# Consigliato da DISTORSIONI
“Playlist: The Best of The Psychedelic Furs" (release date: 10 maggio 2011, Columbia Legacy)
Non si può certo dire che Butler Rep & c. si siano fatti mancare nel corso degli anni retrospettive, greatest hits e the best of vari:
se ne contano circa 11, a partire dal 1988 con la pubblicazione di “All Of This And Nothing”, che si pone cronologicamente tra l’uscita dei due album in studio “Midnight To Midnight” (1987) e “Book Of Days” (1989), album che segnava il declino della gloriosa band e che ebbe scarsi riscontri commerciali, così come l’ultimo della loro carriera prima dello scioglimento “World Outside” (1991). The Psychedelic Furs, una delle più fulgide incarnazioni della new wave britannica, si riformarono nel 2000, a terzo millennio appena iniziato, stampando nel 2001 “Beautiful Chaos: Greatest Hits Live” , un buon disco dove rivisitavano i loro brani più significativi: l’album conteneva anche Alive (For Once In My Lifetime), il primo nuovo brano registrato in studio dopo tanti anni, in realtà firmato dagli altri clamorosi protagonisti del boom new wave inglese, le ‘menti semplici’ Burchill, Gaynor, Giblin, Kerr. Le ultime news del loro sito ufficiale li confermano in piena attività, in tour dagli inizi di settembre negli Stati Uniti: saranno anche tra i protagonisti del Sinner’s Day, evento che si terrà ad Hasselt in Belgio il 30 Ottobre 2011, insieme a Patti Smith, Blancmange, Diamanda Galas, ed altri reduci come Cult, Mission, Visage, Exploited. Non ci è dato invece di sapere se hanno in programma la realizzazione di un nuovo album in studio, che non sarebbe assolutamente fuori posto in un avanzato clima di reunion e ‘retromania’, uno dei fenomeni più eclatanti di questo primissimo scorcio terzo millennio.
Nel frattempo Sony e Columbia ci danno sotto e fanno uscire quasi in contemporanea ben due “The Best Of Psychedelic Furs”, “Heaven” e “Playlist”: certo si potrebbe supporre per tener buoni, in vista di un nuovo lavoro della band, lo zoccolo duro dei loro vecchi fans; ma potrebbe essere vero anche il contrario, cioè che i due best hanno il compito di supplire ad una ormai cronica mancanza di idee ed ispirazione di Butler Rep, stigmatizzando che ormai la band autrice di alcuni tra i più straordinari scorci chiaroscurali del post-punk inglese non può far altro che vivere sugli allori di un passato artistico irripetibile. Aspettando di verificare la veridicità della prima o seconda ipotesi, e prescindendo da chi i Furs li conosce da sempre e possiede nella sua discografia più o meno tutto della band, ci sentiamo di consigliare queste due raccolte in primo luogo ai cuccioli ‘rock’ delle nuove generazioni, che non hanno purtroppo avuto la fortuna anagrafica di usufruire in tempo reale delle meraviglie sonore contenute in primo luogo nei primi tre album dei Psychedelic Furs, ed in secondo in quelli successivi.
