martedì 14 giugno 2011

THE GREENHORNES: "****" ("4 Stars")(2010, Third Man Records)

Ritorno atteso questo dei Greenhornes, con un disco uscito nel novembre 2010. Almeno cinque anni, infatti, separano "****" ("4 Stars") dalle loro precedenti prove discografiche (un EP e una raccolta), nonchè dal loro contributo alla colonna sonora del film 'Broken Flowers'. Ed è proprio Jim Jarmusch a scrivere le liner-notes per questa uscita "stellare" per la Third Man Records, etichetta di Jack White (The White Stripes). Chiariamo subito una cosa: se cercate dell'originalità a tutti i costi non la troverete nel trio di Cincinnati, e probabilmente questa cosa a loro non interessa nemmeno tanto.
Di stile invece ne hanno, assieme ad una collaudata capacità di scrivere buone canzoni e ad una coesione sonora che li caratterizza secondo la loro attitudine "live". The Greenhornes, infatti, non ricorrono a processi evidenti di post produzione e anche l'effettistica adottata è ridotta al minimo. I riferimenti da cui traggono ispirazione sono ancora una volta rintracciabili in buona parte nel beat inglese che durante i sixties invase gli States e soprattutto, non ne fanno certo un mistero, nei Kinks. L'aspetto garage-rock, che altrettanto rappresenta un fondamentale retroterra fertile per i tre musicisti, è comunque presente in maniera evidente, mentre rispetto al passato sembra che abbiano smussato alcune ruvidezze accostabili al punk ed appare ridimensionato anche l'apporto fornito dal blues.
Pur non avendo lo stesso carattere d'urgenza del predecessore "Dual Mono", in quest'ultimo lavoro non mancano certo alcuni brani che possono già considerarsi pienamente tra i "classici" della band. Underestimator è una rock'n'roll song insinuata da reminescenze riconducibili alla Stax, storica etichetta di Memphis. La poetica e struggente Cave Drawings, dal mood quasi notturno, contrappone visioni introspettive ad un breve atto liberatorio attraverso una densa capacità evocativa. Go Tell Henry, ha quel acido sapore rock-blues che si poteva assaggiare ascoltando i primissimi Deep Purple e Pink Floyd; un beat dalle tinte scure abile nel suggerire suggestioni che potremmo definire cinematiche. Jacob's Ladder è una folk-rock song "intensamente viola" (anche qui) fortemente influenzata dalle prime esperienze inglesi in cui l'approccio sonoro cominciava a farsi più duro; I'll Go Crazy, che chiude l'album, è puro garage-rock'n'roll che sembra portare con sè un piccolo omaggio a The White Stripes. In definitiva, pur non essendo certamente un capolavoro, "****" è un album davvero godibile che ha il grande pregio di farti venir voglia di ascoltare gli stessi brani dal vivo. Buon ascolto.
Aldo De Sanctis

Go Tell Henry
Better off without it

Line-up:
Craig Fox: voce e chitarra
Jack Lawrence: basso e voce
Partick Keeler: batteria

The Greenhornes

3 commenti:

Linda ha detto...

Finalmente qualche recensione italiana sull'ultimo dei Greenhornes! Io l'ho apprezzato molto, purtroppo è sfumata la possibilità di un tour estivo in Europa, ma pare ci sia un'altra chance in autunno...lo spero proprio! "Cave Drawings", a giudicare dai video, dal vivo è immensa. :)

Anonimo ha detto...

I luvvz it

Pasquale ' wally ' Boffoli ha detto...

grazie per i tuoi apprezzamenti LINDA, siamo felici averti resa felice
wally, l'amministratore