“È il disco di Mike Campbell. Chitarrista raffinato ed evocativo come pochi, eppure a torto non citato tra i grandi della sei (o dodici) corde.“Mojo” è una mega-session come non se ne vedevano dagli acid test dei Grateful Dead, dall’infinito “If I could only remember my name” di David Crosby o dal leggendario “Exile on main street” dei Rolling Stones”.
Così scriveva il nostro Maurizio Galasso nella sua recensione su Distorsioni di “Mojo”, l’ultimo disco in studio di Tom Petty & The Heartbreakers, uscito il 15 Giugno 2010. Si tratta di parole eloquenti che la dicono lunga su come l’inossidabile rockwriter americano ed il suo combo siano, nel marasma di bands che sovraffollano il panorama internazionale, tra gli ultimi e migliori artisti che si rifanno alla pura concezione di rock dilatato ed intimamente psichedelico che esplose negli anni 60 (grazie agli artisti succitati da Galasso), tarato su un songwriting mediamente sempre ottimo. Ma la banda di Tom negli ultimi anni ha innalzato in modo esponenziale il tasso di blues presente nelle loro performances, così come lo stesso songwriter nei suoi brani. Improvvisano in studio gli Heartbreakers così come dal vivo, lasciando che ispirazione e lunghe porzioni strumentali fluiscano liberamente avvolgendo l’ascoltatore. Il brano che sintetizza maggiormente, anche in Kiss my amps questa visione neo-sixties è First flash of freedom, epopea di quasi sette minuti dai fascinosi cambi di prospettiva armonici, ben piantati in un ‘immaginario’ hippie senza tempo. “Kiss my amps” comprende sette brani registrati dal vivo durante il Mojo Tour, tra il 16 Giugno ed il 18 Settembre 2010, meno Sweet William, risalente al tour del 2008: pregevolissimo episodio che risale al 1999, quando uscì come b-side del singolo Room at the top. Gli altri sei brani di “Kiss my amps” (magnifico titolo!) sono tra i più degni del generoso materiale contenuto in “Mojo”: la loro resa live è impeccabile (come sempre), più o meno identica alle versioni in studio, meno in alcuni punti in cui Mike Campbell lascia librare in alto le divagazioni straordinariamente mature ed avvolgenti della sua chitarra solista, come nel finale epico ed emozionale di Good Enough. E c’è tanto blues anche in “Kiss my amps”, nei frequenti sinuosi soli di armonica di Scott Thurston, nella voce di Tom, che con gli anni e la vecchiaia che incombe, pare preferire sempre di più le note blue, nei risvolti dei soli chitarristici di Campbell. I dischi in studio, i live di Tom Petty & The Heartbreakers sono ormai da 35 anni una componente fisiologica della nostra vita, come la sera che subentra al giorno e la notte alla sera, con i chiari di luna che caratterizzano ormai la nostra esistenza poter contare su qualcosa o qualcuno che abiura il principio della crisi non è cosa da poco.
Wally Boffoli
Kiss my amps
Nessun commento:
Posta un commento