Non è facile “sognare” gli anni Sessanta come li sognano gli Out Key Hole. "Dreams in waking state" è un viaggio concettuale, prima che musicale, dentro la psichedelia più sballata e surreale dei sixties e dei suoi visitatori più visionari e outsider degli anni Ottanta come Plan 9, Eyes of Mind, Melted Americans, Plasticland, Laughing Soup Dish. Non ci sono concessioni al facile giro beat. Tutto qui è
risucchiato da un vortice di sonnolente ebbrezza post-trip, in un abile gioco cromatico che riesce ad evocare vecchi spettri psych che sembravano definitivamente stati ricacciati nell’ oblio, soffocati da centinaia di dischi scolastici e senza un briciolo di inventiva.
Out Key Hole percorrono strade malagevoli che solo i vecchi amanti dei prati LYSergici delle band pre-freak degli anni 60 potranno praticare fino in fondo. Gli altri, quelli che si cibano di paccottiglia precotta, non ne traeranno benefici immediati. Il suono della band di Messina sceglie sagome dai contorni deformati, con un uso sapiente della strumentazione vintage ma soprattutto con grande equilibrio visionario nella fusione dei volumi e dei suoni che rende l’ idea di una musica lievitante e multidimensionale. Tra le tante figurine doppioni che mi sono ritrovato quest’anno sull’ album del campionato mondiale sixties-punk 2010-2011, finalmente una che mi mancava. Quasi quasi non la appiccico nemmeno.
Franco Lys Dimauro
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