# Consigliato da DISTORSIONI
Spesso mi chiedo come facciano a nascere i nomi delle band. Nel caso dei BOBBY il nome scelto è semplice e banale, ispirato ad un personaggio immaginato. Una sorta di "membro fondatore dall'animo ribelle" che non ha mai suonato con la band ma il cui spirito aleggia su di essa. Provenienti dal Vermont, Stati Uniti,
il progetto prende vita dal Bennington College ed è composto da ben sette elementi, alcuni dei quali, come Molly Erin Sarle e Amelia Randall Meath, appartenenti ad altre formazioni. Si tratta di Tom Greenberg: chitarra e voce, Molly Erin Sarle e Amelia Randall Meath: voce, Paolo Menuez: chitarra, tastiere e voce. Julian Labat: basso, tastiere, Martin Zimmermann: batteria, tastiere e chitarra ed infine Roby Moulton: tastiere e percussioni. Per comporre i 12 brani dell'album i sette si sono trasferiti in una casa isolata nel Massachusets per poi registrare successivamente il disco a Woodstock. La musica dei BOBBY è affascinante. Trovargli una giusta collocazione è cosa difficile. Si tratta per lo più di un synthpop molto raffinato che si fonde con afflati folk e si colora di echi psichedelici, riverberi e cori quasi celestiali. Il tutto senza trascurare in alcun modo il lato ritmico che spesso e volentieri prende il sopravvento sulle musiche. All'ascolto della magnifica We Saw sembrerà di essere atterrati su d'una nuvola bianca. Il miglior inizio possibile di un lavoro raffinato e sognante che racchiude in sé un suono davvero unico. Non sarà cosa semplice tornare con i piedi per terra. La magnifica Sore Spores, l'accattivante It's Dead Outside, le psichedeliche Ginger (Water Birth) e Shimmychick, la ritmata Groggy, l' impalpabile Dustbeam e l'affascinante The Shead, con i suoi cori dal sapore medievale, sono tasselli di un puzzle musicalmente perfetto. Un disco di esordio questo dei BOBBY che sembra galleggiare tra onde mai agitate e fluttuare in un vento sempre calmo. Da scoprire.
Spesso mi chiedo come facciano a nascere i nomi delle band. Nel caso dei BOBBY il nome scelto è semplice e banale, ispirato ad un personaggio immaginato. Una sorta di "membro fondatore dall'animo ribelle" che non ha mai suonato con la band ma il cui spirito aleggia su di essa. Provenienti dal Vermont, Stati Uniti,
il progetto prende vita dal Bennington College ed è composto da ben sette elementi, alcuni dei quali, come Molly Erin Sarle e Amelia Randall Meath, appartenenti ad altre formazioni. Si tratta di Tom Greenberg: chitarra e voce, Molly Erin Sarle e Amelia Randall Meath: voce, Paolo Menuez: chitarra, tastiere e voce. Julian Labat: basso, tastiere, Martin Zimmermann: batteria, tastiere e chitarra ed infine Roby Moulton: tastiere e percussioni. Per comporre i 12 brani dell'album i sette si sono trasferiti in una casa isolata nel Massachusets per poi registrare successivamente il disco a Woodstock. La musica dei BOBBY è affascinante. Trovargli una giusta collocazione è cosa difficile. Si tratta per lo più di un synthpop molto raffinato che si fonde con afflati folk e si colora di echi psichedelici, riverberi e cori quasi celestiali. Il tutto senza trascurare in alcun modo il lato ritmico che spesso e volentieri prende il sopravvento sulle musiche. All'ascolto della magnifica We Saw sembrerà di essere atterrati su d'una nuvola bianca. Il miglior inizio possibile di un lavoro raffinato e sognante che racchiude in sé un suono davvero unico. Non sarà cosa semplice tornare con i piedi per terra. La magnifica Sore Spores, l'accattivante It's Dead Outside, le psichedeliche Ginger (Water Birth) e Shimmychick, la ritmata Groggy, l' impalpabile Dustbeam e l'affascinante The Shead, con i suoi cori dal sapore medievale, sono tasselli di un puzzle musicalmente perfetto. Un disco di esordio questo dei BOBBY che sembra galleggiare tra onde mai agitate e fluttuare in un vento sempre calmo. Da scoprire.
Michele Passavanti
”>
Nessun commento:
Posta un commento