Ormai è ufficiale, il 2011 è stato l’anno del Lo-Fi in stile girly-band per cui non potevamo farci mancare anche il relativo supergruppo! Le Wild Flag annoverano infatti Carrie Brownstein, Janet Weiss, Mary Timony e Rebecca Cole membri rispettivamente di Sleater-Kinney, Helium, The Minders e nascono nel 2010 sull’asse Portland/Olympia. Il disco, un self-titled che esce per la Merge,
preannunciato da un video trailer davvero particolare, è stato registrato in presa diretta con la collaborazione del tecnico del suono Chris Woodhouse e il feeling da live concert ci accompagna per tutto il percorso. Un lavoro che, in tempi in cui siamo bombardati da indie-bands tutte al femminile che usano i feed-back a mò di sega elettrica, ci fa tornare alla mente le bands anni ’90, mescolando in maniera ottimale il punk, il post-hardcore, l’indie rock, il garage e persino dei flash di prog e psychedelia. Nel rispetto delle loro origini, infatti, le ragazze non si distaccano troppo dall’ultimo lavoro delle Sleater Kinney sin dal singolo Romance, con quelle chitarre fuzzy e quel saltellare da un canale all’altro che ricorda molto la fine di un loro brano Let’s call i t love così come Black Tiles, Glass Tambourine e Racehouse potrebbero tranquillamente aver fatto parte dell’ultimo disco delle stesse S-K. La batteria pesta duro e le tre voci si alternano in maniera armoniosa conferendo
un tono nervoso a tutto il disco. Anche le chitarre all’inizio di Something came over ricordano molto i primordi del gruppo originale con la voce della stessa Timony a riecheggiare quella di Corin Tucker ex cantante delle S-K, guarda caso anche lei riemersa quest’anno con un lavoro solista. C’è però qualche differenza, in particolare nell’organo di Rebecca Cole che aggiunge un ulteriore strato sonico che si percepisce in Boom così come nella tensione di Future Crimes ed in generale nell’aiutare a rendere più compatto il suono del gruppo, evidentemente maturato attraverso un percorso fatto di lavoro on the road e svariati live di rodaggio prima di approdare in studio. Considerati gli elementi coinvolti nel progetto, insomma, un buon lavoro di sano rock’n’roll che non mancherà di soddisfare i vecchi fans delle Sleater Kinney facendoli, in qualche modo, sentire ancora a casa, alla faccia della pletora di indie-bands al femminile che affollano le web-zine di mezzo mondo.
Ubaldo Tarantino
Merge Records/Wild Flag
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