giovedì 24 giugno 2010

DISCHI STORICI (1) by Gianluca Merlin = DEEP PURPLE (1969) -- SMALL FACES: Ogden's Nut Gone Flake -- NIRVANA : All Of Us

Music Box inaugura una nuova rubrica: DISCHI STORICI, curata da Gianluca Merlin, conduttore radiofonico e grosso appassionato di rock. Tre dischi alla volta da un passato più o meno prossimo verranno presi in esame e raccontati sinteticamente. Spero sarà un'occasione ed uno stimolo, soprattutto per i più giovani, per riscoprire importanti ma anche inedite pagine rock affinché non cadano in un ingiusto dimenticatoio.
Sicuramente integrerò le scelte di Gianluca Merlin con quelli che io ritengo dischi 'indimenticabili', la rubrica comunque é aperta a contributi. (Pasquale 'Wally' Boffoli)


DEEP PURPLE (1969/Spitfire Rec.)-
Deep Purple. So già che sgranerete gli occhi e la domanda sarà scontata...ma con tutti gli album dei Deep Purple proprio questo ci vai a proporre?. Sì, semplicemente perchè quelli della Mark II li conoscono tutti. Della Mark I, invece, si conosce poco. Questo, il terzo e ultimo disco della line up con Rod Evans voce e Nick Simper al basso è forse il più maturo per songwriting e idee. A partire da una copertina in cui degli sprovveduti Purple sono stati inseriti da un collage in un dipinto di Jeronimus Bosch, "il giardino delle delizie", scelta alquanto discutibile ma di effetto, si ha la sensazione di una certa classicità, cosa ribadita in alcuni brani, dove le redini sono ben salde in mano a Jon Lord.
Chasing Shadow è un brano fulminante, dove una serie di percussioni esotiche fanno da crescendo ad un ritmo rock incalzante intriso di psichedelia e canali di bilanciamento che saltano da una parte all'altra dell'orecchio generando stordimento, seguita da Blind, un rock in stile classicheggiante dove si sente il clavicembalo e sembra di essere alla corte di Re Sole.
Nastri contrari per The Painter, brano tra i più rock del disco, dove troviamo il grande dualismo Blackmore-Lord venire fuori negli assoli, cosa ripresa più avanti nella Purple Mark II. Finale a suite con April, preludio a Concerto for Group and orchestra e sfogo classico di Lord, che orchestra anche gli archi. Da riscoprire...

SMALL FACES: OGDEN'S NUT GONE FLAKE (1968/Originals)
Il manifesto psichedelico degli Small Faces. A partire dalla meravigliosa copertina che in versione 33 giri era tonda e riproduceva una scatola di tabacco, è un concentrato di brani meravigliosi uniti per metà da una trama concettuale tenuta assieme dal comico inglese Staney Unwin. Pesante accento cockney per tutto il disco e un singolo nella top ten inglese, quella Lazy Sunday che 10 anni dopo ci ritornerà costringendo gli Small Faces a riunirsi anche se per solo 2 anni.
Tutte le sfumature musicali possibili si trovano in questo disco : rock (Afterglow of your love, Rollin' Over, Song of a Baker), psichedelia (Ogden's nut gone flake, The Journey) folk (The Hungry Intruder, Mad John) e atmosfere da Music hall inglese (Happydays Toy Town)
Purtroppo sarà anche il canto del cigno della prima fase degli Small Faces. Quasi imposibilitati a portare dal vivo questo disco e divisi da contrasti interni tra i due leader, la band si scinde in 2 tronconi con da una parte l'inquieto Steve Marriott negli Humble Pie e il resto della band che arruola Ron Wood e Rod Stewart per ribattezzarsi Faces...ma queste sono 2 altre storie.....

NIRVANA : ALL OF US (1968/Edsel)
20 anni prima che tre ragazzi di Seattle avessero idea di chiamarsi così, un'altra band ha pensato bene di adottare questo nome, in altro genere musicale più vicino al significato mistico - psichedelico. Alla base di questa band le due menti e membri stabili della formazione , Patrick Campbell- Lyons e Alex Spyropulos. Insieme, radunano musicisti di studio per realizzare il secondo lavoro della band attingendo ancora una volta dalla pesante influenza dei Beatles di Sgt. Pepper, ma anche dai Traffic di Mr Fantasy. C'è la sensazione che i due oltre ad essersi ascoltati i dischi tantissimo se li siano anche fumati o tirati su a mo' di polverina... Arrangiamenti curati, uso di archi, pianoforte, poca chitarra, tanti cori e qualche fiato.
L'iniziale Rainbow Chaser è la canzone che è rimasta nella storia, con quel phasing che pervade la musica, ma sono da citare anche All of us per il ritornello accattivante , Trapeze con il pianoforte predominante e c'è anche spazio per una canzoncina per bambini come Everybody Loves The Clown, dove i bambini sono anche protagonisti al canto.
Tante idee, molta creatività e brani che conquistano anche al primo ascolto. Copertina stile Ben Hur, forse a testimoniare la magniloquenza della musica.

GIANLUCA MERLIN

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