sabato 23 ottobre 2010

THE BROKENDOLLS: "No Ice In My Drink" (2008, Tornado Ride Records)


Band formatasi alcuni anni fa dall’unione di elementi provenienti da altre band, i Brokendolls sono un quintetto furiosamente rock’n’roll che con questo debut album ci vuole far capire la propria filosofia musicale: niente fronzoli, solo un gran tiro derivato dal punk, suonato ad alto volume e a una velocità motorhediana.
I Brokendolls rientrano nella categoria 'brutti sporchi, cattivi e tatuati' a pieno merito, trascinati da quell’istrionico cantante che risponde al nome di Ross (e non a caso incoronato king of rock nella omonima canzone finale), novello Iggy Pop e Stiv Bators munito di skateboard, con la sua voce sguaiata ricca di 'Fuck' nei testi ci fa capire che non possiamo trovarci di fronte a musica per educande.
Fantastico il quadretto iniziale di No Ice in my Drink: "Mister ... one whisky please ... Ice? No ice in my drink!" inscenando una rissa talmente vera che vi spaventerete nell’ascoltarla. Suono aggressivo, martellante ma allo stesso tempo melodico, unito a esibizioni focose della band, una vera esperienza che ricorda la scena americana degli anni ’70, Dead Boys in testa.
Confezione del cd con un solo foglietto, ma del resto stiamo sempre parlando di spirito punk’n’roll, per cui è giusto così.

Gianluca Merlin

Produzione: Tornado Ride Records, Brokendolls

Studio di registrazione: Tabun Studio, Sanguinetto (VR)


Mattia “Ross” Rossetti (voce)
Cristiano (chitarra elettrica, voce)
Dot. (chitarra elettrica)
Jordy (basso)
Nico
(batteria)

tracklist:
1. B.B.B.
2. Mustache girl
3. No ice in my drink
4. Broken dolls
5. 70 €
6. Another day
7. Conkster
8 .Ros king of rock



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METHODICA: "Searching For Reflections" (2009, Underground Symphony)

Gianluca Merlin, titolare della rubrica Dischi Storici su Music Box, conduce ogni venerdì sera Rock Legends, in onda su Radio RCS l'onda Veronese (alle ore 20, in FM 98.6 - 101.5 - 94.7 per la provincia di Verona), trasmissione specializzata in "vintage rock" ma che realizza anche molte interviste a band emergenti. E' proprio di una di queste e del suo disco di debutto che ci parla in questo primo appuntamento (Wally)

Quattordici anni di attività, il primo disco realizzato.
È questa la summa davvero breve della storia dei Methodica, band veronese che ha fatto una dura gavetta e ha deciso di realizzare il primo lavoro dopo anni di registrazioni e perfezionamenti dei loro lunghissimi brani. Ne è venuto fuori un prezioso album prog metal che nulla ha da invidiare alle formazioni più blasonate, suoni curati e un mastering made in USA che ne certifica la qualità ad occhi chiusi, abbellito inoltre da una meravigliosa confezione apribile cartonata dal prezzo convenientissimo.
“Searching for Reflections” presenta solo 7 brani ma in tutte le canzoni vi è un’atmosfera da futuro lontano, mondi glaciali che sembrano appartenere alla fantascienza e potenza musicale che fanno capire l’amore di questa band per i Dream Theater.
Neon, il brano di apertura, è anche il singolo d’impatto del disco, quello che piacerà di più ai metallari tout court, mentre in omaggio ai Pink Floyd di the "Dark Side of the Moon" hanno inserito Heavenland, dove in realtà la band non suona ma lascia spazio a Moreno Piccoli (fratello del batterista) e alla brava e giovane Angela Merlin, che per la prima volta si cimenta in un pezzo progressivo che ovviamente vi ricorderà subito the Great Gig in the Sky, con rumori di guerra in sottofondo.
Cambi di tempo mozzafiato, la voce di Max che sembra provenire dalle profondità della terra e una sezione ritmica precisa e potente fanno di "Searching for Reflections" un disco da ascoltare e apprezzare poco per volta, scoprendo, come molti dischi dall’incedere progressivo, sempre nuove sfaccettature ad ogni seguente ascolto.

Gianluca Merlin

Produzione: Methodica e Fabio Serra
Studio di registrazione: Opal Arts Studio di Verona


Max Piubelli (voce)
Marco Ciscato (chitarra elettrica)

Alessandro Brusco (basso)
Marco Baschera (tastiere)
Marco Piccoli (batteria)


tracklist:
1. Neon
2. Ghosts
3. Heavenland (Marble Column Pt.1)
4. The Marble Column
5. Nail in my hand
6. Presentiments
7. Machine


video/brani
Neon

Heavenland


MethodicaMySpace

venerdì 22 ottobre 2010

ITALIAN ROCK CONNECTION: I RAGAZZI DEL SOLE e la Torino BEAT degli anni tra il 1964 e il 1970: Intervista al tastierista Piercarlo Bettini

Salvatore D'Urso (conosciuto anche come Ursus) fa visita a Music Box ed é con estremo piacere che gli diamo il benvenuto: oltre ad essere componente dello storico gruppo torinese No Strange, Salvatore é uno tra i più profondi conoscitori del Beat italiano; il gruppo che ha fondato in Facebook, Il Beat Italiano conta attualmente più di 2.600 iscritti. L'intervista che segue é uno spaccato davvero interessante e ricco di particolari 'preziosi' di un'epoca e di anni irripetibili (Wally)

Salvatore: I Ragazzi del Sole rimangono tra i gruppi più rappresentativi di quello che oggi viene comunemente descritto come il Beat Italiano; ricordi come si è formato il gruppo musicale ed in quale contesto nasceva il movimento,di cui ancora tutti noi parliamo a distanza di oltre 40 anni?
Piercarlo: Innanzi tutto vorrei ringraziare Il Beat Italiano per l'interesse e l'apprezzamento che ci viene puntualmente elargito con la pubblicazione dei lavori musicali, delle foto e dei commenti, pubblicati a favore del nostro gruppo.
Un grazie di cuore anche a tutti i fans che dopo tutti questi anni dimostrano il piacere di aver vissuto emozioni nell'ascoltare gli stessi brani musicali che accompagnandoci in giro per l'Italia hanno favorito anche il nostro entusiasmo!
Il gruppo è nato in un contesto che accomuna la maggior parte dei gruppi che nascevano in quel periodo e forse ancora oggi, credo che di base sia sempre la passione per la Musica.
Se poi aggiungiamo il piacere di trasmettere l'emozione di un'esecuzione, fatta a favore di chi ci ascolta, posso assicurare che un ritorno istantaneo dell'ascolto ben predisposto nei nostri confronti, cancellava all'istante qualsiasi tipo di sacrificio nell'organizzare le nostre serate.
Qui potrei dilungarmi a raccontare dettagli tipo i viaggi difficili per raggiungere le sale musicali da ballo e d'ascolto, i problemi meccanici dei nostri mezzi di trasporto, i pasti non consumati per la certezza d'essere presenti all'orario stabilito, con lo scopo di non deludere quel pubblico venuto apposta per ascoltarci, dando il massimo di noi stessi nelle nostre prestazioni, cercando in quel modo di farlo diventare il nostro pubblico amico!
I Ragazzi del Sole si sono formati a casa mia grazie ai miei genitori amanti della musica, che mi consentirono l'uso di un
sottoscala annesso al laboratorio di mia madre la quale produceva biancheria intima femminile. Parlo di questo perchè una parte dei miei ricordi va alle dodici ragazze che lavoravano nella ditta, e durante le nostre prove cantavano dando un'energia dinamica al gruppo in formazione.
La moglie di PierFranco Colonna che in quel periodo era sempre partecipe alle prove, il giorno che cercavamo un nome adatto al gruppo ci consiglio' I Ragazzi Del Sole perchè lei essendo inglese, entusiasmata dal sole e dai ragazzi italiani, penso' con affetto che noi facevamo parte della sue emozioni!
Piacque a tutti e subito l'adottammo, grazie Patty!!!

