Avevo già notato The Cubical qualche tempo fa. Era il 2009 quando non potetti non rimanere impressionato da "Come Sing These Crippled Tunes", disco di esordio di questa formazione inglese il cui sound è però prettamente americano. Provenienti da Liverpool e formati da Dan Wilson (voce, chitarra), Alex Gavaghan (chitarra, pianoforte, cori), Johnny Verde (chitarra, armonica),
Mark Percy (batteria, cori), Craig Bell (basso) i The Cubical tornano oggi più incazzati e cattivi che mai. Il loro sound intinto nel catrame blues è quanto di meno inglese possiate immaginare, quanto di più "sporco" e "ripugnante" possiate trovare in giro. Uno psych-blues marcio che ricorda tanto Captain Beefheart e si mescola a ritmi acidi dall'andatura country (Worry, An Ode To Franz Biberkopf): non mancano però episodi permeati di una quasi tranquillità (Are We Just Lovers, Falling Down, Paper Walls). Un rock'n' roll primitivo e martellante vi si conficcherà in testa (Dirty Shame, Rag Time Army); la puzza di blues costiperà le vostre narici (Something New, Three Drop Jameson Mechanism, The Myth Of Willie McGrath). Il timbro arrogante della voce di Alex Gavaghan vi prenderà giusto allo stomaco. "It Ain't Human" è il perfetto proseguio del disco precedente: un album saturo di tensione fin dall' iniziale Dirty Shame, primo singolo estratto dall'album. E mentre è già in arrivo un terzo disco registrato in presa diretta a Berlino io vi consiglio vivamente di tenere d'occhio The Cubical.
Michele Passavanti
Intero album in streaming
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