giovedì 10 marzo 2011

NEW AMERICAN NOISE - TINSEL TEETH – “Trash As The Trophy” (Marzo 2010, Load Records)

Providence è una delle più prolifiche capitali del “rumore” d’oltreoceano: a confermarlo ancora una volta è una band indigena, i Tinsel Teeth, 2 dischi all’attivo di cui l’ultimo, “Trash as the Trophy” è uscito l’estate del 2010 per Load Records.
In un periodo in cui la meteora del noise dopo essersi deflagrata sulla scena musicale internazionale sta iniziando ad essere assorbita e vegetare a sua volta in centinaia di diramazioni e micro-generi, ecco dai Tinsel Teeth un sonoro richiamo al passato, non più le sonorità robotiche, aliene proprie di veri e propri monumenti cittadini quali 6 Finger Satellite: ad un primo ascolto i Tinsel Teeth fissano le loro origini in Texas, tra le ruvide trame dei loro riff riusciamo distintamente a scorgere il seme di mostri sacri quali Jesus Lizard o Butthole Surfers, la vocalist Stephanie rappresenta l’alter ego femminile del più selvaggio David Yow in stato di grazia. Il pezzo di apertura del disco A doting double cross è ossessivo e violento, i plettri sfregiano nervosamente le chitarre con ritmi serratissimi, mentre il diabolico e convulso vociare della cantante ci porta in un atmosfera tipicamente Birthday Party, periodo eroina londinese, per poi risollevarsi in un distorto hard-core dove le linee di basso si fondono perfettamente con la sezione ritmica. (Stock Footage Of Stuntmen)
Ascoltando Libraries are the cemetery of ideas riusciamo come detective a risalire alla trama che lega questa band alle sue origini, passando dal gomitolo che lega quasi tutti i fili del noise degli ultimi due decenni: stiamo parlando di Steve Albini e della Touch and Go; dal deserto del Texas passiamo alla regione dei laghi, al Michigan, questo pezzo, levando qualche pedale distorsore, potrebbe far parte tranquillamente del capolavoro “If I had Six” dei Mule, sicuramente non si distinguerebbe la nerboruta voce di Preston Wright Long III da quella della apparentemente minuta Stephanie, la quale abitualmente durante i live show della band sputa seminuda sangue finto sull’uditorio, il più delle volte (ed a ragione) entusiasta.
Le live performances (NYC @ Cake Shop | 12 Nov 2010) di questa band sono perfettamente coerenti col sound ruvido ed aggressivo che li anima, ragazze a petto nudo con vibratori ricoperte di sangue posticcio, chitarristi efferati, violenza gratuita, colonna sonora perfetta per un texas chainsaw massacre, solo che siamo a Providence, ce lo ricordano ancora una volta le chitarre impazzite di Toxic shock wave: sono gli Arab On Radar questa volta a far da padrini al battesimo ad una delle tracks più deliranti del disco, l’arpeggio della chitarra è frenetico mentre il gorgheggiare di Stephanie è incessante e si spegne soltanto nel lento blues del pezzo successivo Failure to Perform che sembra essere partorito dalle fogne di New York, sponda Unsane.
Questo, in definitiva, è un disco noise con gli attributi, anche di gomma nel caso della cantante, attributi che lo rendono di diritto una delle novità più rilevanti di una etichetta che ha appena sfornato la ristampa del mitico “Wonderful Rainbow dei pluri osannati Lightning Bolt, ma quel disco lo abbiamo già!

Nick Zurlo

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Load Records

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