giovedì 18 gennaio 2007

Collaborations; Recensioni / From The Past : ANIMAL COLLECTIVE : SUNG TONGS ( Fatcat Rec. -- 2004) by Antonio Vergari

Un flash sull'immenso e variegato panorama indie americano degli inizi nuovo millennio.
Il nostro giovane collaboratore Antonio Vergari, appassionato della materia, fà che questo disco non cada nell'oblio, complice il ritmo serratissimo (fatto positivo o no ? lascio a voi l'ardua risposta) del panorama internazionale di questi ultimi anni .
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ANIMAL COLLECTIVE, due musicisti che vengono dalla pancia della terra e profetizzano in sottofondo che in realtà lì ci siamo ancora tutti; sono Avey Tare e Panda Bear ( cioè David Porter e Noah Lennox), gente di New York che sta insieme dal 2000 e che con SUNG TONGS di album ne ha fatti 5.
Un disco che è lungo, con 11 pezzi lunghetti pure loro e in mezzo una cosetta stupefacente da meno di un minuto.
Le canzoni più corte (Leaf House, Who Could Win A Rabbit, Sweet Road) sono un piccolo avviso per la gente che riesce a credere che dalla pazzia si guarisca, che le visioni abbiano una durata sempre inferiore ai tre minuti, che pensa dopo l’ascolto che magari non ha buttato tutti i soldi in un disco che ha tutti gli altri pezzi lunghi e sbrodolosi.
In realtà sono argute, elettro-folk, ballabili e gutturali. Come tutto il resto.
Quello che rimane in certi istanti è sul romantico ottocentesco (= nostalgico) (i quasi 13 minuti di Visiting Friends, Mouth Wooed Her), in altri sempre folk primitivo retto da percussioni e un brodo di rumori e battiti elettronici da post rock e liquidi in ebollizione lenta (Kids On Holyday, Good Loving Outside, Whaddit I Done) .
We Tiger meriterebbe di essere ballata fino a perdere il corretto movimento delle giunture.
College è il dolcetto da sorpresa finale di 57 secondi.
I precedenti impegni che avevano preso si erano concretizzati in scene più movimentate e sulla fine del mondo musicale per come lo conosciamo e una rinascita in un tutt’uno di suoni che è la realtà per come dovrebbe apparire sin dalla fine, cioè dall’inizio.
Per me non sono affatto gli eretici della loro religione, la colpa è nostra e la dimostrazione è la copertina, una delle più belle di quell’anno, il 2004.


ANTONIO VERGARI

http://www.myspace.com/animalcollectivetheband
http://fat-cat.co.uk/fatcat/artistInfo.php?id=53

Sixties Culture / Collaborations : La Psychedelia targata BAM CARUSO : RUBBLE & PHIL SMEE by Marcello Rizza


Dopo gli U.S.A., articolo molto apprezzato in questo musicblog, l'amico bresciano Marcello Rizza ci offre un altro illuminante squarcio sul tema del recupero di prezioso ed oscuro materiale musicale sixties, psichedelico/britannico in questo caso.
Si aprano gli scrigni .....
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In ogni campo dello scibile umano esistono personaggi che, per passione o per mestiere, vengono considerati maestri indiscussi. Esiste un mondo musicale sixties alternativo dove un carissimo personaggio assurge a tale considerazione e levatura: PHIL SMEE .
Questo Signore, ricercatore di memorabilia e di piccole grandi gemme del rock britannico sixties, negli anni ’80 si è messa una tuta blu da lavoro, è sceso nelle cantine buie delle case discografiche inglesi ed europee e ne è ritornato sporco di polvere ma con in mano tanti piccoli grandi tesori musicali.
Con una raccolta principalmente incentrata su materiale psichedelico e popsike, senza disdegnare il panorama freak, garage e folk, ha realizzato in vinile, con la attenta e purtroppo estinta BAM CARUSO, un enciclopedico progetto denominato “RUBBLE” che si è sviluppato in 17 volumi, successivamente portati a 20.
Tanti gruppi e artisti, allora persisi e che parevano destinati all’oblio, oggi anche grazie ad opere come queste vengono rievocati, riscoperti, apprezzati anche più di quanto lo siano stati a suo tempo. Certi progetti musicali ambiziosi e/o sperimentali dell’infervorato periodo ’60 non furono capiti, troppo avanti per l’ascolto medio trasmesso nelle radio e subito passati di moda quando un pubblico più smaliziato stava diventando competente e disposto ad accettare certe sonorità. Ma questo non deve far pensare che la raccolta Rubble sia esclusivamente dedicata a brani oscuri o improbabili; tutt’altro!
La propensione popsike di alcuni dei 17 volumi fa sì che dalle vibrazioni del solco vinilico si sviluppino certe deliziose canzoni che, rese al pubblico da un cultore del rock, non si abbandonano a sciroppose litanie bensì a intelligenti e romantiche melodie.
Prendo ad esempio la gradevolissima ballata dei MODE, Eastern Music, che riesce a rendere una fusione di espedienti melodici richiamanti panorami di praterie attraversate a cavallo e arie orientali.
Certo non si potrà mai dire che nessuno dei brani di questa opera sia banale, scontata, prevedibile.
Chi cerca cose particolari, azzardate, non potrà non deliziarsi, per esempio, scoprendo la splendida Mother No-Head dei GROEP 1850 che, sviluppando il tema musicale popolare del San Martino Campanaro, in una nuova partitura dal narrato psichedelico e dal timbro vocale cavernoso accompagnato dai cori maschili e femminili che riecheggiano i Carmina Burana medievali e l’opera sacra, ne restituisce una credibile e originale Dies Irae in chiave rock!
Non sono i soli ad aver avuto l’idea di una fusion tra Dies Irae e rock, a partire dai nostri FORMULA 3 fino a episodi meno noti quale quello del gruppo tedesco GOLGOTHA nel 1972.
E vogliamo parlare del panorama eighties legato all’esperienza psichedelica ‘60 celebrato nel doppione Rubble 9 (esistono due Rubble 9!)?
Come si fa a non amare Slow Motion degli ATTRACTIONS…si…proprio quelli che hanno accompagnato per anni Elvis Costello! E l’elettrico menestrello PAUL ROLAND con la sua cantilenante Mad Elaine?
La Bam Caruso non c’è più. Ha chiuso i battenti da molti anni. Phil Smee continua a far bene il suo lavoro.
Con la TENTH PLANET ha curato la raccolta in 4 volumi “THE ELECTRIC LEMONADE ACID TEST ” regalandoci altre chicche del panorama sixties, come Billy The Monster dei THE DEVIANTS o Lady Mary dei THE SALLYANGIE, il primo gruppo formato da Mike e Sally Oldfield.
Oggi la label PAST & PRESENT ristampa tutti i volumi Rubble. Finiranno presto anche queste ristampe…e molti si morderanno le dita per non averle prese in tempo. Affrettatevi!

MARCELLO RIZZA