sabato 7 agosto 2010
OS MUTANTES Live 14 / 07/ 2010 by Rosalba Guastella
Ma chi sono gli OS MUTANTES???
Nessuno lo sa, neanche quelli che pensavo se ne intendessero di psichedelica ed in questo caso brasiliana del movimento psichedelico tropicalista degli anni ‘70 !!!!
Grazie a DEVENDRA BANHART questa sera il 14 Luglio 2010 saranno nuovamente sul palco a presentare il nuovo disco…….
La location e’ il festival di Villa Arconati a Bollate, Milano all’interno di un meraviglioso piccolo parco, di quelli dove passeggiavano una volta le principesse e che ancora oggi ne conserva l’atmosfera fiabesca.
La manifestazione ormai da diversi anni offre al pubblico sofisticate e ricercate esibizioni di gruppi e artisti degni di tale nome.
Ma torniamo agli OS MUTANTES dunque sono sette sul palco, sei uomini e una donna due chitarre un basso una batteria due tastiere e una corista.
Il leader ancora capellone ma con stile……canta e suona la chitarra. Tutti cantano e tutti indossano il mantello…non ho mai visto tanti mantelli, a parte il tastierista che indossa una t-shirt con il teschio in tecnicolor.
Questo look con kafkani orientali e mantelli non so perche’ mi fanno pensare a Elio le storie tese!!!! Forse perche’ le atmosfere sonore vanno dalle spagnoleggianti alle piu’ festose, dal rock sognante alle covers di Caetano Veloso un po’ come gli ultimi live di Elio…
Le canzoni sono piene- piene- piene, un super pieno liquido e sudato, scrosciante di emozioni e sembra che si siano fatti tutti una pinta di allegria e d’euforia, una specie di effetto narghile’ di musica da cui aspirare tutti assieme gioiosi.
Il chitarrista figo continua a cambiare le chitarre, lei fa meravigliosi gorgheggi con la voce, il cantante ha una voce indescrivibilmente bella ed arriva l’assolo di batteria; il bassista e i due tastieristi, anche se uno ha il kafkano e l’altro il teschio, si miscelano perfettamente.
Pensavo che portassero i sandali, invece ai piedi solo all star di pelle nera…
Ah dimenticavo…io l’ho capito chi sono gli Os Mutantes…ma non ve lo dico!!!
ROSALBA GUASTELLA
venerdì 6 agosto 2010
DISCHI STORICI (2) by Gianluca Merlin: DRISCOLL AUGER & TRINITY: Streetnoise -- F. CONVENTION: Liege And Lief - M: BLUES: In search of the Lost Chord
Tre dischi usciti nel cruciale biennio 1968/1969, innovativi ognuno per motivi diversi.
Queste sobrie mini-recensioni di Gianluca Merlin sono chiaramente solo il trampolino per un approfondimento estetico e critico di dischi che hanno lasciato un solco profondo nella storia della musica rock e pop della seconda metà del '900.
(P.W.B.)
JULIE DRISCOLL BRIAN AUGER & THE TRINITY : STREETNOISE (1969/Marmalade))
L'hammondista inglese per eccellenza (rigorosamente senza cassa Lesile) e la voce inglese più soul che ci sia assieme ad una band che mescola jazz, Rythm and blues e un groove stratosferico...c'è spazio comunque anche per la musica pop e per certe digressioni floreali che vi culleranno in un placido sonno positivo.
Da segnalare Czechoslovakia, dedicato alla rivolta di quel paese repressa dai carri armati sovietici, una versione molto cool di Light my fire e un brano cantato da Dave Ambrose, il bassista, intitolato in Search of the sun misticheggiante ed ispiratissimo...per emozioni musicali senza età e senza tempo.
