giovedì 12 aprile 2007

La TOP 3 della settimana, in collaborazione con UNDERGROUND, THE MUSIC STORE - Via Nicolò Dell'Arca n.3/A 70121 BARI -

Inauguriamo su MusicBox una nuova rubrica : la Top 3 della settimana, ovvero tre dischi a nostro parere tra i più validi usciti non necessariamente però in settimana. Diciamo in tempi (giorni, settimane, mesi) recenti !
Ci limiteremo ad una didascalia critica succinta ed indicativa, rimandandovi ad una recensione passata o prossima in cui saranno sviscerati più compiutamente i contenuti del dischi segnalati.
Non ci saranno voti in calce, non ci sono mai piaciuti !
Top 3 sarà on-line a giorni variabili ogni settimana, in collaborazione con UNDERGROUND THE MUSIC STORE di Ninni Portoghese, Via Nicolò Dell'Arca 8/a 70121 BARI .
(Tf. 080 5721239 - email : underground.bari@fastwebnet.it ).
Tuttii dischi segnalati sono disponibili o richiedibili presso UNDERGROUND BARI.
( a cura di Pasquale Boffoli e Ninni Portoghese) .
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LA TOP 3 della settimana (n°1) :



1) THE STOOGES : THE WEIRDNESS

IGGY POP ed i fratelli Asheton ci riprovano (come tanti di questi tempi!) a 34 anni da Raw Power.
Sano e stagionato rock&roll e molto mestiere !
Già recensito .







2) THE CHROME CRANKS : DIABOLICAL BOOGIE

I terribili newyorkesi CHROME CRANKS, scioltisi negli anni '90 ripropongono il loro crudo noise-blues in una doppia antologia di singoli e materiale raro . Anche 3 video. Imperdibile !
Di imminente recensione.










3) GRINDERMAN

Il nuovo feroce side-project di NICK CAVE insieme ad Ellis, Casey e Sclavenus. L'altra faccia del Cave lirico degli ultimi lavori con i Bad Seeds. Già recensito.

mercoledì 11 aprile 2007

Collaborations: Live Report / Esteri / THE JAM Reunion at Sonar, Colle Val d'Elsa, Siena - 24 Marzo 2007 by Nico

Arriviamo al Sonar verso le 22.00, dopo un viaggio di un’ora in corriera da Firenze e l’alcool che già cominciava a circolare in corpo…
Il locale presenta due stanzoni interni, il primo con bar, e il secondo con consolle, palco e backstage per le band.
Nello stanzone esterno, per i fumatori, troviamo le distro e i primi arrivati della serata. Skins, skingirl e qualche mod. La band a quell’ ora era ancora in hotel mentre noi aspettavamo con ansia, sapendo comunque che mancavano quasi 2 ore all’inizio del concerto. Intanto i due dj che si alternano preannunciano l’ottimo set che godremo in seguito: ska, northern soul, skinhead reggae, mod79.
Poco dopo mi siedo ad un tavolo nella zona fumatori con delle amiche, e dalla tenda che divide il locale dall’esterno entrano in fila, con in mano parte della strumentazione Dave Moore, Bruce Foxton, Russel Hastings, Rick Buckler e un altro paio di ragazzi che li accompagnano.
Il primo e il terzo sono i nuovi acquisti della band, rispettivamente chitarra/tastiera e voce/chitarra. Nei loro volti si leggono i 30 anni di rock’n’roll, passati dalla nascita dei Jam, però appaiono come degli adolescenti con qualche ruga in più, con la stessa voglia di spaccare il culo a tutti di tre decenni fa.
Mi accorgo che il locale si sta lentamente riempiendo: mods, rockers, skinheads; gente di ogni tipo e sottocultura, quasi fosse una riappacificazione delle Bank Holidays di Brighton…
Sono ormai le undici e mezza passate. Le luci si spengono, la gente affluisce verso il palco e si accendono i fari sulla band.
Mi faccio strada tra la gente e mi piazzo al bordo del palco, fortunatamente alto solo una sessantina di centimetri, così che posso godermi lo spettacolo.
La band esordisce con ‘The Modern World’, vero e proprio anthem della cultura mod post-60s. La voce di Hastings è incredibilmente uguale a quella di Weller (molti mi odieranno) e le dita di Foxton viaggiano sul manico del basso come se stesse scrivendo appunti su un qualsiasi pezzo di carta.
David Watts’, ‘Butterfly Collector’, ‘News of the World’ e ‘Down in the Tube Station at Midnight’ alcuni degli altri pezzi storici riproposti dal quartetto, mentre ogni tanto il pubblico inneggia un ‘We are Mods!’ che ricorda le scene di ‘Quadrophenia’, quando il folto gruppo di modernisti in parka vede dei rockers entrare in un bar, attaccandoli.
A metà concerto un black out della back line (infatti le luci esterne erano accese) interrompe lo show, lasciando un momento di pausa alla band che si rifugia nel camerino alla nostra destra, creando un andirivieni di ombre sul palco, quando finalmente, dopo una quindicina di minuti si torna alla normalità.
Il funk di ‘Start!’ e il punk rock di ‘Going Underground’ fanno da chiusura al concerto, due pezzi che coinvolgono il pubblico in maniera incredibile. A questo punto il gruppo saluta e ringrazia l’audience tornandosene nel backstage e, come sempre, la fine vera e propria dello show viene annunciata dal ritorno del dj set, in questo caso ‘Time for Action’ dei Secret Affair.
La serata prosegue con pezzi di northern soul, ska, skinhead e mod reggae, gente che balla col sudore alla fronte e principi di rissa. Io che aiuto i ragazzi dell’organizzazione a mettere sul furgone la strumentazione. Facciamo per andare nel backstage ma i quattro se ne sono già andati in hotel, lasciandoci un po’ di amaro in bocca, ma ci mettiamo poco a dimenticare questo insignificante aneddoto per ricordarci di quello che abbiamo appena vissuto, vale a dire uno dei più bei concerti della nostra vita.
Questo è un punto di vista soggettivo dell’evento, con ovviamente commenti soggettivi.
So infatti di molti ragazzi, soprattutto mods, che hanno ‘boicottato’ il concerto, per il fatto che non si riconoscono nella riunione dei Jam senza Paul Weller, primo cantante/chitarrista, fondatore e compositore della maggior parte dei pezzi del trio.
Molti di questi ragazzi preferirebbero probabilmente godersi un concerto solista di Weller, anziché vedersi i ‘nuovi Jam’. Si tratta di scelte legate ad una certa ideologia e s soprattutto di gusti. Io non potevo sicuramente perdermeli.

