Un' operazione come quella posta in essere dal quartetto di sassofoni di origine teutonica, merita il massimo rispetto. Tutt'altro che facile estrapolare dal mare magnum dell'opera di due giganti della musica contemporanea, come Philip Glass e Michael Nyman, alcuni loro geniali frammenti, sia originariamente composti per il nobile strumento in questione sia opportunamente traslati
alla bisogna, e farne degli altrettanti gioielli di matrice sonora, rinnovati nella forma e nella sostanza. I Sonic. Art Saxophone Quartet (Ruth Velten: sassofono soprano; Alexander Doroshkevich: sassofono alto e baritono; Martin Posegga: sassofono tenore; Annegret Schmiedl: sassofono baritono) riescono bellamente nell'impresa di conferire cromatismi di notevole brillantezza timbrica a dei lavori già magnifici di per sé. A cominciare dalla bellissima colonna sonora “Mishima” di Philip Glass, concepita in forma di quartetto d'archi, originariamente eseguita dal magnifico Kronos Quartet, per l'omonimo film di Paul Schrader del 1985, sulla figura del grande scrittore giapponese, morto suicida. Qui ne sono presenti, copiosamente esaltati dal suono dei sassofoni, ben sei frammenti. La geniale sostanza dell'opera di Glass ne esce, se possibile, impreziosita. Il morbido suono dei sassofoni ne esalta la vivezza timbrica e le atmosfere di ritmata cadenza coloristica rinviano all'immagine di una autentica deflagrazione di suoni in divenire virtuosistico, ai limiti dell'estenuazione sonora. Schegge di luce musicale lanciate in vertiginosa corsa contro il profilo di un crepuscolo appena annunciantesi, in forma di cieli ocra e turchini, che ci ammaliano e ci avvolgono di un manto di tenue chiarore vesperale.
Segue una bella esecuzione del Concerto per Quartetto di sassofoni sempre di Glass, 1995, composto di quattro Movimenti, molto più vicina alla tradizione interpretativa del Maestro, più aderente al canone “glassiano”, ma altrettanto suggestiva e suadente, poetica e morbidamente modulata in lievi toni aurorali.
Del grande Michael Nyman viene eseguita un'opera commovente, per quartetto di sassofoni, in quattro Movimenti, Song For Tony, concepita dal Maestro londinese per ricordare la memoria dell'amico e manager musicale Tony Simons, scomparso prematuramente nel 1992 in seguito a un male incurabile. Sui toni ora più cadenzati ora dall'incedere più lieve, (ne sia somma testimonianza sonora il secondo Movimento, ricavato da un frammento della soundtrack di “Lezioni di piano” di Jane Campion, certo uno dei frammenti più poetici) si adagia un sottile e doloroso velo di malinconia, una tristezza di fondo, la cui scaturigine è certo da ricercare nello struggimento dell'autore a causa della morte dell'amico; una sorta di muta Messa da Requiem per sassofoni, preziosa e fulgida come l'ultima luce di un tramonto sul fondo di un calice dorato. In definitiva, un lavoro che ci convince pienamente, affascinante e suadente viaggio nel pianeta fatato di due dei massimi esponenti della musica contemporanea; musica non per tutti, sia chiaro, ma di estremo fascino cromatico e raffinatezza espressiva, musica per la mente.
Rocco Sapuppo
Genuin/SONIC. ART SAXOPHONE QUARTET
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