martedì 12 ottobre 2010

WHITE NOISE SOUND: "White Noise Sound" (Alive/Goodfellas, 2010)

L’inizio affidato a Sunset è oltremodo folgorante.
Sembrano i Suicide suonati dai Jesus and Mary Chain.
Ripetitività e rumore.
Rumore bianco, come del resto avverte con palesata banalità il moniker della band gallese.
Sono i quattro minuti più convulsi di questo debut-album che invece piomba sin dalla successiva It is there for you in una sorta di torpore mistico-psichedelico che arriva già con i synth di Fires in the still sea a lambire i territori di una forma di ambient spettrale.
La prima parte di Blood torna ad affogare nel rumore poi le chitarre scompaiono inghiottite da lunghe note di sintetizzatore finché qualcuno della band (Paul Griffiths e Rhys Hicks per l'esattezza, NdLYS) riaccende gli smerigliatori, senza accennare alcun accordo.
No place to hide, la lunga traccia che segue, è invece una vite senza fine buona per l’autoipnosi col suo lento dipanarsi di un haiku armonico ripetuto all’infinito prima da una chitarra acustica, quindi da un sitar digitale, poi dai suoni di una slide, quindi da un simulatore di flauto, poi da una tempesta fuzz dalle dimensioni immani, fino al quietarsi conclusivo che sfocia nel banghra psichedelico di Don't wait for me e negli otto minuti di Dreams & Ecstasies, sorta di The End suonata sulle rive del Gange.
A quel punto nessuno di voi si ricorderà da dove si era partiti, ovvero da quel vortice di chitarre fuse di Sunset perché nel frattempo, come sciacalli dopo l’uragano Katrina, sono passati gli Slowdive, gli Spacemen 3 (Sonic Boom produce il disco, tra l’ altro), i Warlocks, i Dolly Rocker Movement e gli Psychic Ills a far man bassa di tutto.

Franco “Lys” Dimauro

Video/brani
There Is No Tomorrow
No Place To Hide
Is It There For You

White Noise Sound
WhiteNoiseSoundMySpace

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