The ByrdsThe Byrds sono uno dei gruppi che più abbiamo (ho) amato nella seconda metà dei ’60: ero inebriato dalle loro
Rickenbaker, dalle commoventi vibrazioni mistiche dei cori angelico/metafisici di albums come
“Mr. Tambourine Man” (’65, Columbia),
“Turn Turn Turn!” (’65, Columbia), dalle sperimentazioni di
“Fifth Dimension” (’66, Sony Music),
“Younger The Yesterday” ( ’67, Columbia),
“The Notorius Bird Brothers” (‘68, Columbia), tre
dischi stracolmi di fosforescenti illuminazioni folk-rock che ci (mi) avevano letteralmente spalancato le porte della percezione sensoriale insieme alle primissime opere dei
Doors, Jefferson Airplane, Grateful Dead.
David Crosby (Los Angeles, 14.8.1941), proveniva come
Roger Mc Guinn e
Gene Clark dall’ambiente folk, aveva fatto parte di
Les Baxter’s Balladeers (un album all’attivo senza Crosby).
Nei Byrds diventa chitarrista ritmico ed impagabile, acuto ‘harmony-vocalist’ già nei primi due album, stracolmi di covers
Dylan-iane e di brani autografi del grande
Gene Clark. La sopraffina rielaborazione vocale rock byrdsiana,
jingle-jangle per il suono cristallino e puro delle chitarre Rickenbacker da loro
sempre adoperate, del patrimonio folk americano,
Bob Dylan soprattutto ma anche
Pete Seeger-Haynes (
The Bells of Rhymney, Turn Turn Turn su parole dell’Ecclesiaste),
Jackie DeShannon (
Don’t Doubt Yourself Babe),
Hayes-Rhodes (
Satisfied Mind, inciso anche da
Jeff Buckley tantissimi anni dopo) farà dire e scrivere che sono stati loro a mettere a punto per primi il folk-rock!
Ma ancora prima di Mr. Tambourine Man avevano inciso con
Jim Dickson un album ancora acerbo,
"Preflyte" (uscirà nel 1969, nel ’72 e nel ’74 per etichette diverse) che conteneva
un piccolo capolavoro compositivo triste-nostalgico di
Crosby-Mc Guinn,
The Airport Song.
La psichedelia eterea, il nascente raga-rock dei Byrds (ispirato dall’oriente di
Ravi Shankar) avevano prodotto tra il ’66 ed il ’67 "
Fifth Dimension" e "
Younger Than Yesterday", due album densi di brani dall’aroma stordente ed intenso; Mc Guinn arriverà a dire che i suoi intricati fraseggi chitarristici in
Eight Miles High erano influenzati dalle scale jazzistiche del sax di un altro artista rivoluzionario di quegli anni,
John Coltrane!
In mezzo a tante nuove e geniali intuizioni comincia a farsi largo la vena di songwriter di
David Crosby: i brani ed i testi più enigmatici e visionari di questi due album non sono firmati da
Roger McGuinn o dal bassista
Chris Hillman (che pur reca in questo periodo un validissimo nuovo apporto creativo!) bensì da David Crosby:
What’s Happening? -
“…non so chi pensi di essere, non so che cosa sta accadendo qui”;
Renaissance Fair -
“…penso che potrebbe essere un sogno, c’è profumo di spezie e di cannella, sento musica dappertutto, tutt’intorno un caleidoscopio di colori, penso che potrebbe essere un sogno”; il verso
“I think that maybe i’m dreaming …” sarà citato da
Eric Burdon nel brano
Monterey (
New Animals,
"Twain Shall Meet", 1968);
Everybody’s Been Burned -
“…tutti sono stati bruciati prima, tutti conoscono la pena, chiunque in questo posto può dirti in viso: perché non dovresti tentare di amare qualcuno?”;
l’obliqua e psichedelica
Mind Gardens –
“… una volta c’era un giardino, arrivò la neve e temetti per il giardino, così costruii delle mura ed un tetto per proteggerlo, ma quando tornò il sole e la pioggia di primavera non potevano raggiungerlo, sarebbe certamente morto, così buttai giù i muri: il giardino continua a vivere”;
Lady Friend –
“… ecco che torna di nuovo, ormai la notte sta per finire, ecco che viene e sta per dirmi addio, sta per andarsene e lasciarmi solo, e dovrò vivere senza di lei e sopravvivere”;
l’utopistica
Triad –
“… volete sapere come sarà, io e lei o me e te, vi amo tutte e due, perché non proviamo qualcosa di nuovo? Perché non rompiamo tutte le regole? Davvero non capisco perché non possiamo amarci in tre!"; sarà reintepretata in modo eccelso da
Grace Slick &
Jefferson Airplane nell'album
"Crown of Creation" (1968);
Dolphin’s Smile –
“ … fuori nel mare tutto l’anno nuotano liberi da ogni paura, ogni giorno gettano spruzzi, i delfini sorridono”, prodromo della grande sensibilità animalista ed ambientale di Crosby, che maturerà anni dopo durante la convivenza artistico-esistenziale con
Graham Nash.
Questi brani recavano in seno strazianti rimpianti esistenziali, introspezioni psichedeliche, inni alla bellezza della natura: sperimentavano con nastri alla rovescia, simulacri preziosi di musica nuova!
Crosby già non c'é più in
"Notorius Bird Brothers", anche se appaiono sue composizioni: si é parlato di rapporto difficile ed insanabile con Roger Mc Guinn, di gelosie artistiche, di desiderio di nuove vibrazioni musicali da parte di Crosby.