FAIRPORT CONVENTION:LIEGE AND LIEF (Island/1969)
Dopo i primi anni di formazione e alcuni cambi di line up i Fairport arrivano con il loro terzo lavoro al grande successo. Disco nato in un momento di grande difficoltà dopo la morte del batterista Martin Lamble per incidente stradale, la band si chiude in un'antica magione con il nuovo entrato Dave Mattacks e ne esce con un meraviglioso ed equilibrato disco in cui a farla da padrone sono le versioni elettrificate di molti traditionals folk inglesi e alcuni pezzi scritti dalla band.
A completare il tutto, l'elettrificazione del violino di Dave Swarbrick che aggiunge una novità prima impensabile per i puristi. Ecco allora che i Jig antichi si trasformano in nuove sonorità elettriche danzanti portando nel rock un sapore agreste che da tempo premeva per uscire dall'anonimato. Meravigliosa Sandy Denny nel canto, eterea come sempre, mentra alle chitarre Simon Nicol e Richard Thompson disegnano giri di chitarra perfetti.
Ashley Hutchings al basso fa da direttore d'orchestra.
Tanto per fare nomi di brani capolavoro: Come all Ye, Matty Groves (uno dei classici nel repertorio live della band) , l'eterea The Deserter e la incalzante bonus track di Sir patrick spens. Copertina in linea con la voglia di Good old England del genere folk. Tanta creatività e genio fece in modo che simili caratterialtà finissero col frizionare tra loro, e alla fine abbandonarono la Denny (temporaneamente) e Ashley Hutchings, destinato a fondare altre 2 band storiche del panorama folk inglese. Un momento breve ma intenso dunque, che però brilla ancora e lo farà per sempre.
THE MOODY BLUES:IN SEARCH OF THE LOST CHORD(1968/Deram))
Secondo capitolo della saga sinfonico progressiva dei Moodies dopo il successo del precedente disco. Qui la band inizia a dare vita a canzoni con più mellotron e meno orchestra. Strutturato in forma concept, ha al suo interno gemme straordinarie come Ride my See Saw, House of four doors, Voices in the sky e Dr Livingstone I presume. Un viaggio tra sinfonia rock e psichedelia , riferimenti a Timothy Leary e al misticismo indiano. Se il primo disco prog era un connubio band/orchestra questo è molto più personale e pensato. Imperdibile.
GIANLUCA MERLIN
Queste sobrie mini-recensioni di Gianluca Merlin sono chiaramente solo il trampolino per un approfondimento estetico e critico di dischi che hanno lasciato un solco profondo nella storia della musica rock e pop della seconda metà del '900.
(P.W.B.)
JULIE DRISCOLL BRIAN AUGER & THE TRINITY : STREETNOISE (1969/Marmalade))
L'hammondista inglese per eccellenza (rigorosamente senza cassa Lesile) e la voce inglese più soul che ci sia assieme ad una band che mescola jazz, Rythm and blues e un groove stratosferico...c'è spazio comunque anche per la musica pop e per certe digressioni floreali che vi culleranno in un placido sonno positivo.
Da segnalare Czechoslovakia, dedicato alla rivolta di quel paese repressa dai carri armati sovietici, una versione molto cool di Light my fire e un brano cantato da Dave Ambrose, il bassista, intitolato in Search of the sun misticheggiante ed ispiratissimo...per emozioni musicali senza età e senza tempo.
FAIRPORT CONVENTION:LIEGE AND LIEF (Island/1969)
Dopo i primi anni di formazione e alcuni cambi di line up i Fairport arrivano con il loro terzo lavoro al grande successo. Disco nato in un momento di grande difficoltà dopo la morte del batterista Martin Lamble per incidente stradale, la band si chiude in un'antica magione con il nuovo entrato Dave Mattacks e ne esce con un meraviglioso ed equilibrato disco in cui a farla da padrone sono le versioni elettrificate di molti traditionals folk inglesi e alcuni pezzi scritti dalla band.
A completare il tutto, l'elettrificazione del violino di Dave Swarbrick che aggiunge una novità prima impensabile per i puristi. Ecco allora che i Jig antichi si trasformano in nuove sonorità elettriche danzanti portando nel rock un sapore agreste che da tempo premeva per uscire dall'anonimato. Meravigliosa Sandy Denny nel canto, eterea come sempre, mentra alle chitarre Simon Nicol e Richard Thompson disegnano giri di chitarra perfetti.
