a ridosso dell'uscita del disco degli Suede di cui fa parte, torna Brett Anderson con “Black Rainbows”, un disco composto da dieci tracce di pop melodico, languido e vagamente melanconico, nobilitato dalle sue distintive doti vocali. Chi scrive ha sempre apprezzato gli Suede per le doti strumentali e compositive del transfuga Bernard Butler,
Esce per l’etichetta americana Slovenly Records “Drogue Electrique”, nuovo disco del duo francese Magnetix, gruppo che fonde garage rock e rumoristica elettronica riletta secondo un dettato estetico che si rifà alle atmosfere fantascientifico-apocalittiche della science fiction più radicale. Così sul sito della band i Magnetix si presentano, con parole che sembrano uscite direttamente da un romanzo di William Gibson o dal più famoso fumetto cyberpunk francese,
Sulla leggerezza. Così si potrebbe intitolare un fantomatico trattato circa l’opera prima di Vil Rouge, se mai si volesse intraprendere un’impresa calligrafica tanto assurda. Ma a ben sentire, l’onirico e l’immaginifico permeano i testi della giovane cantautrice toscana, che usa questa chiave per aprire all’ascoltatore una finestra sul suo intimo, reale sentire. E riesce a convincere: salde sono le radici
Ecco tornare sul grande schermo un genere tramontato, quello del “rockumentario” in voga principalmente negli anni settanta. “Ligabue Campovolo” racconta il grande concerto di Luciano Ligabue organizzato il 16 luglio scorso, serata conclusiva del trionfale tour Campovolo 2.0, nell’area dell’aeroporto di Reggio Emilia,
Davvero singolare la figura del cantautore ferrarese Vasco Brondi, classe 1984, che si fa notare a soli 23 anni con uno splendido demo autoprodotto, col bizzarro ma significativo art-name Le Luci della Centrale Elettrica, che conquista rapidamente consensi nel circuito indie fino all'album d'esordio a nome "Canzoni da spiaggia deturpata" (2008), prodotto e suonato anche da Giorgio Canali con le sue tipiche chitarre grattate e contenente le stesse 10 songs del precedente solo presentate in ordine diverso.
Per i non più giovani il nome di STEVE MARRIOTT rimane e rimarrà prima di tutto avvinghiato a filo doppio agli SMALL FACES, prima ancora che agli HUMBLE PIE, meraviglioso ensemble in attività tra la fine dei 60 ed i primi 70. Steve Marriott morì nel 1991 a soli 43 anni e non di decesso naturale: un destino amaro
Sei pezzi,sei canzoni, sei sospiri. E non puoi chiedere di più. Mark Kozelek ed i suoi Red house painters consegnano alla storia uno dei più grandi capolavori di folk-(post) rock minimalista di sempre. Potremmo citare i soliti Codeine per quanto riguarda l'atmosfera rarefatta che si respira e gli American music club più intimisti ed ancora non avremmo individuato appieno la grandezza di questo disco. 24 è il primo pezzo dell'album, dilatatissimo, con pochi tenui accordi di chitarra e sonnolenti rintocchi di basso. I colpi della batteria
“Blue Hour”, terzo full-length dei californiani Drift, è un album indelebilmente segnato dalla perdita del trombettista ed amico Jeff Jacobs. La presenza di Jeff si avverte in quasi tutti i brani dell’album, in quelli che risaltano per l’assenza di quel groove avvolgente che caratterizzava i precedenti lavori (chi ha dimenticato le atmosfere di “Memory Drawings”?), in quelli invece dedicati espressamente all’amico perduto. Senza Jeff Jacobs,
Il black metal è un genere in continua evoluzione, basato su un nucleo forte che affonda le radici nelle forme molteplici dell’oscurità (sia essa il male, l’odio, il demonio, la natura oscura, l’esoterismo, etc.) ma capace nel tempo di estendersi e trasfigurarsi in direzioni tra loro molto diverse. In questo panorama cosi ampio e variegato, spicca “Aesthethica”, ultimo album dei newyorkesi Liturgy. Già dalla copertina ci si rende conto che questo
Il progetto Terminal Sound System nasce nel 2003 per iniziativa di Skye Klein, ex-componente degli Halo, band australiana doom-sludge caratterizzata da una pesantezza particolarmente oscura e malsana. Di quella esperienza i Terminal Sound System recuperano soprattutto l’essenza noise e drone, dando vita a sonorità
Le sorelle Rachel e Becky Unthank, titolari di uno dei migliori gruppi di folk oggi in circolazione, ci offrono, dopo “Last” uscito in primavera, il secondo album di un prolifico 2011 che le ha viste impegnate in diversi progetti che la serie Diversions, a partire da questo, intende testimoniare. “The Songs of Robert Wyatt and Antony and the Johnsons, Live From The Union Chapel" ripropone il live di due