The Airport SongWhat’s Happening ?!?!Renaissance FairEverybody’s Been BurnedMind GardensLady FriendTriad Dolphin’s Smile
C.S.N. - C.S.N. & Y.Tra il ’69 ed il ’70 i due storici albums Atlantic di
Crosby, Stills & Nash (il secondo,
"Dejà Vu" con
Neil Young) confermavano
l’enorme talento compositivo di Crosby, oltre che le sue squisite doti vocali: la fusione della sua voce con quelle di Nash e Stills nel primo omonimo album raggiunge delle vette incredibili, generando armonie incomparabili, divenute leggendarie nel corso degli anni.
Song come
Long Time Gone – “
… sembra essere un lungo periodo di tempo, ma tu sai che l'ora più buia è sempre poco prima dell'alba”; l’eterea
Guinnevere,
la drammatica
Almost Cut My Hair
-
“… sembrava quasi dovessi tagliare i miei capelli, é successo proprio l’altro giorno, ho sentito che la mia bandiera freak era distrutta, questo accresce la mia paranoia; è come guardarmi nello specchio e vedere una macchina della polizia”;
Déjà Vu , fecero vibrare con il loro ribellismo romantico in tutto il mondo un’intera generazione freak-alternativa, quando tutti questi termini avevano ancora un senso.
GuinnevereAlmost cut My Hair Déjà Vu
"If I Could Only Remember My Name" (1971, Atlantic)Che tutto quanto su narrato fosse ‘solo’ un lungo preludio all’incredibile
“If I Could Only Remember My Name” uscito nel 1971 (per Crosby un picco d’ispirazione poetico-musicale mai più eguagliato) l’ho pensato molte volte!
Anche se sono passati quasi 40 anni ricordo bene l’eccitazione che era nell’aria quando (nell’anno che introduceva une decade mutante e molto diversa per la cultura
rock) nella piccola comunità hippie che era tutta la mia famiglia si sparse la voce che era imminente l’uscita del primo album solista di
David Crosby. Allora funzionava ancora il passaparola: non esisteva tanta stampa rock specializzata, quella che oggi provvede sin troppo zelantemente ad illuminarci su ogni buco oscuro del panorama rock internazionale. Allora si parlò di manifesto etico-musicale ‘definitivo’ della filosofia hippie della West Coast ormai in declino, visto anche l’enorme numero di artisti/amici che si strinsero intorno a colui che ne rappresentava un vero e proprio guru . Qualche nome (parlano da sé):
Jorma Kaukonen, Grace Slick, David Freiberg, Jerry Garcia, Phil Lesh, Jack Casady, Joni Mitchell, Neil Young.
La filosofia/messaggio del disco è già contenuta per intero nel brano d’apertura:
Music Is Love suona come una nenia minimale -
“ … tutti dicono che la musica è amore/che la musica è for free/spogliati dei tuoi vestiti, distenditi al sole/tutti dicono che la musica è divertimento”.
Messaggio forse oggi ingenuo ed anacronistico oppure (volendo!) parole straordinariamente attuali, unico antidoto ad un mondo straziato da bellicismi, fondamentalismi religiosi, tragiche intolleranze quotidiane?
Poi è musica … come diretta emanazione della natura, dei tramonti californiani, della brezza marina dell’oceano, densa di mille delicati cromatismi e sfumature chitarristiche, con la voce di David Crosby appesa ad un tenue filo temozionale, che doppia se stessa (
Orleans, Song with no words), che si fa eco (
I’d Swear There Was Somebody Here) con movenze sciamaniche, intenta ad esplorare le pieghe più riposte di un’ anima generosa ma inquieta di uomo ed artista.
Traction in the rain – “…lo sai che è difficile per me trovare un modo per superare un altro giorno della città senza pensare. E 'difficile abbastanza per guadagnare qualsiasi trazione sotto la pioggia, lo sai che è difficile per me capire”;
Tamalpais High, Laughing (con un solo interstellare di
Jerry Garcia) sono il cuore pulsante del disco, songs attraversate da un’unica linea d’orizzonte, quella dell’utopia freak/hippie totalizzante, reduce da una stagione irripetibile ma che sta volgendo al termine .
In
"If I Could Only Remember My Name" essa sembra toccare la sua estrema
sublimazione/splendore prima di dileguarsi nei perfidi anni ’70 che conosceranno altre sconosciute, ambigue seduzioni musicali ed estetiche :
“…pensavo di aver trovato una luce che mi guidasse attraverso la notte e tutta questa oscurità, mi ero sbagliato, erano solo i riflessi di un’ombra che avevo visto; pensavo di aver visto qualcuno che sembrava finalmente conoscere la verità, mi ero sbagliato, era solo un bambino che rideva nel sole, nel sole” (
Laughing).
Due perle d’inarrivabile ribellismo romantico crosbyano rimangono
What Are Their Names –
“… mi chiedo chi sono gli uomini che comandano su questa terra e perché lo fanno in modo così malvagio; quali sono i loro nomi? Vorrei dare loro un pezzo della mia mente per portare pace all’umanità” e la lunga, acida saga immarcescibile di
Cowboy Movie.
Quanti brutte storie David ti sono successe dopo questo disco, la sudditanza dalla cocaina, la prigione per detenzione d'arma di fuoco, la malattia, abbiamo più volte temuto il peggio: mai però, ad utopie spentesi,i diamanti grezzi di questo disco hanno smesso di risplendere nel nostro immaginario e nel nostro cuore.
Laughing Music Is LoveWhat Are Their NamesTraction In The RainCowboy Movie Tamalpais High Song With No Words (Tree With No Leave)Pasquale ‘Wally’ Boffoli