In quest’ottica raccomandiamo caldamente e soprattutto il doppio cd “Heaven The Best of the Psychedelic Furs”, che contiene buona parte del secondo capolavoro “Talk Talk Talk” (1981), e dell’ottimo pur se inferiore terzo “Forever Now” (1982) prodotto da Todd Rundgren. Dal primissimo omonimo, seminale “The Psychedelic Furs“ (1980), frutto della mesmerica collaborazione con Steve Lillywhite – così come Talk Talk Talk - il produttore più significativo della new wave britannica di quegli anni, sono estrapolati sei tra gli episodi più ispirati, composti collegialmente come il resto dell’album: We Love You, Sister Europe, Blacks/Radio, India, Imitation Of Christ, Susan’s Strange. In questi solchi (si diceva una volta) si può godere sino in fondo un combo che sintetizzava in un suono estremamente carismatico influenze glam (Roxy Music in primo luogo, il solenne e decadente sax di Duncan Kilburn), il ‘maudit’ mood tutto americano dei Velvet Underground, nebbiose ambientazioni psichedeliche (le magmatiche chitarre di Roger Morris e John Ashton, il basso di Tim Butler, fratello di Butler), il tutto declinato in un approccio foscamente punk. Ma dai primi vagiti della loro esistenza fu il lead vocal e compositore Butler Rep il vero front-man simbolo dei Furs, con la sua voce roca e vissuta e le sue performances carismatiche: Ned Raggett (Allmusic), ravvisandoci affinità con il Bowie di fine anni ’70 definisce il suo stile ‘Thin-White-Duke-after-smoking vocal rasp’. Il successivo “Talk Talk Talk” mise a fuoco mirabilmente il suo songwriting questa volta ‘assoluto’ mandando al macero le componenti più oppiacee e lisergiche del sound, riforgiandolo in parte in connotazioni pop di nitidezza-compattezza esemplari. In “Heaven” è possibile (ri) ascoltare alcune pietre preziose new wave d’inestimabile valore, la stupenda ballata Pretty in Pink (qui in Original version), Dumb Waiters (un riff di sax memorabile), I Wanna Sleep With You, All Of This And Nothing (dalla costruzione visionaria), Into You Like A Train, Mr. Jones (la Single version). Basterebbe questa manciata di brani dai primi due lavori per assicurare la sigla Psychedelic Furs alla storia del rock del XX° secolo. Alcuni episodi ancora molto ispirati da “Forever Now”: il brano omonimo, la dolcissima Love My Way, President Gas colpo di coda psichedelico, oltre a Only You and I, Sleep Comes Down, Yes I Do, Goodbye. Fu solo con “Mirror Moves”, quarto album del 1984 che i Furs salirono agli onori della cronaca, grazie a brani più ‘mainstream’ ma di tutto rispetto come Heaven, The Ghost In You – usciti come singoli – Heartbeat, Here Come Cowboys, tutti brani qui presenti. Infine altri tredici episodi, per un totale di 33, inquadrati in un’ottica decisamente pop, tratti da “Midnight To Midnight” “Book Of Days”, “World Outside”, dischi inferiori per ispirazione ai primi tre-quattro, nei quali gli P.Furs hanno tuttavia sempre conservato grande dignità artistica. Ascoltati oggi episodi come House, Shine, Torch, Entertain Me, Hearbeat non hanno perso la loro peculiare bellezza e si lasciano ascoltare con grande piacere. “Playlist”, l’altro The Best Of contiene in media due brani per ciascuno dei sette lavori in studio dei Furs, ed è decisamente meno consigliato di Heaven, soprattutto perché sacrifica molto il debutto del 1980, contenendo solo Sister Europe: se avete fatto vostro il doppio “Heaven”, credetemi ‘cuccioli’, non vi serve altro.
Wally Boffoli
Psychedelic Furs
Psychedelic Furs
DISCOGRAFIA (# Consigliato da DISTORSIONI)
# The Psychedelic Furs (1980, Columbia)
# Talk Talk Talk (1981, Columbia)
# Forever Now (1982, Columbia)
* Mirror Moves (1984, Columbia)
* Midnight to Midnight (1987, Columbia)
* Book of Days (1989, Columbia)
* World Outside (1991, Columbia)
* Radio One Sessions (1999, Strange Fruit)
# Beautiful Chaos: Greatest Hits Live (2001, Sony)
Compilation:
* All of This and Nothing (1988, Columbia)
# Here Came the Psychedelic Furs: B Sides and Lost Grooves (1994, Sony)
* In the Pink (1996, Sony Special Products)
* Should God Forget: A Retrospective (1997, Sony)
* Greatest Hits (2001, Sony)
* Superhits (2003, Sony)
* Playlist The Best of The Psychedelic Furs (2011, Columbia Legacy)
# Heaven The Best of the Psychedelic Furs” (2011, Sony, Camden Deluxe)
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