Ashley Hutchings al basso fa da direttore d'orchestra.
Tanto per fare nomi di brani capolavoro: Come all Ye, Matty Groves (uno dei classici nel repertorio live della band) , l'eterea The Deserter e la incalzante bonus track di Sir patrick spens. Copertina in linea con la voglia di Good old England del genere folk. Tanta creatività e genio fece in modo che simili caratterialtà finissero col frizionare tra loro, e alla fine abbandonarono la Denny (temporaneamente) e Ashley Hutchings, destinato a fondare altre 2 band storiche del panorama folk inglese. Un momento breve ma intenso dunque, che però brilla ancora e lo farà per sempre.
THE MOODY BLUES:IN SEARCH OF THE LOST CHORD(1968/Deram))
Secondo capitolo della saga sinfonico progressiva dei Moodies dopo il successo del precedente disco. Qui la band inizia a dare vita a canzoni con più mellotron e meno orchestra. Strutturato in forma concept, ha al suo interno gemme straordinarie come Ride my See Saw, House of four doors, Voices in the sky e Dr Livingstone I presume. Un viaggio tra sinfonia rock e psichedelia , riferimenti a Timothy Leary e al misticismo indiano. Se il primo disco prog era un connubio band/orchestra questo è molto più personale e pensato. Imperdibile.
GIANLUCA MERLIN
mercoledì 4 agosto 2010
Incontro con PATTI SMITH: MTV Days Italia, Torino, 26 Giugno 2010 by Rosalba Guastella
PATTI SMITH ormai é di casa in Italia: l'ultima sua incursione é stata a Torino il 26 Giugno dove nel corso degli MTV Days Italia ha incontrato ben pochi intimi, veri fans ed ha parlato del suo ultimo libro.
Quello che segue é il succinto ma emozionato racconto di una vera fan, Rosalba 'Fairytale' Guastella, collaboratrice del noto gruppo torinese No Strange (P.W.B.)
Eccomi qui fila con un sacco di gente, il sole che spacca: il luogo é il circolo dei lettori in via Bogino a Torino; ad un certo punto arriva una tipa che dice: ’...é inutile, non entra più nessuno’.
Panico generale, tanta gente molla e se ne va.
Ecco la tipa di prima: ‘..ancora 20 e basta!’, sono la diciannovesima.
Ma per stare nella stanza delle torture? E Patti Smith vederla sullo schermo? Nooooo: mi catapulto dentro l’altra stanza spacciandomi per una fotografa!
Ah, finalmente eccola Patti e poi…
Lei parla, parla…: racconta del Chelsea Hotel, di Jimi, Janis, Keith e del suo amico Robert .
Parla dei suoi figli, del suo essere diventata una rockstar senza averlo voluto, e poi canta e suona, canta insieme a noi e sorride.
Esegue tre canzoni: Beneath the Southern Cross, People Have the Power e Because the Night ; People Have the Power la canta a cappella e soprattutto imita il solo di Lenny con la voce.
L'intervista fatta da Bill Flanagan è stata basata sull'uscita dell'ultimo libro JUST KIDS dedicato alla sua storica amicizia con il famoso fotografo Robert Mappelthorpe.
Poi lei saluta e se ne va: io resto lì ed il mio amico, il Gallina, riprende tutto.
Tutti se ne vanno ma noi no; l’aspettiamo, bevo dell’acqua dal suo bicchiere: sono proprio lì sul palco dove c’era lei, dove ha cantato e parlato per noi...l’aspetto!
Ecco che esce fuori, mi fa degli autografi e si fa delle foto con noi…sono estasiata!
Che bella la Patti con le trecce…ora me le faccio anch’io.
Che bello le trecce!
ROSALBA GUASTELLA
Foto di Chick Click
http://www.pattismith.net/
http://extra.mtv.it/musica/mtvdays/
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