Posto di fronte alla domanda su quale fosse stato il motivo per il quale avesse ritenuto necessario ripensare la scrittura della colonna sonora di “Sòlaris” di Andrej Tarkovskij (1972), Ben Frost rispose che il motivo principale era stata la delusione di fronte alla colonna sonora originale di Eduard Artemyev, troppo legata al carattere fantascientifico del film e troppo poco a quello psicologico. In effetti l
The Bats sono in giro da un sacco di anni, trenta, per la precisione. In tutto questo tempo hanno pubblicato solo otto dischi, spesso con lunghi intervalli, durante i quali si sono occupati di vari progetti solisti, del proprio lavoro e delle proprie famiglie. Quest'attività quasi amatoriale si è svolta sempre nel solco del “Dunedin sound”, la scena legata alla città neozelandese da cui prende il nome
Stasera Jonathan Wilson chiuderà con questo concerto nella sala “Hoxton Square Bar and kitchen” il suo tour Europeo. Un tour clamoroso che lo ha visto spalla in quello inglese dei Wilco e aprire il concerto di Roy Harper per il Royal Festival Hall. Bisogna anche aggiungere che Jonathan Wilson e’ stato incensato dalla stampa britannica e europea come “la nuova sensazione musicale”: sue interviste, articoli e recensioni sono stati pubblicati sui maggiori quotidiani e stampa specializzati. Uncut l’ha nominato come migliore artista emergente per il 2011 e il suo album e’ arrivato al n.4 della classifica di Mojo per il 2011. Jonathan Wilson e’ figlio degli anni 70 anagraficamente e musicalmente. Con lui sembra che la musica si sia fermata al folk rock psichedelico dei Grateful Dead, Allman Brothers, Blind Faith, Quicksilver Messenger Service. Non per nulla lo stesso Wilson ha installato il suo studio di registrazione a Laurel Canyon, nel quartiere di Los Angeles che fu la culla della scena del folk rock da Joni Mitchell a Crosby, Still, Nash & Young agli eroi del rock degli anni 70 come Jimi Hendrix, Frank Zappa, Jim Morrison. Già produttore di artisti quali Erykah Badu, Phil Lesh, Elvis Costello, Jackson Browne, Chris Robinson, Will Oldham, stasera e’ invece musicista in una sala gremita di fans e addetti allo spettacolo. Jonathan Wilson si presenta sul palco con una band di musicisti talentuosi. Il concerto ci catapulta indietro di trent’anni sulla costa californiana. Gli strumenti sono gli stessi e l’equipaggiamento che accompagna la band prende quasi la metà del palco, come si usava negli anni 70. Lo show fluisce leggero tra alcuni titoli del primo disco di Jonathan Wilson “Frankie Ray” del 2007, disco interessante passato nell’indifferenza della critica e l’ultimo “Gentle Spirit”. Gli animi s’infiammano con Desert Raven, The Way I feel, Valley. Non sorprende a metà concerto la cover dei Quicksilver Messenger Service Lovestrong. Bastoncini d’incenso che si accendono sul palco e fans incantati dal fascino e talento di questo non più giovanissimo musicista. Ci si prolunga in soli di chitarra e giri di synth che ci fanno ripiombare quasi nel mood di un concerto dei Pink Floyd. A fine concerto, un attimo di relax con i fans e il gruppo riparte sul suo furgone alla volta di un altro tour americano. Ritorneranno in Inghilterra a Gennaio 2012: spero che saremo in molti di più a celebrare queste piacevoli note nostalgiche di un’epoca ormai andata.
(continua il nostro viaggio alla scoperta delle ‘vere’ etichette indipendenti italiane)
Questa etichetta discografica è alternativa non solamente perché propone delle sonorità particolari e profondamente atipiche, selezionate con fiuto e originalità indiscutibili, ma perché tra i suoi più lodevoli intenti vi è quello di ridare dignità al supporto analogico, rivestendolo di una veste curata e ricercatissima, particolareggiandolo, facendolo tornare vero e proprio oggetto di culto per appassionati
# Consigliato da DISTORSIONI
Nonno è tornato. Dove fosse stato possiamo ben immaginarlo, le passioni del vecchio porco non vanno molto oltre le donne, gli abiti eleganti, le donne, il bourbon, le donne, i sigari e.. le donne. Ah, certo, anche il vecchio e autentico rhythm’n’blues. Ed è così che di tanto in tanto, in momenti come questi ripesca la sua dentiera da dentro il bicchiere e