lunedì 11 febbraio 2008

Recensioni / Esteri : JOE JACKSON : RAIN (Rykodisc-2008)

A cinque anni di distanza da Volume 4, suo ultimo doppio album in studio Joe Jackson, l’eclettico geniaccio del pop britannico (solo Costello é al suo livello!) ritorna con Rain, un lavoro che riesce a centrare l’obiettivo non facile di fondere energia ed eleganza compositiva.
Jackson conferma un ennesima volta uno stile inconfondibile affinato in trent’anni di esplorazione di aree espressive a volte molto distanti tra loro, dal punk alla classica, dal jazz alle colonne sonore.
Molti i richiami in Invisibile Man, Good Bad Boy, Citizen Sane, King Pleasure Time ai suoi primi indimenticabili albums fine anni’70/inizi ‘80 trasudanti aggressività mod, ma non ci credereste, le chitarre in Rain sono completamente assenti: a farla da padrone ed a tessere tutte le linee armoniche é il pianoforte dell’artista, strumento che già da tempo Jackson aveva mostrato di prediligere e nel quale si è perfezionato.
Esso in Solo (So Low) accompagna addirittura in perfetta solitudine la performance vocale di Joe priva di sbavature.
Complice uno combo straordinario comprendente il fedelissimo bassista Graham Maby, Jackson elargisce raffinate melodie targate Bacharach (Wasted Time) e continua nella sua affascinante ed ormai interminabile esplorazione dell’armonia e dell’arte pop.

http://www.joejackson.com/index.php



Pasquale 'Wally' Boffoli

domenica 10 febbraio 2008

CINEMANIA - Il meglio del cinema in DVD, n°.16, a cura di Antonio Petrucci


Titolo: KWAIDAN
Giappone 1964 - Colore, 180 minuti
Regia: Masaki Kobayashi
Genere: ghost story
DVD edizione: Raro Video


Vedendo alcuni film ci si rende conto di come il grande cinema non risente del passare del tempo.
Questo è il caso di KWAIDAN, film del regista giapponese Masaki Kobayashi famoso in occidente anche per un'altra pellicola Seppuku (Harakiri) del 1963.
Il film racconta in quattro distinti episodi storie che hanno come protagonisti i fantasmi, tematica per tradizione culturale e religiosa molto presente in Giappone; la cosa che rende questo film veramente unico é l'atmosfera onirica ma anche carica di tensione che pervade l'intera opera, e in ogni fotogramma si può scorgere un dipinto di rara bellezza.
Questo è il risultato anche di un'imponente scenografia e delle essenziali, ma anche di grande impatto, musiche di Toru Takemitsu.
Certamente si tratta di un film specialmente per noi occidentali non facile, ma se lo si osserva senza sforzarsi di capire si possono cogliere messaggi che hanno le loro radici in archetipi universali (la morte, il senso di colpa, la gelosia, la fede, il rancore).
Voglio sottolineare l'importanza di questo film, ricordando che un altro grande regista Akira Kurosawa ha voluto fare un "omaggio" all'opera di Kobayashi nel suo altrettanto bel film Sogni del 1990 (di cui in Italia manca ancora una edizione in DVD), anche questo diviso per episodi pur affrontando tematiche differenti.
KWAIDAN è sicuramente un film non per tutti, in ogni caso un esempio di grande cinema più vicino all'arte che all'intrattenimento.
(A.P.)