# Consigliato da DISTORSIONIE' uscita lo scorso settembre l'edizione deluxe dell'album “Wow” dei bergamaschi Verdena, accompagnato dal dvd “Amatour” contenente registrazioni video del tour 2011. La riedizione del disco a pochi mesi di distanza dalla sua uscita dà il segno del successo dell'album che è tutto sommato sorprendente. Non perché “Wow” non sia un bell'album, tutt'altro, ma non è certo un disco facile
, di quelli che ci si aspetta scalino le vette delle classifiche di gradimento. Eppure così è stato. Non è un album facile perché il suono di “Wow”, dominato da atmosfere hard psichedeliche, è tendenzialmente cupo, a tratti claustrofobico, con linee “dark” molto marcate. I pezzi appena appena più “luminosi” si contano sulle dita di una mano, come Mi coltivo (tra i migliori dell'album), Attonito, E' solo lunedì, Rossella roll over (che, per inciso, comincia con una citazione
Il risultato complessivo è comunque indubbiamente molto buono, soprattutto perché un lavoro come “Wow” spicca nel panorama italiano. Al quinto album, uscito a distanza di quattro anni dal precedente “Requiem”, i Verdena hanno evidentemente assorbito appieno l'esperienza risultata dalla collaborazione passata con personaggi di grande caratura del rock italiano come Giorgio Canali (CCCP, CSI, PGR) e Manuel Agnelli degli Afterhours. E, senza andare a cercare paragoni lontani (tra tutti, ci starebbero i Radiohead in versione più psichedelica, all'estremo
nel bel singolo Razzi Arpia Inferno e Fiamme), proprio ai primi Afterhours, quelli di “Germi”, il suono di “Wow”è per molti versi avvicinabile. In realtà, i 27 brani di “Wow”, i cui testi sono stati tutti scritti da Alberto Ferrari, cantante e chitarrista del gruppo, che ha anche prodotto il disco, inglobano tanti riferimenti, strizzano l'occhio a generi diversi e sperimentano mescolanze tra suoni, e lo fanno anche egregiamente, ma proprio per voler inglobare tanto, il risultato è poco distintivo e poco personalizzato alla prova del doppio album. Difficile da etichettare un lavoro come “Wow” (ma questo non sarebbe certo un male) ma difficile anche da considerare come un traguardo. Semmai è un punto di partenza, di certo un punto di svolta, dal quale percorrere una strada propria.
Rossana Morriello
Verdena
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