sabato 19 marzo 2011

NICK DRAKE (16 giugno 1948- 25 novembre 1974) - " Things Behind The Sun": A very little story

"Drake resta oggi più che mai un artista emarginato con pochissime chance di un suo recupero critico e di popolarità a posteriori". L'anno era il 1986 e a scrivere queste parole era Luca Ferrari, autore di UN'ANIMA SENZA IMPRONTE, quella che per diversi anni é stata la prima - e unica - biografia di Nick Drake. Parole che con il senno di poi suonano strane o addirittura miopi, ma che in realtà fotogravano esattamente l'allora stato delle cose riguardo il menestrello di Tanworth-In-Arden. Semplicemente, le impronte di quell'anima dovevavo ancora affiorare...la vera riscoperta di Drake é partita, almeno, alla fine degli anni '80." (Antonio Puglia)

Così inizia la bella e particolareggiata postfazione curata da Antonio Puglia a "PINK MOON - Nick Drake", un agile libretto incentrato sul terzo capolavoro di Drake scritto da Amanda Petrusich (e tradotto sempre da Antonio Puglia) uscito da poco nel 2011 per la collana TRACKS della NO REPLY Ed., e che presto sarà recensito su Distorsioni. Spero gradiate come aperitivo "Things Behind The Sun": A very little story di Nick Drake" scritta dal nostro Alfredo Sgarlato. Lavori in corso per una seconda più corposa! (wally)


La vicenda umana di Nick Drake è una delle più toccanti nella storia del rock. Nacque in Thailandia, figlio di un ambasciatore, ma ben presto la famiglia tornò in Inghilterra. Si racconta di un infanzia felice in una famiglia molto unita. C’è però una biografia che parla di un grave trauma vissuto da bambino, ma senza specificare di cosa si tratti. Fin da piccolo Nick a volte si ferma in mezzo alla stanza assorto: ascolto la mia musica, dice alla madre. Alle superiori è molto amato dai compagni: è un ragazzo simpatico, con talento per la musica e lo sport. Certe sue stravaganze sono considerate dagli amici normali per un artista. Dopo il liceo fa una lunga vacanza in Francia, che ricorderà come il momento più bello della sua vita e da cui torna col primo demo. All’ università non passa inosservato: Drake è alto quasi 2 metri, ha lunghi capelli biondi, veste sempre di nero (all’epoca non è assolutamente di moda) e porta sempre con sé un libro di poesie di Rimbaud. Ma l’adolescente allegro è diventato un ragazzo timido e solitario. Forma un gruppo con un amico, ma esibirsi dal vivo per lui è una sofferenza.
Le pochissime uscite live bastano perché lo noti Joe Boyd, scopritore e produttore di Incredible String Band e Fairport Convention. Nick pubblica 2 dischi "Five Leaves Left" (River Man) e "Bryter Layter" (At The Chime Of A City Clock), canzoni acustiche e malinconiche, venate di folk e jazz, accolti dalla stampa come capolavori ma ignorati dal pubblico. L’insuccesso abbatte Drake, che abbandona gli studi e torna a vivere coi genitori. Passa giornate intere seduto su una panchina di fronte a casa. A un certo punto accetta di essere seguito da uno psichiatra. Per un po’ ricomincia un minimo di vita sociale e incide "Pink Moon", un disco per sola chitarra e voce, ma ben presto ripiomba nella crisi. (Place to Be)
Passa notti intere alzato a girare per casa. In genere la madre si alza a tenergli compagnia. Una notte non ce la fa e si riaddormenta. La mattina dopo lo trova morto, dopo un overdose di triptizol (è un antidepressivo). Non sapremo mai se casuale o voluta. Sul piatto c’è un disco di Bach.
Quando facevo il liceo girava una leggenda su Nick Drake. Si diceva che viveva in un grande castello con un cane un gatto e un pappagallo. Che un giorno decise di morire e fece un overdose fatale a sè stesso e ai 3 animali. Molte altre leggende girano su di lui, per esempio che fosse un ermafrodita. Non si è nemmeno mai saputo quale fosse l’esatta diagnosi dei suoi problemi psichici. La sua vita rimane misteriosa. La sua musica, troppo poca. In vita Nick ha pubblicato tre album. Altri tre sono usciti postumi, "Time of no reply", "(I was) Made to love magic" e "The complete home recordings".
I primi due coincidono in 7 o 8 canzoni su 13 (più una che è la stessa seppure in versioni molto diverse). Il terzo ha una qualità di registrazione ben oltre l’indecenza.
Alfredo Sgarlato
Nick Drake

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un vero artista, ancora troppo sconosciuto

SDH