Ok, quindi iniziaste il vostro percorso musicale con la voce di Franco Castellani (che poi prese il nome d'arte di Pierfranco Colonna); puoi dirci come avvenne l'incontro con l'etichetta Jolly e l'incisione del primo LP (da cui venne tratto anche un singolo)?
Questo non te lo so dire, di queste cose se ne occuparono Danilo Pennone e forse Franchino, sicuramente piu' esperti nei contatti con gli impresari, organizzatori vari e case discografiche, credo che Vic Nocera è stato se non sbaglio il primo nostro impresario.
Data la mia giovane età mio padre ogni tanto presenziava, riponendo fiducia in Danilo Pennone sicuramente piu' sperimentato (mi pare suonasse con Andrea Mingardi) e penso che lui potrebbe darti informazioni certe sui nostri approcci con la Jolly.
Per me l'importante era l'esperienza ed il piacere di suonare con altri musicisti, di sincronizzarmi con la ritmica di Arcangelo Aluffi, armonizzarmi con la chitarra di Danilo e aiutare Carlo al
riconoscimento delle note e tonalità, cosi' quando la base diventava funzionale, Franchino poteva tranquillamente cantarci sopra.


Franco mi disse che tutto il disco venne registrato in diretta e che persino voi pensavate di fare un provino, mentre il fonico decise che poteva andar bene così e che poteva essere stampato,infatti il risultato era buonissimo. Tuttavia sappiamo che nella primavera del 1966,Franco abbandonò il gruppo per altri motivi e dopo una serie di ricerche trovaste un altro cantante in Paolo Melfi: secondo te quali sono le differenze, se ci sono,tra il primo periodo e quello seguente?
Esattamente come dici e questo me lo ricordo bene, anche secondo me l'entusiasmo della prima di getto, non avrebbe potuto ripetersi, e l'esperienza mi ha poi confermato che le cose rifatte perdono in spontaneità e sono d'accordo con il fonico della Jolly!
Le prove fatte a casa mia con assiduità, serietà e buone intenzioni hanno contribuito al fattore X che vorrei esporre con questa frase:
"Sicurezza, entusiasmo, convinzione, uguale a : Buona la prima!" E fortunatamente c'era il fonico giusto!
Le differenze tra il primo periodo e quello seguente, non sono evidenziate solo dal cambiamento della voce solista (perchè in seguito anche Danilo se ne andò) ma soprattutto da una personalità diversa nelle scelte del repertorio.
Pierfranco privo d'inibizioni con il suo pubblico, con la padronanza della lingua inglese, si destreggiava tra i turisti di passaggio.
Nei primi quattro mesi di contratti al Columbia Dancing di Laigueglia, le fan gli saltavano addosso ogni sera e gli strappavano la camicia ... oltre allo Spencer Davis Group (Keep on Running) e gli Animals, (The House of the rising sun) etc., facevamo i primi pezzi dei Beatles quando loro stessi erano appena usciti in Inghilterra; in radio li trasmettevano di notte, e noi sincronizzati con Radio Luxemburg, nell'850 coupè di Carlo Marcoz, registravamo con un Geloso: Please please me, From me to you, And I love her, We can work it out, Michelle, Girls e tanti altri.
Per non parlare di Bob Dylan: Mister Tamburine man, Like a Rolling stone; Lady Jane dei Rolling, Satisfaction, e poi la famosa G.. L.. O. R. I. A etc etc. e durante il giorno li mettevamo in repertorio.
Tutti i pomeriggi facevamo le prove, e non solo, fino all'ora di cena e il mattino seguente in camera con la chitarra, il basso e il rullante, le voci, i cori; non si faceva nient'altro che ripassare, provare, suonare! Erano tempi d'oro dedicati alla musica che piaceva a tutti noi!
Con Paolo Melfi direi che siamo andati piu' verso al rock, blues e r'n'b e la musica italiana, che mi ha comunque riempito di altre nuove e bellissime esperienze, ma sicuramente il primo periodo per me è stato il massimo, e lo ricordo anche con una punta di nostalgia!!

Però con l'incisione di So che tu non credi arrivaste persino a suonare in giro per l'Italia,soprattutto in quello che era ritenuto il tempio della musica beat: il Piper di Roma; che ricordi hai di quella esperienza?
Bei ricordi del Piper di Roma: eravamo tre gruppi sulla scena e si suonava un'ora a testa, si spostavano i riflettori dalla cabina di regia da un gruppo all'altro. Noi aprivamo la serata, poi Mal e i Primitives, e terzi i Pooh. Si suonava anche al pomeriggio credo il sabato e domenica, c'erano anche altri gruppi che non ricordo, ma di certo Nicoletta Strambelli (Patty Pravo) ballava davanti a noi al ritmo di So che tu non credi o Atto di forza n. 10 e altri pezzi veloci!
Alla sera finito di suonare si rientrava in Piazza Barberini alla Pensione Giulia dove la cosiddetta 'mamma Giulia' ci preparava qualcosa da mangiare e teneva la cucina aperta tutta la notte. Una spaghettata amicale tra musicisti, qualche scambio di vedute fino al mattino, e poi tutti a nanna!
Ricordo una sera che sul furgone dei Pooh c'era anche Patty, andammo tutti ad Ostia a vedere il mare, e berci qualcosa in un locale notturno: sembrava appartenessimo tutti allo stesso gruppo....una complicità tra musicisti sorprendente!
Suonavamo al Piper di Roma con lo stesso livello di notorietà, non tutti I Ragazzi del Sole partecipavano a queste uscite, anche i Primitives erano un po' riservati; credo di ricordare che Arcangelo, Paolo, ed io fossimo i piu' propensi al 'dopo suonato', forse qualche volta anche Carlo e Danilo.
Comunque i ricordi di quel Piper pieno zeppo di gente che si lasciava trasportare dal ritmo della musica, sono molto emozionanti, pensa che si avvicinavano intorno a noi rispettando la distanza di uno/due metri per essere ancora piu' partecipi! Che belle sudate! Roma, bellissima città, ma di giorno si dormiva!

