sabato 19 novembre 2011

ONE DIMENSIONAL MAN: “A Better Man” (Uscita 28 giugno 2011, La Tempesta International/Lunatik)

# Consigliatissimo da DISTORSIONI

One Dimensional Man
Ricordo di aver visto One Dimensional Man live in un club della mia città, all’epoca del loro secondo album “One thousand doses of love” (2000), ad inizio terzo millennio, e di essere rimasto completamente stordito dalla ferocia noise del loro act, insidiata da spettri blues distorti e paranoici. Un approccio selvaggio e privo di compromessi che non
poteva non ricordare i grandi maestri rock dell’oltraggio, Stooges, Birthday Party. Già allora la band, guidata dal chitarrista Giulio Ragno Favero e dal frontman Pierpaolo Capovilla cantante/bassista si prefigurava quale una delle più fulgide espressioni della scena ‘altra’ italiana, molto vicina a quelle operazioni decostruttiviste di rock e blues che oltreoceano andavano facendo sin dagli anni ’80 Pussy Galore, Royal Trux, Jon Spence Blues Explosion.
One Dimensional Man si erano mossi in quella direzione sin dal loro primissimo omonimo lavoro del 1997. Nei due lavori successivi, “You kill me” (2002) e “Take me away” (2004) non abbandoneranno mai una benedetta, intransigente dimensione noise, pur veleggiando in Take Me Away verso atmosfere meno concitate, più marcatamente pop. Per ascoltare un nuovo lavoro di One Dimensional Man dovremo aspettare ben sette anni, durante i quali Capovilla e Favero, divenuto nel frattempo uno dei produttori più validi e ricercati dell’ambiente rock italiano, varano il nuovo grande progetto Il Teatro degli orrori (insieme al chitarrista Gionata Mirai ed al batterista Francesco Valente), portatore di una eccezionale dimensione sonica, ma diverso soprattutto da O.D.M. per l’adozione nei testi della lingua italiana che si sposasse con la ricerca di un’ espressività quasi cantautorale aggiornata ai tempi spietati che viviamo. Il Teatro degli orrori produce due grandi album, “L’impero delle tenebre” (2007) e “A sangue freddo” (2009) che fanno terra bruciata intorno a sé nella scena rock italiana per le innovazioni che esprimono, e che vanno idealmente a colmare il vuoto di produzione lasciato da One dimensional man, pur nella diversità dei due progetti. Ma non basta: l’ecletticità, il talento,di testi del grande poeta russo d’inizio XX secolo Vladimir Majakovskij, morto suicida nel 1930. Il reading è portato in tour da P. Capovilla e G.R.Favero dall’agosto 1910 per tutto il 2011, e culmina nella realizzazione del DVD “Eresia” (Auditorium Edizioni, prodotto da Minimal Cinema, Lunatik e Teatro degli orrori), ripreso il 28 Novembre 2010 a Faenza a chiusura della XIVa edizione del Meeting degli indipendenti.

"A Better Man" Tutte queste nuove esperienze artistiche non poteva non ripercuotersi sul nuovo lavoro di One Dimensional Man, “A better man”, uscito ad inizio estate 2011, dopo la pubblicazione nel 2010 del cofanetto “The Box” - contenente i primi 4 album della band - a ben sette anni (come suddetto) da “Take me away”: 11 brani che segnano una svolta incredibile di prospettiva nello stile della band, grazie ai quali possiamo finalmente, almeno questa volta, gettare alle ortiche espressioni troppe volte usate nelle recensioni degli ultimi tempi come ‘niente di nuovo sotto il sole’, ‘confermano il loro stile di sempre’ etc…. Capovilla, Favero e Luca Bottigliero (drums) sfoderano ciò che manca ad un buon 70 % delle bands italiane, coraggio ed azzardo nel ricercare soluzioni nuove, piani espressivi diversi e centrano l’obiettivo alla grandissima. “A better man” vive di un apparato sonoro e lirico sontuoso, epico, drammatico, crudele: mai come in questo caso brani immensi come This hungry beast, A measure of my breath, Fly, This strange disease giustificano l’uso di questi aggettivi. L’ossatura del lavoro è dato dai testi crudi, poetici, passionali di Rossmore James Campbell, pittore e poeta australiano: su di essi la band tesse intelaiature sonore imponenti, dal respiro barocco, una matura e meditata elevazione del proverbiale noise che caratterizza da sempre la band ad una dimensione sovrumana, nietzschiana: a tratti ad emergere (This crazy) è un tagliente afflato chitarristico post-punk ‘80 (i primi Banshees, Killing Joke).
L’impressione è rafforzata dalla potente forza declamatoria delle interpretazioni Pierpaolo Capovilla; il suo non è più ormai un semplice cantare: l’artista recita, declama, blandisce, striscia in The wine that i drink, This hungry beast, Ever smile again, This strange disease con la forza e l’esperienza di un attore consumato, padroneggiando la compagine strumentale che gli urge sotto con la sicumera arrogante di un mattatore e non fallisce mai. Particolarmente efficace Pierpaolo nella rivisitazione decadente dell’unica cover di “A better man”, Face on breast di Scott Walker (dall’album “Tilt”) e nell’iniziale pianistica, chiaroscurale A better man. Siamo alle prese con una sorta di album concept, un arco emotivo esistenziale pieno di contraddizioni , sussulti, speranze, cadute. Tanti gli ospiti del disco: Eugene Robinson degli Oxbow, Jhustin Trosper degli Unwound, gli italiani Sir Bob Cornelius Rifo di The Bloody Beetroots, Jacopo Battaglia di ZU –The Bloody Beetroots Death Crew 77, Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours, Enrico Gabrielli dei Calibro 35, Gionata Mirai de il Teatro degli Orrori, Francesco D’Abbraccio degli Aucan, Richard Tiso, collaboratore de Il Teatro degli Orrori ed al fianco di Capovilla, al contrabbasso, nelle date dei reading di Majakovskji. “A better man” è lavoro complesso, esagerato, visionario, dal fascino enorme: sarà difficile fare di meglio per i nostri Capovilla e Favero, ma noi ci crediamo!
Wally Boffoli

La Tempesta International
One Dimensional Man



2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma... sei sicuro? è 1 disco gonfio come 1 mongolfiera!

Pasquale ' wally ' Boffoli ha detto...

Scusa ma chi sei? Se non ti qualifichi non ti rispondo ...