La sopravvivenza e la vitalità del garage americano nelle sue varie sfaccettature sono state assicurate negli ultimi due decenni e passa dal lavoro costante e certosino di alcune etichette che hanno avuto ed hanno nella passione sviscerata per certe sonorità d’estrazione sixties la molla principale necessaria a mettere su un fittissimo catalogo di bands che alcuni definiscono di nicchia, che hanno preservato lo spirito del rock più grezzo e selvaggio, e da esso son partite in molti casi per sperimentare nelle direzioni più svariate.
Sto parlando dell’Estrus, della In The Red, della Sympathy for the record industry e tra le altre della Get Hip Recordings di Pittsburgh, PA.
Qualcuna esiste ancora nonostante notevoli problemi economici ed episodi spiacevoli come l’incendio che interessò gli uffici/deposito della Estrus un po’ di tempo fa, altre negli ultimi anni hanno subito il contraccolpo del boom del garage europeo, quello scandinavo in particolare delle labels svedesi White Jazz e Low Impact, ma in primis della danese Bad Afro che si è dimostrata (a tutt’oggi) particolarmente vitale ed aggressiva.
Ciò nonostante etichette americane come la Get Hip Rec. continuano a rivestire con le loro ultime produzioni un ruolo fondamentale, dimostrando che gli USA in generi come il garage, il power pop, la psichedelia hanno diritto di prelazione.
La Get Hip Recordings fu fondata in sordina nel 1985 da Gregg Kostelich, Michael Kastelic e Bill Von Hagen, tre membri della garage-band THE CYNICS, proprio per pubblicare i loro albums da sé, senza restrizione alcuna di majors.
Erano quindi prima di tutto musicisti ed appassionati di musica che intendevano creare per appassionati di musica. La sua estetica indie ha portato la Get Hip ad essere un’etichetta e distributrice di oltre 20.000 titoli di musica indipendente, punk, garage, soul, doo wop e buon vecchio rock&roll.
Una label pioniera quindi, per spirito alternativo al grosso business, per la sua eticità e genuina passione per la musica di qualità.
Partita per produrre dischi di artisti locali e nazionali, si è arricchita strada facendo di bands provenienti da tutto il mondo, operando in tutti e quattro i continenti.
Nel 1993 è stato creato, anche grazie alla costanza e coerenza di Gregg Kostelich, il Get Hip Archive Series to the world, che prevede esclusivamente ristampe di bands classiche degli anni ’50 e ’60, un punto di riferimento essenziale per ogni collezionista di vero rock&roll.
20 anni dopo la visione e la brillantezza di Kostelich rimangono le stesse; e la Get Hip non scende a compromessi nel produrre solo musica di qualità, e distribuire etichette simili ad essa , cd, lp, 45, magazines, dvd e videos. In tal senso l’attuale catalogo parla da solo.
Tra le sue più recenti valide produzioni DT’S, Uglybeats, Paul Collins (Beat), tutti dischi recensiti in questo magazines, Resonars, Breakup Society e l’ultimo The Cynics.
(Un sentito grazie a Natalie Sweet, senza le cui note questo profilo della Get Hip non sarebbe stato possibile!)
http://www.gethip.com/
www.myspace.com/gethip
Pasquale ‘Wally’ Boffoli
Sto parlando dell’Estrus, della In The Red, della Sympathy for the record industry e tra le altre della Get Hip Recordings di Pittsburgh, PA.
Qualcuna esiste ancora nonostante notevoli problemi economici ed episodi spiacevoli come l’incendio che interessò gli uffici/deposito della Estrus un po’ di tempo fa, altre negli ultimi anni hanno subito il contraccolpo del boom del garage europeo, quello scandinavo in particolare delle labels svedesi White Jazz e Low Impact, ma in primis della danese Bad Afro che si è dimostrata (a tutt’oggi) particolarmente vitale ed aggressiva.
Ciò nonostante etichette americane come la Get Hip Rec. continuano a rivestire con le loro ultime produzioni un ruolo fondamentale, dimostrando che gli USA in generi come il garage, il power pop, la psichedelia hanno diritto di prelazione.
La Get Hip Recordings fu fondata in sordina nel 1985 da Gregg Kostelich, Michael Kastelic e Bill Von Hagen, tre membri della garage-band THE CYNICS, proprio per pubblicare i loro albums da sé, senza restrizione alcuna di majors.
Erano quindi prima di tutto musicisti ed appassionati di musica che intendevano creare per appassionati di musica. La sua estetica indie ha portato la Get Hip ad essere un’etichetta e distributrice di oltre 20.000 titoli di musica indipendente, punk, garage, soul, doo wop e buon vecchio rock&roll.
Una label pioniera quindi, per spirito alternativo al grosso business, per la sua eticità e genuina passione per la musica di qualità.
Partita per produrre dischi di artisti locali e nazionali, si è arricchita strada facendo di bands provenienti da tutto il mondo, operando in tutti e quattro i continenti.
Nel 1993 è stato creato, anche grazie alla costanza e coerenza di Gregg Kostelich, il Get Hip Archive Series to the world, che prevede esclusivamente ristampe di bands classiche degli anni ’50 e ’60, un punto di riferimento essenziale per ogni collezionista di vero rock&roll.
20 anni dopo la visione e la brillantezza di Kostelich rimangono le stesse; e la Get Hip non scende a compromessi nel produrre solo musica di qualità, e distribuire etichette simili ad essa , cd, lp, 45, magazines, dvd e videos. In tal senso l’attuale catalogo parla da solo.
Tra le sue più recenti valide produzioni DT’S, Uglybeats, Paul Collins (Beat), tutti dischi recensiti in questo magazines, Resonars, Breakup Society e l’ultimo The Cynics.
(Un sentito grazie a Natalie Sweet, senza le cui note questo profilo della Get Hip non sarebbe stato possibile!)
http://www.gethip.com/
www.myspace.com/gethip
Pasquale ‘Wally’ Boffoli