Allan Glass è un progetto di due ragazzi di Alessandria, dediti ad un suggestivo revival di psichedelia e noise di matrice elettronica ben strutturato, questo è il loro secondo Ep dopo “Stanze con crepe”, registrato nel 2008. I Guzznag sono dei malefici folletti che popolano alcuni libri per bambini e quello
che viene fuori da queste cinque tracce è proprio un clima fatato, rumorista ed oscillatorio, tremendamente inquietante. Chitarre scarne, batteria essenziale, voci sussurrate che si amalgamano come lamenti alle sferrate distorte e pastose; non c'è un inizio e una fine, si ha come la sensazione di nuotare in un mare caratterizzato da onde alterne, dove l'abisso è più vicino di quanto si può pensare e la salvezza diventa quasi impossibile. Tracce di psichedelia di alta scuola Norvegese, (vedi Motorpsycho), ondate di elettronica malsana e volutamente difettosa, sonorità amorfe che si dissolvono in bolle di riff acidi. Un indie rock sperimentale, tutto sommato interessante e coraggioso, elaborato da chi ancora mette in primo piano la ricerca del suono più che la concretezza del melodico; un difficile e lento tragitto sonoro, che resterà ostico ai più. In alcuni tratti mi sono venuti in mente anche i Gea, loro vicini di casa, che negli anni 90 avevano fatto cose molto buone, ma che sfortunatamente, come tanti eroi del sottosuolo alternative di quel periodo, hanno raccolto molto poco. Le sole cinque tracce (di cui un intro ed un outro) già sono dure da digerire, se teniamo conto del livello di sperimentazione che gli Allan Glass ci fanno assaggiare come antipasto nel loro Ep, per tanto un intero disco potrebbe trasformare pericolosamente il progetto da interessante a noioso. Detto ciò, auguriamo il meglio alla giovane band, perchè il coraggio e la sperimentazione di questi tempi vanno premiati, anche se non tutti forse riusciranno a capire e seguire il percorso per niente facile proposto.
Luca Fiorucci
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