Eccoci a voi dopo un intervallo di tempo piuttosto lungo con una nuova (anche di nome) fantasmagorica ACID FOLK & OTHER WONDERS Selection (Acid Folk, Prog Folk e dintorni) del nostro ‘specialista’ nel genere Walter Pasero. Proseguiamo quindi con instancabile entusiasmo le nostre peripezie: lo scopo è sempre quello di aprire squarci ‘luminosi’ in un macrocosmo sonoro ancor poco conosciuto, quello dell’Acid Folk/Prog Folk, magicamente al confine tra suggestioni/territori diversi ed incantevoli, ormai dai contorni decisamente ‘mitici’ e seminali. In programma brani dal fascino atemporale di Storyteller, Fresh Maggots, Joker’s Daughter, Dulcimer, Morning Dew, Jumble Lane, tutti collocati nel biennio 1970-1971 (con una sola eccezione) con tutte le info relative (come sempre) ed i commenti personali di Walter. We hope that you like it! (wally)
STORYTELLER: Alice Brown (“Storyteller”, 1970/Transatlantic)
Inglesi. Particolare brano di acid-folk intriso di effetti strumentali mesmerici e vagamente ipnotici. I cori che accompagnano la voce narrante donano al pezzo un fascino magico e imperscrutabile. L'andamento ritmico crescente e l'intreccio delle voci è tutto intarsiato sulle immagini fantastiche e poetiche della song che invita Alice Brown a ''perdersi'' per poi ritrovare, finalmente, le figure quasi reali di un mondo incontaminato e dipinto con i colori dell'innocenza.
FRESH MAGGOTS: Rosemary Hill (“Fresh Maggots”, 1971/RCA)
Capolavoro assoluto dell’ acid folk britannico per questo talentuoso duo inglese. Il tema dell'innocenza torna come filo conduttore in questo secondo brano di questa selezione. Un incantesimo sonoro ipnotizza gradualmente l'ascoltatore, attraverso una melodia seducente e magica. Il cristallino tappeto armonico cesella ricami melodici e sublimi che cullano l'ascoltatore e lo riportano all'innocente atmosfera della fanciullezza. Un ancestrale ''percorso interiore'' quello di Rosemary Hill, cantata dai Fresh Maggots. Momento di imprescindibile ascolto.
JOKER’S DAUGHTER: Go Walking (“The Last Laugh”, 2009/Team Love)
Dietro allo pseudonimo di Joker's Daughter si cela la splendida voce della londinese Helena Costas che ci regala uno splendido album ricco di umori indie folk elettronici. La canzone scelta è un autentica gemma, tra le numerose di questo album. La penetrante voce di Helena, si intreccia perfettamente con uno sfondo strumentale e sonoro imperioso e suggestivo. Gli effetti sonori, come il soffio di vento alla fine del brano evocano il senso di avventura ed attesa che questo pezzo lascia nell'ascoltatore, che è un po' il filo conduttore dell'intero lavoro della Costas. Il brano narra una leggenda, che come tutte le favole, lascia intravedere un fondo di verità: il bisogno di mettersi in cammino, consapevoli dei rischi che ci aspettano. Masterpiece assoluto.
DULCIMER: Starlight (“And I turned As I turned As A Boy”, 1971/Mercury)
Inglesi. Stupenda gemma estrapolata dall'altrettanto bellissimo 33 giri di questa leggendaria band britannica. Il pezzo è una splendida e inesorabile cavalcata prog/folk con intervalli decisi ed adeguati a tinte vagamente acide. Il pezzo non lascia un attimo di respiro all'ascoltatore, coinvolgendolo dal primo all'ultimo secondo. Una chitarra cupa e sapiente, unita a una sezione ritmica sostenuta dona al brano un incidere palpitante e notturno, ma dagli aromi malinconici.
Il pezzo inizia come una sorta di dichiarazione notturna, per sfociare, a tratti, in un cantato all'unisono grintoso e deciso. Il ritorno ai ritmi iniziali evoca un senso quasi di resa e abbandono, che non e' mai, in realtà, davvero tale.
MORNING DEW: Something you say (“Morning Dew”, 1971/Roulette)
Delicatissima ballata pop/folk per questa band americana di culto. Il pezzo è una dolcissima melodia, solare ed estremamente rilassante. L'ascolto ideale per un perfetto risveglio mattutino e per farsi idealmente coccolare da questa semplice e cristallina melodia. Il pezzo incanta per la sua bellezza semplice e senza fronzoli e per un tappeto sonoro morbido e disteso. Meraviglia.
JUMBLE LANE: Flutelode (“Jumble Lane”, 1971/Holyground)
Pezzo interessantissimo di questa oscurissima band presumibilmente inglese. Il gruppo licenziò il disco per la mitica etichetta britannica Holyground. Nota di merito per la la grandissima voce del cantante solista, che con adeguati cambi di tonalità e di ritmo regala al brano pathos e carica notevoli. il tappetto sonoro del pezzo aumenta di ritmo gradualmente grazie a una sezione ritmica più nervosa e decisa e un organo e una tastiera che producono un sottofondo vorticoso il quale ci accompagna fino al commiato finale. Ascolto consigliato.
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