e una vociaccia gracchiante, il tutto accompagnato sporadicamente da una batteria pestata. In effetti il nostro Hanni è una specie di cantautore garage/rock/blues, le sue canzoni sono scheletrici inni che lui stesso definisce “knife fight music”, più o meno “musica per lotta al coltello”. Per essere più chiari, diciamo che il ragazzo si pone nel solco, abbastanza frequentato ultimamente, di White Stripes e Jon Spencer Blues Explosion, con in più qualche ballata acustica che conferisce a questo disco una certa originalità. Il disco è piuttosto breve (mezz'oretta) e parte con una stramba title track quasi “a cappella”, dopodichè si inizia a fare sul serio con Build, Destroy, Rebuild e Fuck It, You Win, due pezzi tosti, garage-blues, scorticati come si deve, poi arrivano il quasi rockabilly di Dead Wrong, Come Alive, con la chitarra acustica e coretti doo-wop e l'incalzante Loved One, semplicemente un riff possente della chitarra elettrica e la voce squarciata di Hanni. A questo punto il disco ci propone un repertorio più calmo, a partire dalla quasi irriconoscibile cover acustica della presleyana Heartbreak Hotel, con tanto di banjo. Segue la ballata sussurrata Wait Wait Wait, in fondo anche i duri come Hanni El Khatib hanno un cuore di panna. Garbage City poi, parte acustica e dolente, per offrirci un finale in feedback. Le ultime due sono covers, la prima, You Rascal You, di un pezzo del 1931 del repertorio addirittura di Louis Armstrong, la seconda, I Got A Thing, dei Funkadelic, trasformata in un garage-punk da due minuti netti: ha convinto i creativi della Nike ad utilizzarla in uno spot pubblicitario, cosa che ha portato il nostro palestin/filippin/americano all'onor del mondo. Un disco interessante, quindi.
Luca Sanna
Innovative Leisure
1 commento:
E' un fenomeno! Penso ce ci offrirà ancora tanta buona musica!
musicality372
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