martedì 5 luglio 2011

BLACK ANGELS: “Phosgene Nightmare E.P.“ (2011 Ada)

Della serie “battiamo il ferro finchè è caldo”: i Black Angels approfittano della luce dei riflettori puntati su di loro, specie negli ultimi tempi. Nel giro di pochi mesi infatti, mentre Telephone, brano tratto dall’ultimo full lenght "Phosphene Dream" è stato inserito in un noto spot pubblicitario, sono usciti "Another Nice Pair", ristampa in un unico volume, dei primi due validissimi ep (l’omonimo del 2005 e "Exit" del 2008), nonché un succulento live in DVD di ottima qualità sia audio che video dal titolo "Rockpalast 2011", altrettanto consigliato.
Ma volevamo perderci l’occasione del Record Store Day senza pubblicare qualcosa? E no: ecco infatti pronto questo simpatico titolo confezionato in formato 10 pollici di vinile bianco limitato in 5000 copie a far la gioia di collezionisti e amanti degli angeli neri. La band neo-psichedelica texana da 6 anni si sta facendo conoscere sguazzando in quel bagno amniotico nell’utero della migliore psichedelia a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Appropriatisi di uno stile che è diventato il loro marchio di fabbrica, immediatamente riconoscibile nella voce di Alex Maas, a metà tra un Jim Morrison e un Roky Erickson, i “vellutati” tappeti ritmici, e le chitarre che insieme alla Farfisa si fondono in trame acide e dense. Le sei tracce qui presenti sono una collezione di inediti e B-sides registrati durante le sessions di "Phosphene Dream", album che già li vedeva allargare i propri orizzonti, orientandosi verso ovest per andarsi ad asciugare al caldo sole dell’estate dell’amore tra cuscini surrealistici, sentieri per la felicità e fumetti di Robert Crumb.
La cupezza dark dei loro esordi sembra via via sfumata nel tempo, ma le ansie che animavano le passate generazioni sono in egual modo quelle che questi cinque giovani condividono con lo stesso spirito di contestazione. La presa di coscienza giovanile, il senso di colpa di una nazione, ispirano le tematiche pacifiste ricorrenti nelle loro canzoni (il fosgene era un gas utilizzato nella prima guerra mondiale), che purtroppo rimangono sempre attuali, anche quando non si tratta più di Vietnam; l’inno americano è sempre lo stesso così come la bandiera e i suoi presidenti, anche se non c’è più Jimi Hendrix a suonarcelo. Senza bisogno di aspettarsi la nuova summer of ’69, possiamo considerare questo oggetto complementare un ennesimo lavoro piacevole e ben riuscito; unica pecca la non facile reperibilità riservata alle edizioni per il Record Store Day, cosa di per sé un po’ antipatica. Ma come detto prima le alternative per questa band non mancano e potendo ripiegare su una qualsiasi di esse, compenserete meritevolmente. Fin qui ottimo lavoro per i Black Angels, che ancora una volta scongiurano il rischio di rimanere imbrigliati in un’identità “ingombrante”, che da una parte sta facendo la fortuna della loro sorte, ma che come sovente capita in casi analoghi ne decreta la fine in termini di creatività. Peace and love.
Federico Porta

Melanie's Melody
Choose To Choose

The Black Angels My Space