Nico, g.eb@libero.it

martedì 10 aprile 2007

THE METEORS

Discografia essenziale :


CD






IN HEAVEN (Edsel /1981)







WRECKIN' CREW (ID / 1983)







BASTARDS SONS OF ROCK % ROCK DEVIL (Hellraiser / 1997)







WRECKIN' LIVE (Castle / 2003)







DON'T TOUCH THE BANG BANG FRUIT (Anagram / 2007)























DVD :




ATTACK OF THE CHAINSAW MUTANTS/
HELL IN THE PACIFIC (Cherry Red / 2004)




INTERNATIONAL WRECKERS Live (Raucous / 2005)

Collaborations: Live Report / Esteri / THE METEORS, Transilvania Horror Café, Milano - 10 Marzo 2007 by Nico


Un nuovo amico, Nico e questo vuole che vi basti ci regala due preziosi live-report recenti:
The Meteors ( ho perso il conto da quanti anni calcano i palchi), re del rockabilly più bastardo, più propriamente psychobilly (che hanno praticamente inventato insieme ai Cramps!) .
Roba per stomaci, orecchie e cuori forti !
Qui sopra ne trovate anche una discografia essenziale.
E poi THE JAM riuniti ma senza Paul Weller. Più su ne troverete il resoconto ...
e che il rock & roll sia con voi (P.B.)
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THE METEORS, i Re dello Psychobilly tornano a far tappa nel bel paese dopo un anno di assenza dai palchi italiani, pur non avendo mai smesso di suonare in giro per l’Europa e per il mondo, toccando per l’ennesima volta gli Stati Uniti, in quello che pare essere un consueto incontro estivo con gli ‘adepti’ americani.
La serata promette bene. Il locale si riempie in poco tempo, presentando un pubblico più vasto rispetto all’anno precedente. Volti giovani e nuovi si mischiano a quelli della vecchia guardia psychobilly e rockabilly italiana, gente che ha girato posti e visto bands che molti possono solo sognare.
La serata viene aperta dai milanesi Snakes, giovane band psychobilly molto promettente, con influenze ‘old school’ (termine che non dovrebbe nemmeno essere menzionato quando si parla di questo genere).
Ottimo show, come sempre. Migliorano di volta in volta e riescono sempre a offrire un grande spettacolo.
Verso le 23.00 la situazione si calma, nonostante l’affluenza di gente non si plachi. Intanto dj Virgil offre un’ottima colonna sonora alla serata – psychobilly, rockabilly, country, garage, surf -, che proseguirà per buona parte della notte.
Circa 30 minuti dopo mi piazzo sotto il palco, ahimè dietro le transenne, che hanno sempre caratterizzato i locali milanesi, creando così un distacco nel rapporto, secondo me fondamentale, tra band e pubblico.
Dopo un veloce soundcheck di contrabasso, con fonici che smanettano su mixer, amplificatori e compressori vari, sul palco si crea quella tipica calma prima della tempesta, una suspence che ho provato solo ai loro concerti.
Entrano tutti assieme, Wolfgang Hordemann si siede alla batteria, Simon Linden, l’ultimo arrivato nel trio, prende in mano il contrabasso e Paul Fenech, inventore dello Psychobilly, scrittore di uno dei più importanti, cupi e diabolici capitoli del rock’n’roll, afferra la chitarra come se fosse un’arma contro l’umanità e, con i suoi occhi assatanati, minaccia il pubblico come se fosse l’ultimo concerto della loro vita.
Rockabilly Anfetaminico: questo è quello che si ascolta con i Meteors. Oppure Rockabilly Mutante o Psicosi Rockabilly. Può esser definito in qualsiasi modo, ma in ogni caso Puro Psychobilly.
La scaletta presenta pezzi che negli ultimi anni in pochi son riusciti ad ascoltare: ‘Shout so Loud’, ‘Graveyard Stomp’, ‘My Kinda Rockin’’, ‘If You Don’t Wanna Fuck Me Baby’; alternate ai grandi classici della band: ‘I Don’t Worry About It’, ‘Blue Sunshine’, ‘The Crazed’, ‘Hell Ain’t Hot Enough for Me’ e la conclusiva ‘Wrecking Crew’, che richiama a sé in un unico coro le decine di psychobilly presenti.
Potenti come sempre, Paul Fenech si dimena sul palco mentre Hordemann e Linden suonano imperterriti, meccanici, dimostrando come sempre di essere la miglior band psychobilly di sempre.

O T M A P P NICO