Ma dopo un periodo così intenso, con altri tre 45 giri incisi per la Ariston il gruppo si divise in due formazioni diverse ... cosa accadde di preciso ?
Di preciso non te lo saprei dire, ma cosa ricordo con certezza è che gia' nel periodo di questi contratti con il Piper di Roma, il Piper di Milano e poi quello di Napoli ci si muoveva con diversi impresari che ci fecero ballare un po' di qua e di la'.
La sera prima al Totem di Ischia e quella dopo a Acireale in Sicilia, dall'Escalation di Palermo al Piper di Milano dove suonavamo affiancati ai Camaleonti e mi pare la Formula 3, da Ivrea a Pachino la punta estrema della Sicilia etc. In piu' Danilo Pennone mi minacciava, con una riduzione dei compensi, se non mi fossi messo allo studio dei classici standard americani, attualmente i Books. Non mi piacevano assolutamente, tutti questi accordi diminuiti, tredicesime, none e quinte piu', mi facevano impazzire!
Insomma credo che finire nei night-club non faceva parte delle nostre ambizioni, con un Paolo Melfi rock-blues che si sarebbe comunque adattato, in possesso del suo timbro polivalente, un Carlo Marcoz piacevole da vivere ma bisognoso d'aiuto nella riconoscenza delle armonie, ma una volta acquisite le suonava sempre con il tocco giusto, invece per Arcangelo Aluffi non c'erano problemi, professionista da parecchio tempo era stato anche il batterista di Carla Boni.
L'entusiasmo di Pennone stava per esaurirsi perchè troppo carico delle responsabilità del gruppo, avrebbe potuto responsabilizzarci di piu perdendo un po' l'orgoglio del fac-totum. Invece il gruppo voleva dirigersi verso una forma di successo consistente per restare ancora sulla cresta dell'onda!
Credo sia proprio per questo motivo, contornato da tensioni, che un giorno si penso' che Paolo, essendo anche chitarrista, avrebbe potuto permettere a Danilo, ormai stanco e forse deluso, la scelta del suo percorso preferito.
Questa notizia pero' non la prese nel modo giusto, anzi noi si credeva di aiutarlo: con la sua buona dose di orgoglio se ne ando' portandosi via il nome del gruppo.
Le diffide che ci giunsero in seguito di non usare il nome I Ragazzi del Sole, perchè di sua proprietà, frenarono tutte le nostre velleità.

E quindi possiamo in conclusione citare anche i gruppi nati dopo la scissione,come la Spirale 20 o le vostre comuni esperienze in altre formazioni quali Raph ed i Copertoni, i Cocks o i Volti 70, come un epilogo della meravigliosa stagione del beat. Dando un breve sguardo a questi nomi,potremmo anche sperare in un vostro futuro ricongiungimento come Ragazzi del Sole ?
Ebbene si' dopo le delusioni del caso, un po' scoraggiati ci guardavamo in giro senza un'idea precisa, fino a quando Arcangelo ci disse che la moglie di un suo caro amico aveva una vociazza tipo Aretha... e noi in coro: " ... Franklin ? Bè si! Certo, perchè non l'ascoltiamo? Portiamola alle prove!".
In effetti Lillian aveva veramente un timbro notevole, avremmo solo dovuto mettere in repertorio pezzi adatti al suo calibro: Chain of fools, Natural Woman, Bridge over troubled water, Think, Respect; insomma stava nascendo un nuovo modo di suonare, un nuovo entusiasmo!
Pero' ci accorgemmo che in questo percorso ci mancava qualcosa di molto importante: i fiati! Credo di aver dimenticato il passaggio nel quale dovetti fare il servizio militare e quando rientrai c'era con grande mio piacere Giorgio Marotti all'organo Hammond, e fu cosi' che per me iniziava una lunga storia con i pianoforti portatili, Rhodes Fender per incominciare!
Ero sempre a Cadriano di Granarolo dall'importatore perchè il Rhodes aveva le barrette che facilmente si rompevano, passavo il tempo a cambiarle, fino a quando il tecnico invento' una lega mista a oro: duravano un po' di piu', ma io non mi divertivo, si rompevano sempre! In seguito usci' poi Yamaha.
Giorgio Marotti lavorava come venditore nel negozio di pianoforti in c.Vittorio che si chiamava Restagno e mi inseri' nell'ambiente consigliandomi di dare lezioni di organo.
La cosa mi entusiasmo' parecchio specialmente vedendo il risultato della quantità di allievi che in quel periodo volevano imparare l'organo, ed un giorno quando il padrone del negozio Stefano Restagno si accorse del mio orecchio assoluto, volle insegnarmi ad accordare i pianoforti, e non solo, con il suo aiutante Pietro di Rivoli mi dissero tutto quello che c'era da scoprire nella costruzione e la manutenzione di un pianoforte!
Dalle corde rivestite che si costruivano in magazzino al riconoscimento dei banchi sonori spaccati fino al tiraggio delle caviglie piantate nei banconi in ghisa dove le corde sviluppano tensioni da 25kg ciascuna (se ricordo bene), alla verniciatura del legno a stoppino, e non parliamo della meccanica dove ciascun tasto ha centinaia di componenti!
Dunque in quel periodo la storia dei Ragazzi del Sole sembrava svanita nel nulla, si aprivano altre possibilità altre esperienze, dopo Lillian e la Spirale 20 che non duro' molto, si decise che ognuno di noi avrebbe scelto la strada di proprio gradimento ed io mi ritrovai a suonare un po' con i Cocks, Raf e i Copertoni fino a quando non conobbi Adalberto Andreozzi dei Sweet Beast con Gabriele il batterista e mi pare si chiamassero anche La Trifase, dove c'era il bassista Billy Gray che suono' poi con i Trip, ed in seguito mi ritrovai nella formazione dei Living Life che nacque a Moncalieri a casa di Sandro Gianotti etc.
Non sto a raccontare tutto quello che la Musica mi ha fatto sperimentare in tutti questi anni, ma di sicuro il primo amore non si scorda mai!
I Ragazzi del Sole sono ancora nel mio cuore, c'è qualcosa in questo gruppo che non ha potuto realizzarsi? Potevano nascere situazioni dove il sole ci avrebbe coperto dei suoi raggi, potrebbe ancora succedere una cosa simile?
Io ci credo, restando sempre un Ragazzo del Sole cosciente dei Raggi Musicali che la Musica mi offre gratuitamente, senza riserva alcuna, basta semplicemente amarla!
Il ricongiungimento dei Raggi forma automaticamente il Sole, non siamo piu' Ragazzi... ma chi si avvicina al Sole potrebbe ritornare ad essere Ragazzo!


