domenica 20 settembre 2009

Italian psycho-garage: THE PREACHERS Preachin' at psychedelic velocity (Teen Sound Rec.2008) by Wally Boffoli

Non tragga in inganno il titolo del nuovo lavoro dei Preachers, una delle bands neo-garage italiane più quotate. Non è certo la velocità a caratterizzare questi quasi 40 minuti (come nel caso del nuovo lavoro dei sardi Rippers) quanto una concezione del garage psichedelico densa e torbida che si profila sin dall’iniziale My darling e continua attraverso le seguenti Queen of the highway, Wild girl.
In primissimo piano l’ipnotico organo (e spesso il theremin) di S.K.A.I.O., la voce non esasperata, quasi meditabonda e viziosa di Bela Filosi.
Abbiamo a che fare con delle ballate fascinose, come Lovely girl, Sunny morning, You’ll never know avvolte in un fascino pensoso e doorsiano, con fulgido riferimento ai Doors di Strange Days.
L’altro grande punto di riferimento dei Preachers sono i Fuzztones, il cui mood fangoso e psichedelico emerge in questo lavoro in molte occasioni, quasi fossero i loro padri putativi: Rudi Protrudi, mentore dei Fuzztones infatti appare puntualmente alla voce in Turn me out, collaborando alla sua scrittura e stringendo tra le due bands un patto di sangue.
Aggressivi e grezzi in She’s riding, oh! con la phantom guitar di Matt Cadillac in bella evidenza, i Preachers danno mostra di versatilità nello strumentale Intermission e nella fascinosa cover dei Moving Sidewalk 99th Floor, firmata Billy Gibbons (con armonica ruspante).
Meravigliose aperture melodico/armoniche, cori ispirati e poesia strisciante nelle liriche di Sunny morning, uno degli episodi più entusiasmanti di "Preachin’ at psychedelic velocity", uno di quei magici momenti in cui la luminosa estetica sixties si prende una rivincita esaltante sui giorni tristi che viviamo.
Come nell’album precedente, "Voodoo you love?" (Teen Rec./2005) i Preachers riservano clamorose sorprese nei 6:30 dell’episodio finale del disco: Summer Rain , introdotta da accordi sinistri e premonitori valorizza il vocalismo luciferino ed oltraggioso di Bela Filosi prima di ‘allungarsi’ mefiticamente (con tanto di respiri ‘affannosi’) in un tetè-a-tète psichedelico organo-theremin fradicio ancora una volta di Fuzztones e dei ‘giorni strani’ di Jim Morrison e c.
Summer Rain è importante perché dilatata e tortuosa com’è rispetto il resto del lavoro diventa subito memorabile e dimostra come i Preachers, se solo lo vorranno, si inerpicheranno per sentieri espressivi sempre più allucinati, nel solco ‘storico’ del garage e della psichedelia più puri ed inquietanti.

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Pasquale ‘ Wally’ Boffoli