venerdì 18 novembre 2011

THE FALL: “Ersatz G.B.” (Uscita: 14 novembre 2011, Cherry Red Records)

# Iper-consigliato da DISTORSIONI

Qualche dato: 54 anni, 28 album in studio, un numero imprecisato (molto alto) di dischi dal vivo e di compilations, a partire dal formidabile “Live at the Witch’s Trials” del 1979. Stiamo parlando di Mark Smith, ma anche dei Fall, ormai un’istituzione del rock inglese, che sono la stessa cosa: da quasi 35 anni è stato solo e sempre lui a capeggiare una serie di organici diversi facenti riferimento a quella sigla;
giullare polemico ed agguerrito, narratore impietoso nei suoi testi logorroici e dadaisti delle miserie della working class anglosassone, nemico giurato e frustatore dei costumi della media ed alta borghesia, iniziando dalla natia Manchester, cittadina dalla netta vocazione operaia ed industriale, dai suoi pubs fumosi, rumorosi, pieni di sporca vita vissuta: è qui che Mark ha fatto la sua brava gavetta e fa grande meraviglia non ne sia sorto nessuno a suo nome, o non si scorga il suo brutto ceffo storto fatto statuina all’ingresso. Smith ha cavalcato attraverso tre decadi, con i suoi sberleffi e la bocca perennemente atteggiata a cosmica noncuranza, waves di tutti i tipi: lui, che quando la prima ondata di punk inglese non era ancora esaurita già delineava con i Fall nuovi scenari post in lavori come “Live at the Witch’s Trials”, “Dragnet”, “Grotesque”, è andato sempre dritto per la sua strada, stigmatizzando, con la complicità di strumentisti bravissimi ad assecondare e materializzare le sue visioni sghembe ed anarchiche, un sound abrasivo e spigoloso - molteplici le varianti, mai meno che acide e psycho - che non ha mai sopportato rimanere prigioniero di etichette di comodo. Anche l’approccio live di Smith e le sue liriche non hanno mai abbandonato un polemismo punk inteso nella sua accezione più dilatata, cristallizzandone una mai doma critica allo status quo, agli aspetti più deleteri di una società che soffoca sempre più l’individualismo, in particolare quella conservatrice inglese. Non deve quindi stupire che anche questo nuovo “Ersatz G.B.”, ventinovesimo lavoro in studio, segua fedelmente tutti i dettami sopra esposti dell’arte di Mark Smith, diventata ormai da tempo un archetipo. In questi nuovi dieci brani c’è sempre ed ancora tantissimo livore nel suo modo di cantare (?) caustico, sciorinando in stretto slang scampoli demenziali di vita quotidiana; mentre navigavo in rete sono incappato in un’esternazione di Sasha Frere-Jones sul sito The New Yorker che può contribuire alla comprensione del concetto di non-poetica del nostro mancuniano:
‘Il contributo di Smith alle liriche rock è stato (ed è) di liberarle dall’affanno di avere sempre un senso, continuando il lavoro di Captain Beefheart. Come Beefheart egli ha elaborato un particolare tipo di poetica obliqua che è solo sua, surreale, al vetriolo’.
Anche il combo The Fall più recente che lo accompagna in “Ersatz G.B.”
- David Spurr (bass), Elini Poulou (keys), Pete Greenway (guitar) and Kierion Mellings (drums) – è abilissimo, come gli strumentisti che l’hanno preceduto del resto, nel creare ipnotici-psicotici tappeti cromatici sui quali l’eterna sfida affabulatrice di Smith vola alta, rabbiosa e rauca: con picchi di martellante stravolgimento sonico (la noise-metallara Greenway, Cosmos 7, Age of chang), offensivo psychobilly (Mask search), ectoplasmi di splendide trascorse reincarnazioni Fall (Laptop dog) sino all’odissea lenta (otto minuti) e frammentata Monocard che la dice lunga sull’irriducibilità estetica terzo millennio di Mark Smith-The Fall. L’apocalitticità sperimentale di questo brano fa un sol boccone di tutti i revival new wave britannici in corso. Decisamente in primo piano in Monocard come in altri episodi i keyboards/synths di Elini Poulou Smith, consorte del boss da dieci anni: danno al tutto uno speciale tocco avveniristico; le corde di Pete Greenway spaziano dall’irruenza punk alla costruzione di trame sofisticate ed acide. Non é finita, ancora uno sberleffo: I've seen them come é l'allucinata nightmare-version del messaggio in bottiglia di Police memoria, e non sto scherzando.
Fa sorridere vedere attribuita in rete da più parti a “Ersatz G.B.” l’etichetta post-punk: mi gioco ciò che volete, se Mark venisse a saperlo s’incazzerebbe una cifra e liquiderebbe la stampa tutta con una delle sue battute al vetriolo … ancora una volta.
Wally Boffoli

The Fall
Cherry Red Records/The Fall: Ersatz G.B.
The Fall online




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