A cura di Salvatore 'Ursus' D'Urso

e del gruppo  Facebook  Il Beat Italiano

video/brani
Atto di Forza n. 10 (1966)
Se mi chiamerai (1966)
So che tu non credi (1966)
Non ridere di me

giovedì 21 ottobre 2010

GROOVIE RECORDS: "A Garage Vinyl Explosion from Portugal": Os Haxixins, Jess & James, Los Explosivos, Hangee V


Che il garage d’estrazione sixties abbia un respiro internazionale, anzi planetario, era già noto.
Ascoltando le produzioni dell’etichetta portoghese Groovie Records, con sede a Lisbona, se ne ha un’ennesima conferma: ad avvicendarsi sono band brasiliane, messicane, spagnole, portoghesi, che non adottano l’inglese, come sarebbe lecito pensare, per offrirci la loro versione ‘garage’ nuovo millennio ma esattamente la loro lingua madre.
La Groovie Records,in vita dal 2005 e specializzata in garage e psichedelica d’estrazione sixties, soul, beat si pone come etichetta principe di un revival che pare inossidabile, anzi sembra rafforzarsi con gli anni. La Groovie R. registra in analogico ed in perfetta coerenza poi stampa solo dischi in rigoroso vinile non mancando di apostrofare ‘Fuck CD’s !’.
Un catalogo ricco di 33 giri, 45 ed E.P.: band come Os Haxixins, Los Explosivos, Los Mustang 66, The Cavestompers, Black Needles, The Dadds, Autoramas, The Knights of the New Cruzade, Act-Ups, Paralleles, Paralelles, Hangee V, tutte agguerrite e pronte per conquistare il mondo a colpi di fuzz-guitar e tastiere rigorosamente vintage.

Video/brani Groovie Records
Los Explosivos: Ya No Puedes Escapar
Black Needles: Mind Shot
Autoramas: Voce Sabe
Os Haxixins: Onde Meditar


Os Haxixins: "Under The Stones/Debaixo Das Pedras" (Groovie Rec., 2010)
Non possiamo non iniziare questo primo panorama sull’etichetta portoghese parlando dei brasiliani Os Haxixins, che nelle note del loro vinile "Under The Stones /Debaixo Das Pedras" scrivono " … giusto per esser chiari siamo un gruppo di ragazzi pazzi che cercano di ritrovare la loro sanità mentale da lungo tempo dimenticata. Attraverso le nostre visioni raggiungiamo ciò che è in armonia con la nostra natura. Prima della redenzione. Tornando indietro a quei tempi oscuri quando l’uomo non pensava di lasciare un segno del suo passaggio. Quando i sensi contavano davvero. Un idea per il futuro ed una dal passato!"
Con queste parole Alex Romera & c. sembrano teorizzare e stigmatizzare la loro idea di psichedelia, quella plasmata dai solchi del loro recentissimo album di debutto "Under The Stones", che si staglia decisamente come la miglior produzione a tutt’oggi della Groovie R.: a marchiare a fuoco brani come Peregrino Estelar, Marujo, Noites Brancas è proprio il Diatron Organ di Romera, coi suoi timbri tenebrosi, dark, che paiono rimandare l’ascoltatore alla sua essenza psichica più profonda; nonché rievocare il mood psiche di tastieristi come Ray Manzarek (Doors), Dave Greenfield (Stranglers), Question Mark (Mysterians). A coadiuvarlo costantemente l’efficacissima e penetrante powerfull-fuzz guitar di Mr. Fiuza.
Os Haxixins cantano senza aggressività, con inquietante lamentoso incedere, in rigoroso idioma brasiliano e riescono decisamente a catturare i sensi attraverso i 14 clamorosi brani di "Under The Stones": Que Nem Diamante, Ainda Nao, Meu Bem, sino a due covers di oscuri combos anni ’60, Ain’t it a Shame (The Wave Riders) e la palpitante Hey Conductor (Sonny Flaharty & Mark V). Sono stati di passaggio anche in Italia, al Sinister Noise di Roma, durante il loro primo tour europeo, ancora in svolgimento mentre scrivo.

Video/brani Os Haxixins 
Peregrino Estelar
Meu Bem
Ain't it a Shame


Jess & James: "The 3rd LP and after" (Groovie Records, 2010)
La Groovie Records è molto interessante anche per la politica di ‘ristampe’ adottata da sempre: dischi e band pop-garage sconosciute prevalentemente sixties riportate alla luce, con molte piacevoli scoperte.
E’ il caso di Jesse & James (fratelli, all’anagrafe Tony e Wando Lameirinhas), duo belga-portoghese, rispettivamente bassista e chitarrista ed entrambi cantanti; autori (apprendiamo dalle liner-notes di Joao Carlos Callixto) tra il 1968 ed il 1969 di ben quattro album pochissimo conosciuti. I primi due (“Move” e “Revolution, Evolution, Change!”) all’insegna di un deciso soul-pop, il terzo “A New Exciting Experience” realizzato col compositore sperimentale Arsène Souffriau all’insegna di un avventuroso Free Pop Electronic Concept, un anno prima dell’esperimento "Ceremony" degli Spooky Tooth con Pierre Henry.
E’ il loro quarto omonimo album del 1969 invece ad essere stato ristampato dalla Groovie: ed è un disco davvero sorprendente, lontano da sonorità psichedeliche e garage, vicinissimo a quelle elaborazioni soul/jazz rock che in quegli anni sperimentavano band come Blood Sweat & Tears e Chicago, pur senza (nel caso di Jess & James) la presenza di fiati.
E’ impressionante come la voce grintosa di Wando Lam ricordi quella di David Clayton-Thomas dei B.S.& Tears; e brani come Straight Man, Mr.Davis, Lip Service, Skathing, avventurosi e ricchi di corposi arrangiamenti nonché corroborati dall’ottimo organo di Scott Bradford, rivelano le enormi doti vocali e strumentali dei fratelli Lameirinhas.
Siamo in presenza di un blue-eyed soul, latino solo di origine, perché le atmosfere, molto cangianti anche all’interno dello stesso brano (il lungo James Stuff sulla seconda side), transitano dal british-blues d’estrazione sixties a densi ‘ambient’ jazzati americanofili di memoria addirittura ‘Davis-iana’, soprattutto per i cromatismi liquidi delle keyboard di Bardford. Ci si trova così ad essere galvanizzati dalle dense e pensose atmosfere di A Passing Car, Perdition Again, vicine anche ai recuperi barocchi e progressivi di formazioni coeve come Vanilla Fudge: l’arrangiamento bizzarro ma efficacissimo riservato alla beatles’iana’ She’s a Woman, quasi irriconoscibile, ne è lampante cartina al tornasole.
Notevoli anche i due singoli finali incisi da Jess&James tra il 1970 e 1971, inclusi in questa ristampa: The Naked/High, ancora colorate di soul corroborante e A Man’s Symphony Part 1, col cello espressivo di Denis Wallace, a riprova dell’eccezionale eclettismo artistico di questo duo sconosciuto ai più prima di questa preziosa ristampa Groovie.


