venerdì 7 ottobre 2011

HUSHPUPPIES: “The Bipolar Drift” (release date: 21 marzo 2011, Differ-Ant)

La scena musicale francese non ha mai goduto di buona stampa dalle nostre parti, almeno per quanto riguarda la “nostra” musica. Infatti grandi elogi sono stati rivolti (a ragione, sia chiaro) verso i cantautori d'oltralpe, gente della caratura di Jacques Brel (belga, ma trapiantato) e Georges Brassens, oppure hanno riscosso simpatia personaggi anche notevoli, come il mitico Antoine, Nino Ferrer, o, ancora, grandi artisti come Gilbert Becaud e Serge Gainsbourg, ma pochissimo sappiamo della musica
più fuori dalle rotte usuali che, anche in Francia, esiste e prolifica. Questi Hushpuppies, per esempio, dalle nostre parti sono pressochè sconosciuti, ma, quintetto sudista di Perpignan trapiantato a Parigi, sono già al terzo lavoro sulla lunga durata, uscito dopo vicissitudini con la casa discografica precedente, la Diamondtraxxx, la difficile scelta dell'autoproduzione e la ricerca di una distribuzione che ha richiesto tempi lunghi, tanto che dall'uscita del precedente disco sono trascorsi ben quattro anni. Questo ha permesso ai nostri (volenti o nolenti) di aggiornare la loro scrittura da un garage-rock potente e rumoroso, con radici negli anni '60, ad un più ragionato post-punk anni '80, mantenendo tuttavia un approccio piacevolmente rilassato, che, per capirci, ricorda da lontano i grandi B52's, con qualche spruzzata di Depeche Mode, un pizzico di psichedelia e, addirittura, di kraut-rock. Il disco, cantato in inglese con inevitabile inflessione transalpina, parte alla grande con la lunga cavalcata elettrica di Open Season, che si trasforma verso la fine in una ballata a base di piano elettrico e chitarra psych, e con Okinawa Living Wage, dove le influenze new wave si fanno più chiare, tra chitarra con tremolo e sintetizzatori vintage. Un basso pulsante e un riff assassino introducono la breve, potente Stop, che ci porta verso il pezzo che ha preceduto in rete l'uscita del disco, l'ottima Low Compromise Democracy, in cui vi sfido a non sentire profumo di B52's. Ancora new wave e synth a palla nella seguente Zero One, che ci catapulta nei profondi eighties, seguita dalla lenta e sognante Every Night I Fight Some Giant, in cui la psichedelia prende il sopravvento e dall'anthem in puro stile Depeche Mode (quelli ancora in forma) Frozen Battle. Seguono A Dog Day, incalzante e distorta, Poison Apple, un trionfo di synth sul basso pulsante in puro eighties style, e gli ultimi due pezzi, Rodeo e Twin Sister, un po' sotto tono, come se fossero finite le idee. In definitiva un disco piacevole, divertente e tutto sommato inaspettato, vista la provenienza. Da ascoltare.
Luca Sanna

Differ-Ant/Hushpuppies




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