The SMALL FACES sono uno di quei gruppi che sembrano aver fatto con il diavolo un patto d'eterna giovinezza ed indefessa attualità : nel corso delle decadi successive il loro scioglimento per un verso o per l'altro se ne é sempre parlato e tessute le lodi , soprattutto a proposito di alcune antologie / ristampe, ma anche grazie ai vari mod-revivals ed al loro fan britannico più incallito, il grande Paul Weller . Pensate che ne parla con affetto anche nell'intervista contenuta nel suo bellissimo recente DVD As Is Now !
E poi, cosa più importante, THE SMALL FACES sono una delle mie timeless-bands preferite in assoluto; STEVE MARRIOTT a mio parere uno dei più grandi lead-singers della storia del rock.
Vi ripropongo qui un mio articolo uscito in rete nel 2002, che prima di volgere al termine fa registrare la ristampa ad opera della Castle Music / Sanctuary Records del loro album di debutto per la Immediate Rec. uscito 35 anni prima;
l'avvenimento viene quindi così degnamente festeggiato: 35th Anniversary Edition First Immediate LP e la doppia confezione della Castle prevede nel primo cd la versione stereo dell'original UK album e nel secondo quella mono. In entrambi i cd poi sono comprese molte bonus tracks con versioni mono e stereo di alcuni famosi singoli degli Small Faces del periodo Immediate, come Tin Soldier,I Can't Make It, Here Comes The Nice, Itchicoo Park, alternative versions e chicche varie.
Completismo maniacale ? Può darsi, ma vi assicuro.... ne vale proprio la pena: prima di tutto per il prezzo al pubblico assolutamente ragionevole ma soprattutto perché l'occasione é davvero speciale: l'album, uscito il 23 Giugno 1967, é un primo tentativo abbozzato di STEVE MARRIOTT e c. di concept-album e di soffice psichedelia attraverso le melodie accattivanti e dilatate di Feeling Lonely, Become Like You , Eddie's Dreaming, Up The Wooden Hills To Bedforshire, Green Circles.
Nel 1967 The Small Faces stanchi dei clichés di 'mods scapestrati' in cui la Decca li aveva ingabbiati e dei dissapori/incomprensioni con i managers della potente etichetta Don Arden e Tito Burns firmano per la nascitura Immediate fondata e gestita da Mick Jagger, Keith Richards ed Andrew Loog Oldham... sulla scia di altri artisti come Chris Farlowe ed Amen Corner.
SMALL FACES, uscito in America con il titolo There Are But Four Small Faces é davvero, come dicevo prima un giro di boa nella visione musicale violenta tipicamente mod-r&b con cui i quattro avevano raggiunto il successo nel periodo Decca '65-'66: un 33 giri pieno di chitarre acustiche ma soprattutto di clavicembali, mellotron, pianoforti ed organi chiaroscurali, ovvero il tastierismo immenso ed innovativo di Ian McLagan, un maestro in tutti i sensi...ma non mancano neanche i fiati!
La foga compositiva ed interpretativa degli esordi é temperata a favore di brani tristi, ballate malinconiche e bagliori psichedelici..in perfetta adesione alla nuova estetica rock che stava maturando e che sarebbe esplosa l'anno successivo.
E' il poderoso bassista Ronnie 'Plonk' Lane a coadiuvare vocalmente STEVE MARRIOTT con piglio delicato e sardonico in molti brani (quelli succitati), sebbene la vecchio insana passione mod di Steve per il r&b emerga ancora prepotentemente in Have You ever Seen Me e Talk To you ; il suo inconfondibile ardore rock sigla poi degli autentici classici come My Way Of Giving, Get Yourself Together ripresi nelle decadi successive da bands essenziali quali Only Ones e Jam.
Ma il fascino, il carisma discreto e prepotente nello stesso tempo, l'influenza di questo album giunge sino a tempi recenti ed é chiarissima persino in alcune produzioni americane anni '90 In The Red ( Now Time Delegation) ed Estrus...esempio lampante l'efficace cover del Total Sound Group di Tim Kerr dello strumentale Happy Boys Happy con l'hammond felice di McLagan protagonista assoluto,
'...una dichiarazione di rinnovato feeling positivo dopo la depressione che aveva attanagliato la band alla fine del rapporto artistico con la Decca, degli Small Faces rivitalizzati e di nuovo con tutti i cilindri che girano a mille ',
Completismo maniacale ? Può darsi, ma vi assicuro.... ne vale proprio la pena: prima di tutto per il prezzo al pubblico assolutamente ragionevole ma soprattutto perché l'occasione é davvero speciale: l'album, uscito il 23 Giugno 1967, é un primo tentativo abbozzato di STEVE MARRIOTT e c. di concept-album e di soffice psichedelia attraverso le melodie accattivanti e dilatate di Feeling Lonely, Become Like You , Eddie's Dreaming, Up The Wooden Hills To Bedforshire, Green Circles.
Nel 1967 The Small Faces stanchi dei clichés di 'mods scapestrati' in cui la Decca li aveva ingabbiati e dei dissapori/incomprensioni con i managers della potente etichetta Don Arden e Tito Burns firmano per la nascitura Immediate fondata e gestita da Mick Jagger, Keith Richards ed Andrew Loog Oldham... sulla scia di altri artisti come Chris Farlowe ed Amen Corner.
SMALL FACES, uscito in America con il titolo There Are But Four Small Faces é davvero, come dicevo prima un giro di boa nella visione musicale violenta tipicamente mod-r&b con cui i quattro avevano raggiunto il successo nel periodo Decca '65-'66: un 33 giri pieno di chitarre acustiche ma soprattutto di clavicembali, mellotron, pianoforti ed organi chiaroscurali, ovvero il tastierismo immenso ed innovativo di Ian McLagan, un maestro in tutti i sensi...ma non mancano neanche i fiati!
La foga compositiva ed interpretativa degli esordi é temperata a favore di brani tristi, ballate malinconiche e bagliori psichedelici..in perfetta adesione alla nuova estetica rock che stava maturando e che sarebbe esplosa l'anno successivo.
E' il poderoso bassista Ronnie 'Plonk' Lane a coadiuvare vocalmente STEVE MARRIOTT con piglio delicato e sardonico in molti brani (quelli succitati), sebbene la vecchio insana passione mod di Steve per il r&b emerga ancora prepotentemente in Have You ever Seen Me e Talk To you ; il suo inconfondibile ardore rock sigla poi degli autentici classici come My Way Of Giving, Get Yourself Together ripresi nelle decadi successive da bands essenziali quali Only Ones e Jam.
Ma il fascino, il carisma discreto e prepotente nello stesso tempo, l'influenza di questo album giunge sino a tempi recenti ed é chiarissima persino in alcune produzioni americane anni '90 In The Red ( Now Time Delegation) ed Estrus...esempio lampante l'efficace cover del Total Sound Group di Tim Kerr dello strumentale Happy Boys Happy con l'hammond felice di McLagan protagonista assoluto,
'...una dichiarazione di rinnovato feeling positivo dopo la depressione che aveva attanagliato la band alla fine del rapporto artistico con la Decca, degli Small Faces rivitalizzati e di nuovo con tutti i cilindri che girano a mille ',
così scrive David Wells nelle preziose note dell'esauriente booklet di questa ristampa imperdibile.
PASQUALE BOFFOLI
http://www.thesmallfaces.com/
http://www.italiamod.com/articles.php?lng=it&pg=56