45 giri: Los Explosivos, Os Haxixins, Hangee V
Passando ai 45 giri targati Groovie: due sfrontati brani di ruspante ed aggressivo garage eseguiti dai messicani Los Explosivos, Hey Monstro!!! e Largate de Aqui!!! (Groovie R., 2009) ed un singolo di Os Haxixins (Groovie R., 2008), Depois de um Lsd ed Espelho Invisivel, due episodi precedenti l’album "Under The Stones", ma già messaggeri di quel suono organistico quasi mistico e del vocalismo dolente che distingue i brasiliani dalle altre garage-bands contemporanee.
Anche gli Hangee V hanno inciso recentemente per l’etichetta portoghese un 7’’ (Groovie, 2010) con due brani di surf-garage dal sapore squisitamente criptico, lo squadrato strumentale Minus One e la concitata Old Shadow, caratterizzata dai vocals sguaiati di Piergiorgio e dall’organo di Marcello.

video/brani
Os Haxixins: Depois de um Lsd
Hangee V : Martian Pyramid Stomp

La Groovie Records é attivissima: in uscita
Dara Puspita (Indonesia) - The Garage Years (1966 - 1968),
A Bolha (Portogallo) - Um passo A' Frente
Brazilian Nuggets Back From the Jungle!!
The Phantom Surfers & Dick Dale - Conquer Your World
Parallelés (Brasile) - Vocé Sò Corre / Juan Mirò - 7"


Wally Boff

Groovie Records
GroovieRecordsMyspace

THE DAMNED: ANNULLATA TOURNEE ITALIANA

Sono state annullate le tre date italiane della tournée dei Damned (previste per il 21, 22 e 23 ottobre). I motivi, cosi' annuncia il sito ufficiale della band, sono da ricercare nelle condizioni di salute attuali di Dave Vanian, che gli impediscono sia di viaggiare che di esibirsi in concerto. 

(febbraio 2009) - video di 
Marco "marcxramone" Colasanti 

mercoledì 20 ottobre 2010

BORDER LINE ROCK SPECIAL - WAYNE /JAYNE COUNTY: "Pioniera e Sopravvissuta del Punk"

Premessa
Capita spesso quando l’amore per un determinato artista spinge ad approfondire la conoscenza dello stesso al fuori dei parametri musicali, di andare incontro ad una scottante delusione. Quando ad esempio intraprendiamo la lettura di una (auto) biografia, possono accadere sostanzialmente due cose: nel migliore dei casi il protagonista si rivela anche un buon narratore, a volte coadiuvato da un giornalista che funge da lente di ingrandimento, ed è capace di presentare gli avvenimenti salienti con il necessario distacco che attrae il fruitore senza appesantire la lettura.
Viceversa ci troviamo, nella maggioranza dei casi, di fronte ad una vera e propria agiografia condita di invenzioni, che hanno certo il difetto di essere false, ma almeno mettono un po’ di sale ad una storia che non si vuole ammettere sia stata più piatta della routine del ‘comune mortale’.
Quando ci avviciniamo ai nostri eroi, attraverso una lunga intervista, un libro, o li conosciamo di persona, possiamo notare che sono molto pochi quelli capaci di raccontarsi, di spiegarci esattamente cosa sta dietro la loro arte, e di contestualizzarla all’interno di un periodo o di una scena musicale (sempre che sia di nostro interesse venirne a conoscenza).
Se ad esempio, volendo approfondire la storia del variopinto fenomeno socio- culturale, più o meno universalmente denominato come Punk, sfogliassimo il testo fondamentale "Please Kill Me" (di L. McNeil e G. McCain), noteremmo a volte con un’amara constatazione, che i personaggi di punta, le star, gli dei dell’Olimpo (Debbie Harry, Iggy Pop, Richard Hell) sono in verità i titolari delle affermazioni più banali, sciatte e superficiali dell’opera; al contrario, le dichiarazioni più interessanti e gli aneddoti più “succosi”, ci sono offerti da personaggi che non hanno mai raggiunto lo status di celebrità, collocati più o meno in secondo piano rispetto ai pezzi da novanta (managers; Djs; groupies;bassisti; pubblico).
La storia che stiamo per raccontare, potrebbe contenere tanto Sesso quanto quella dei Kiss; Droga quanto quella di Keef Richards, e Rock ‘n’ Roll quanto quella di Jerry Lee Lewis, ma ci occuperemo di altro. Meglio, non mancherà il famigerato trittico succitato, ma fungerà esclusivamente da corollario ad un’esistenza già di suo incredibilmente accattivante. Wayne/Jayne County, gli occhi e le orecchie del Max’s Kansas City e del CBGB’s, gli occhi e le orecchie del Punk.


Wayne County: la preistoria
Wayne (dal 1979 Jayne) County, nasce nel 1947 come Wayne Rogers nella Dallas della Georgia, vicino ad Atlanta, U.S.A.. Dal ’66 comincia a recitare in pièce teatrali d’avanguardia, prima ad Atlanta ed in seguito a New York, in compagnia dell’amica Cherry Vanilla. Nel ’68 si trasferisce a New York City, dove fin da subito inizia a fare parte del tessuto underground della città e partecipa alle storiche rivolte che caratterizzano quell’anno. In questa fase diventa cruciale l’amicizia con Jackie Curtis. È fondamentale l’influenza di Curtis sulla decisione di decollare definitivamente come artista transgender, impegnata su più fronti artistici, dal cinema al teatro fino all’ambito musicale. Grazie ad Andy Warhol ed alla Curtis, nel 1969 appare in "Femme Fatale", produzione allestita da quest’ultima, e che prende il nome dalla canzone di The Velvet Underground and Nico. Dopo la prima serie di rappresentazioni, County si trasferisce a Londra, con tutto lo staff di N.Y., per mettere in scena l’opera.
Gli allestimenti di Femme Fatale ed in seguito di "Pork" (di Andy Warhol), presso la Roundhouse di Londra, catalizzano l’interesse di una grande parte del pubblico alternativo nonostante il boicottaggio della stampa inglese, nauseata e sconvolta da una messa in scena che comprende sesso selvaggio, coprofagia, allucinanti bizzarrie di luce, colori e spoken word, nonché l’utilizzo di liquidi vari.
Angela e David Bowie, sono estasiati da questi nuovi, truccatissimi personaggi ed anche il management di Bowie intuisce che Wayne ed il cast di Pork, rappresentano una vera fonte di inesauribili input per la creazione di un personaggio realmente istrionico, in grado di seppellire (almeno per gli anni a venire) l’immagine di timido freak affettato che David non riesce a scrollarsi di dosso. Wayne e tutto il cast sono assunti in blocco: il trucco, il latex, le sopracciglia rasate ed il Rock ‘n’ Roll, si gettano qui le basi di Ziggy Stardust.
Nel 1972, Wayne forma la sua prima band, i Queen Elizabeth, che si muove sulle coordinate di un protopunk seminale. Risale proprio a questo periodo un concerto a N.Y. che vede Wayne fare gli onori di casa,per una band di Detroit che per la prima volta suona in città, i Kiss. Nonostante faccia parte del roster del management di Bowie, la MainMan Artistes LTD, la band non riesce a pubblicare nulla. La compagnia discografica investe circa 200 mila dollari, per filmare l’intero show del 1974 "Wayne County At The Trucks", che prevede numerosi cambi di abito ed il materiale sonoro più sconvolgente fino ad allora prodotto dalla band. Alcuni critici sono concordi nell’affermare che lo show sia stato qualcosa di più di una fonte di ispirazione, per il "Diamond Dogs Tour" di Bowie, e County sostiene che la sua canzone Queenage Baby sia in effetti un prototipo della popolarissima Rebel Rebel del Duca Bianco. Nello stesso anno Wayne forma Wayne County and the Backstreet Boys.
Tuttavia, il panorama musicale underground dei primi anni ’70, risulta particolarmente asfittico (in particolare rispetto al decennio precedente, prescindendo da ogni considerazione sul panorama attuale…), soprattutto negli Stati Uniti. Bisognerà attendere il 1976 per assistere ad un poderoso rinascimento della creatività, che si espanderà senza barriere geografiche e di ceppo sociale. E’ risaputo che la fine del conflitto in Vietnam, quella fine, fu la pietra tombale della contestazione e della controcultura: l’idealismo, il genio e l’eccentricità celebrati nei 60’s, lasciarono spazio al riflusso, esaltazione della mediocrità e dell’individualismo, come conseguenza anche della crisi petrolifera e del terrorismo internazionale, che sancirono la prima grande crisi del capitalismo mondiale, oltre che un’escalation della violenza e della criminalità giovanile. Soprattutto negli adolescenti, le ferite dovute ai fallimenti delle proteste studentesche e delle rivoluzioni ipotizzate durante il periodo ‘hippy’, aprirono la strada a quella filosofia di vita nichilista, apatica, ‘bored’, che caratterizzerà tutta la parte creativa e sovversiva del Punk e sarà appunto denominata ‘teenage depression’.


