lunedì 27 giugno 2011

LE BUTCHERETTES: “Sin Sin Sin” (2011, Rodriguez Lopez Productions/Goodfellas) - 2

Queste ragazze messicane trapiantate a Los Angeles hanno studiato a fondo la lezione del rock al femminile anni 90, ma non si sono limitate a trarre ispirazione: hanno rielaborato e reinterpretato quei mezzi espressivi per adattarli al loro personalissimo messaggio. Le Butcherettes veicolano pensiero attraverso un'espressione artistica al tempo stesso potente e curata. Smussati gli spigoli più aspri (e ormai più anacronistici) della scena grunge e foxcore, hanno mantenuto l'immediatezza abrasiva propria del genere
temperandola con sfumature new wave e arricchendola di testi intelligenti e ironici al bisogno. "Sin Sin Sin" è la prima fatica discografica di Omar Rodriguez-Lopez (At Te Drive In, Mars Volta) ed è difficile immaginare per un inizio di attività discografica un debutto migliore di questo: l'esordio del produttore accompagna l'esordio di una delle migliori rock band che si siano affacciate sulla scena alternative negli ultimi anni. Teri Gender Bender, al secolo Teri Suarez, nella pur breve storia della band si è già messa in luce per le performances dal vivo poderose e sopra le righe (sangue finto, vere e discutibili teste di maiale mozzate, scope, ingredienti da cucina e simboli vari dell'oppressione femminile sparsi sul palco). Tutte queste caratteristiche si mantengono, almeno nello spirito, nella resa in studio, con il vantaggio di poter apprezzare la meglio la qualità dei testi, i quali rivelano una consapevolezza sociale e politica, una vastità culturale e una capacità di critica che colpiscono nel segno senza mai cadere nella supponenza o nel comizio.
La lezione di Seattle e di Olympia reinterpretata dal sangue latino di Città del Messico e Guadalajra può dare risultati sorprendenti. La varietà stilistica dei brani, pur non intaccando la coerenza interna complessiva dell'album, è una piacevole eccezione alla regola delle produzioni garage-punk contemporanee, che normalmente non brillano per poliedricità. Ogni brano dell'album è qui composto, prodotto e interpretato con uno spirito differente, con una prova quasi attoriale, quasi a darci l'idea di una pluralità di voci che raccontano altrettanti punti di vista. Tutto questo non deve far pensare a una frammentazione di stile o di qualità: tutte le variazioni emotive e stilistiche sono ben orchestrate in modo da inserirsi in un organismo "vivo" e coeso. Brani da ascoltare e riascoltare con piacere crescente: The Leibniz Language, Tonight, Tainted in Sin e Mr. Tolstoi.
Angela Fiore

LE BUTCHERETTES
Bang

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