The Beginnings: My Idea Of Fun
Con i Backstreet Boys, Wayne è di scena regolarmente al CBGB’s ed al Max’s Kansas City ed appare assieme a Suicide, Pere Ubu, Cherry V
anilla e The Fast nella compilation "Max's Kansas City: New York New Wave (1976)", con il brano Max's Kansas City, composto nel ’75 e pubblicato l’anno successivo. Il brano è il primo di Wayne a raggiungere una certa notorietà, grazie al fatto che diventa immediatamente l’inno del locale, del quale tra l’altro Wayne è diventato resident Dj, ed è una felice istantanea della scena musicale cittadina, declamata con toni ‘loureediani’. Occorre notare che, fino alle uscite più recenti di 3/4 anni fa su Poptown Rec., Max's Kansas City è rimasto per lungo tempo l’unico disco che Jayne fosse riuscita a pubblicare negli States.
Nello stesso periodo prende parte al film "The Blank Generation (1976)", diretto da Amos Poe ed Ivan Kral, che può a tutti gli effetti essere considerato una pietra miliare del mondo della sottocultura, essendo una realistica panoramica del Big Bang in atto a New York.
L’anno di grazia del punk 1977, il fatidico ’77, porta con sé la definitiva consacrazione della nostra eroina. Quando si trova a Londra, County respira il fermento del nascente punk inglese. L’Inghilterra adotta Wayne, che nella City sente di fare parte di una scena, più di quanto le sia mai successo a N.Y. Questo forse è il destino dei ‘prime movers’ che molto raramente sono profeti in patria.
Se infatti la nascita a N.Y. della fanzine Punk Magazine di Leighs e McNeil, 1977, viene per consuetudine utilizzata come spartiacque per la nascita di tutto il fenomeno comunemente riconosciuto come Punk (nella sua accezione più ampia), è innegabile che ben poco ha in comune lo stile selvaggio e rabbioso di Wayne con l’approccio ‘arty’ di formazioni come Television o Talking Heads o con le aperture a là ‘hippy fuori tempo massimo’ di Patty Smith. Probabilmente, come ebbe a riconoscere la stessa Jayne, la differenza sostanziale di approccio tra questi modi diversi di intendere il Punk, ruota attorno ad un unico concetto: 'Fun'.
Fun, divertimento, selvaggio, epidermico, che frequentemente viene associato all’idea di libertà e spensieratezza, che sprizza dalla musica e dai costumi che hanno contraddistinto gli anni 50’ e 60’. Immaginario che si caratterizza attraverso le Cadillac, la lacca e la brillantina, il ballo delle high schools, le tavole da surf, etc... Nella seconda metà dei settanta, peraltro in corrispondenza della morte de re del Rock’n’Roll Elvis Presley, si assiste alla riscoperta nostalgica delle sonorità (Rockabilly, Beat e Garage soprattutto) e della moda dei decenni precedenti, soprattutto negli U.S.A.: è il fenomeno Graffiti, la popolarità del quale è testimoniata dal successo planetario di musical e pellicole cinematografiche come "Grease" o "Rock’n’Roll High School", solo per citare i più noti episodi che hanno fatto saltare il botteghino.
Il revival dei fifties e dei sixties porta alla riscoperta del formato a 45 giri, assieme all’esplosione delle radio “pirata” ed alla diffusione della stampa alternativa (sia sotto forma di fanzine, che di riviste dall’approccio più professionale come Trouser Press e Creem, in particolare con il contributo di Lester Bangs). Il 7 pollici riscuote un grandissimo successo per la sua facilità di fruizione, e si colloca da subito come primo passo per ogni garage band che ha fatto sua la filosofia del ‘Do It Yourself’. Radio e stampa alternativa iniziano ad essere indispensabili per i ragazzi che vogliono essere informati sulle novità che escono dai ‘sotterranei’.
Nichilismo e teenage depression da una parte; graffiti e fun dall’altra, è dall’incontro-scontro di queste due componenti che si genera il nuovo punk rock. Ed è proprio la presenza nella loro musica di entrambe queste caratteristiche, a fare in modo che formazioni seminali come Stooges, Mc5, New York Dolls, Dictators e Wayne County and the Backstreet Boys siano riconosciute come parte integrante del fenomeno Punk, anzi ne costituiscono in tutto e per tutto gli albori.
E’ sicuramente destino che sia proprio un altro prime mover della scena punk americana, il mitico Handsome Dick Manitoba, frontman dei Dictators, a rendersi protagonista, assieme a Wayne, di uno degli aneddoti più controversi della storia del genere: la famigerata rissa County Vs Manitoba. Durante un concerto degli Electric Chairs al CBGB’s, Manitoba continua ad interrompere Wayne, apostrofandolo ‘checca’ ed urlando durante l’esibizione. Quando poi Manitoba cerca di salire sul palco, County afferra l’asta del microfono e lo colpisce con forza, fratturandogli una clavicola. Sussegue un ulteriore parapiglia, al termine del quale Handsome Dick è portato fuori dal locale, e Wayne County può terminare lo show. Dopo questo episodio County aspetterà la vendetta dei Dictators, che per fortuna non arriverà mai, anzi dopo qualche anno i due divideranno nuovamente il palco. Si può comunque affermare che il grande scalpore che aveva destato la rissa, sia stata un’ottima pubblicità, per anni, a vantaggio di entrambe le parti.

London Calling

A Londra è il Roxy Club a fare le veci di Max’s e CBGB’s. Ex gay bar, frequentato dai coniugi Bowie e dal cast di Pork, il Roxy offre spazio per drag performance e concerti. Durante il suo esordio nel locale, Wayne si esibisce nella sua classica e cattivissima parodia di Patty Smith, una ‘Ratty Smith’ impegnata nella recitazione dei versi di Horses. Il Roxy era frequentato dalle band più in vista della scena britannica: Clash, Sex Pistols, Siouxie and the Banshees, Buzzcocks, Xray Spex, e Jayne ricorda come fosse presente più di un omosessuale in ogni line up. E’ importante sottolineare che appunto la presenza di gay, era molto più ben accetta di quanto comunemente si ritiene. Il machismo ha attecchito con la seconda ondata del cosiddetto ‘fake’ punk, i cui clichè furono dettati dalla ‘cultura’ skinhead.
County sottolinea la connessione, consapevole, tra prime movers del punk e glammers: in molti casi si trattava anche delle stesse persone, sia negli Stati Uniti sia in U.K.. Il cambio di look sostanziale riguardava il vestiario, mentre le acconciature richiamavano ancora apertamente l’estetica glam (fortunatissima e indimenticata ad esempio l’"Orange Bowie" che assunse al rango di classico del look). In questa prima fase, la maggior parte dei capi indossati dai kids, erano elaborati e costruiti a mano, solo successivamente le boutique fiutarono l’affare e provvidero ad elaborare nuove linee di vestiario ‘punk’, con buona pace per la creatività. Per le ragioni di cui sopra questo ensemble rockettaro, multicolore e sessualmente ambiguo, prese il nome di ‘Cosmetic Punk’ (sia al di qua che al di là dell’oceano) e può a ben vedere essere considerato l’humus del Goth Rock in divenire.
Un luogo comune che Wayne contrasta con forza è l’assunto secondo il quale Johnny Thunders avrebbe avuto un ruolo importante nella diffusione dell’eroina nella scena musicale inglese di quel periodo. County fa notare come nel ’76-‘77 Lou Reed e Iggy Pop fossero già conosciuti ed apprezzati, ed il loro atteggiamento talora celebrativo nei confronti delle droghe, fosse già stato d’esempio per i fan prima dell’avvento del punk su larga scala. Volendo andare ancora più a ritroso, sarebbe possibile riconoscere Jagger, Richards e Faithfull come promotori di una certa disinvoltura riguardo agli oppiacei et similia, che aveva coinvolto la generazione hippy. Wayne ha sempre trovato abbastanza ingiusto l’attacco a Johnny Thunders su questo aspetto, considerandolo non più ‘colpevole’ ad esempio di Sid Vicious che era idolatrato dai suoi giovani fans (Sid è morto all’età di 21 anni).
Wayne County, Ramones e HeartBreakers trovano in Inghilterra bands e kids totalmente scatenati in preda ad un entusiasmo che correttamente si può riassumere con ‘raw power’, potenza grezza. Si sentono molto più apprezzati e si riconoscono nelle sonorità e nell’attitudine delle nuove bands inglesi, e non sentono di far parte della scena emergente degli states.
Londra diventa il fulcro centrale della vita artistica di Wayne, dal quale lanciare ‘l’offensiva’ per la conquista degli U.S.A. E’ qui che dà vita a The Electric Chairs, formazione che nei mesi a venire rilascerà l’EP "Electric Chairs 1977" (su Illegal Rec.) ed il prorompente inno Fuck Off (su Safari Rec.).
Nello stesso periodo Wayne fa la conoscenza del regista Derek Jarman, il quale la scrittura per il ruolo di ‘Lounge Lizard’ nell’imprescindibile e seminale "Jubilee (1977)", punk cult movie, che vede anche la partecipazione di Adam and the Ants, The Slits, Siouxsie and the Banshees e Brian Eno. Dopo un breve tour europeo, all’inizio del 1978 Wayne County and The Electric Chairs danno alle stampe il loro primo LP, omonimo, e l’EP "Blatantly Offensive", entrambi contenenti Fuck Off e
Toilet Love, sempre per la Safari. Oltre a questi due celebri pezzi, l’album "The Electric Chairs" (che è ascritto all’omonima formazione), mette in scaletta: Big Black Window con un vigoroso riff di basso, di nuovo Max's Kansas City, l’incalzante "Out Of Control", con incedere proto hard spesso utilizzata per concludere le esibizioni dal vivo, "Rock'n'Roll Resurrection", che parla della morte di rock star come Janis Joplin o Jim Morrison, e l’esilarante Bad In Bed. Ma la canzone più significativa del lotto è probabilmente Eddie & Sheena, che mette in scena la love story fra la punkette Sheena e il teddy-boy Eddie, di nuovo l’incontro-scontro, amore-odio tra Teenage Depression e Graffiti, che è il vero ingrediente base del Rock’n’Roll di Wayne County. Blatantly Offensive invece presenta la divertente Mean Muthafuckin Man, con botta e risposta tra cantato e parlato, e la cover Night Time dal repertorio degli Standells.
Nello stesso anno, dopo avere dato spazio al tour promozionale del primo album, la stessa formazione rientra in studio per registrare "Storm The Gates Of Heaven (1978)". Il disco presenta una produzione un po’ più a fuoco rispetto alle prime uscite, dalle taglienti atmosfere punk, soprattutto per quanto riguarda le chitarre. Entrambi i chitarristi sono stati sostituiti e lo strumento in generale apporta sonorità piene, più vicine al sound Gibson. Storm reca con sé alcuni brani che entreranno immediatamente in scaletta e tuttora ne fanno parte: la spigolosa e stoogesiana Mr. Normal, dilatata fin all’inverosimile durante le esibizioni live, che si accanisce contro il conformismo, il machismo e la guerra; la struggente Man Enough To Be A Woman, electric ballad che affronta il tema della vita artistica e non delle persone transessuali, (sarà infatti questa canzone a dare il titolo all’autobiografia pubblicata da Jayne nel 2002). Menzione assolutamente obbligatoria per la cover di I Had Too Much To Dream Last Night degli Electric Prunes, ennesima dimostrazione di riconoscenza verso il decennio che partorì tra le altre cose l’amato Psychedelic Rock. Questa canzone da subito diventa un cavallo di battaglia, e l’immarcescibile Jayne ostinatamente continua a proporla anche attualmente con diversi arrangiamenti.


La fine del Punk e degli Electric Chairs
L’atmosfera nella band non è delle più idilliache e si iniziano a registrare i sintomi di una rottura che non tarda ad arrivare. A suggellare la fine dell’accordo con la Safari arrivano infatti l’LP "Things Your Mother Never Told You (1979)" ed il "Live Rock and Roll Resurrection (In Concert)" (1980). L’album in studio, pur essendo di buona fattura, è il primo a non presentare singoli di un certo successo, Wonder Woman a parte, ruvido rock’n’roll a metà strada tra Personality Crisis e
Do You Remember Rock’n’Roll Radio. La title track è una lunga song la cui struttura prevede l’alternanza di due diversi climax, un po’ alla maniera di Stranded In The Jungle dei New York Dolls; Boy With A Stolen Face ripercorre i sentieri del Lou Reed più anfetaminico come già fatto per l’inno Max’s Kansas City; Uncontrollable invece riconduce ad atmosfere alla Ramones del ‘secondo periodo’, quello della collaborazione con
Phil Spector.
La band si scioglie e County lascia il Regno Unito, per fare ritorno negli U.S.A. in compagnia del chitarrista Eliot Michaels. Proprio in questo frangente prende la decisione di lasciarsi alla spalle ‘Wayne’, per diventare a tutti gli effetti ‘Jayne’, sul palco e nella vita. Rock and Roll Resurrection (In Concert) viene infatti attribuito a Jayne County & the Electric Chairs.
Questa esibizione della band, a Toronto durante la notte di capodanno del 1979, è considerata un’importante testimonianza dal vivo, vista anche la drammatica scarsità di live album di qualità, nel periodo in esame. Lo show coglie la leader ed i suoi seguaci in stato di grazia, ed è una vera e propria corsa sulle montagne russe attraverso un repertorio che mischia sapientemente alcuni classici di Jayne (Fuck Off, Stuck On You, Cream In My Jeans); il nuovo materiale, e le immancabili ‘pepite’ provenienti dal garage rock più oscuro, in questo caso la spigolosa e martellante Hanky Panky di Tommy James And The Shondells.
Nel 1983 ritorna a New York per prendere parte alla rappresentazione teatrale "Les Girls" con Holly Woodlawn (peculiare la coincidenza che vuole che Jayne abbia stretto rapporti di collaborazione ed amicizia con Woodlawn e Curtis, entrambe titolari della dedica di una strofa della celebre Walk on the wild side di Lou Reed, Holly la prima (Holly came from Miami FLA), Jackie l’ultima (Jackie is just speeding away).
Negli anni successivi, si stabilisce nuovamente a Londra e ne approfitta per lavorare ad un nuovo LP, impegnandosi anche per il conseguente tour. Nel 1987 esce infatti "Private Oyster". Questo album coglie, almeno in parte, l’obiettivo di rilanciare la notorietà di Jayne, che per la prima volta pubblica un disco solamente a suo nome. In scaletta ci sono nuovi brani e successi del passato reinterpretati, ma è la produzione troppo levigata ad affossare le dinamiche rock del nuovo combo di musicisti che affianca County. Sorte che purtroppo questa uscita condivide con innumerevoli prodotti coevi. Oltre alle riproposizioni di Bad in Bed e Are You a Boy or Are You a Girl, che tuttavia non fanno poi rimpiangere troppo gli originali, trovano spazio nella raccolta due esilaranti rock’n’roll songs: I Fell in Love with a Russian Soldier e The Lady Dye Twist, l’ultima in particolare dove County ‘pretende’ un matrimonio proprio come quello di Lady Diana.

Dagli anni '90 ai giorni nostri
Con l’avvento dei ’90 si manifesta la possibilità di ristampare il materiale degli esordi. In particolare il CD "Rock & Roll Cleopatra" racchiude le prime incendiarie tracce dell’incredibile era su Safari Rec. Il 1993 vede l’uscita del LP "Goddess Of Wet Dreams".
Il 1995 è invece caratterizzato da un’intensa attività: l’LP "Deviation"; la partecipazione a "Wigstock: The Movie", regia di Barry Shils, testimonianza filmata dell’omonimo festival della Drag Music, che si tiene ogni anno a New York; e soprattutto la pubblicazione dell’autobiografia "Man Enough To Be A Woman". Da allora, diverse nuove canzoni sono uscite attraverso il sito ufficiale di Jayne o sotto forma di tracce live. Buona parte di questo materiale è stata selezionata dall’etichetta Ratcage per la raccolta "So NewYork".
La Faang Rec. ha pubblicato nel 2002, un Live show registrato durante il compleanno di Jayne "Wash Me In The Blood (Of Rock & Roll)- Live at Squeeze Box" , che vede la nostra impegnata tra l’altro in un duetto con Handsome Dick Manitoba dei Dictators, a sancire la pace fatta dopo la mitologica rissa del 1977.
Avvicinandoci ai nostri giorni, è fondamentale sottolineare l’uscita ufficiale di Wayne County At The Trucks, show del 1974 prodotto dal management di David Bowie, per la sempre attivissima Munster Records (2006). Questa live performance al Westbeth Theatre di Manhattan, costituisce allo stesso tempo un documento di notevole importanza storica ed un utilissimo compendio per chi per la prima volta, volesse fare la conoscenza di questa emblematica figura tra(n)sversale che, pur non raggiungendo la fama di colleghi illustri (e non), ha saputo come pochi altri slegare la propria immagine ed attività da un periodo storico limitato, per diffondere al contrario una peculiare visione della musica (e perché no della vita), che si pone in modo diametralmente opposto rispetto alle briglie del reducismo tout court, che ci vediamo propinare sempre più di frequente.
A partire dal 2007 Jayne ha collaborato con il power punk trio She Wolves, pubblicando alcuni singoli su Poptown Records, tra i quali ricordiamo Razor Clam e California Uber Alles. Con questa formazione, County ha partecipato al tribute album dedicato a The Fuzztones Illegitimate Spawn, con You Tarzan, Me Jayne, divertente reinterpretazione della Me Tarzan, You Jane della band di Protrudi.
Nell’ultimo periodo Jayne che si definisce Rock and Roll Nurse and Anti War Activist, ha dato sempre più spazio alla sua lotta politica, in favore della tolleranza e dei diritti umani (non solo quelli di persone omo o transessuali). Gestisce molto attivamente il suo blog Rock and Roll Anti RepubliKKKan League su blog spot e My Space, coadiuvata da Shaun Morris. I suoi ideali pacifisti ed anticapitalisti, paradossalmente ma neanche tanto, la collocano come la cosa più vicina a Karl Marx che sia mai uscita dal rock'n'roll.

Filippo Ricci

Fonti bibliografiche:
Legs Mc Neil Gillian Mc Cain: Please Kill Me, il Punk nelle parole dei suoi protagonisti
Piero Scaruffi
Punk77 (UK):
Intervista con J.J. Johnson batterista Electric Chairs
Punk77 (UK):
Intervista con Jayne County del 2005


Video/brani
I Had Too Much to Dream, 1978
Fuck Off
Cream In My Jeans, 1978
Are You A Boy or Are You a Girl?
Storm The Gates of Heaven
The Fast & Jayne County, "Max's Kansas City" 1979
Interview German RockPop 1979
Wayne County & The Electric Chairs - Eddie And Sheena
Wayne County and the Electric Chairs- Putty (1978)
Jackie Curtis' Femme Fatale with Patti Smith, Wayne County, Penny Arcade
Wayne County & Queen Elizabeth Band 1972

Night Time
Bad In Bed, Live Edinburgh 1993

JayneCounty
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