martedì 9 ottobre 2007

R.I.P. : 9 / 09/ 1967 - THE DEATH OF CHE GUEVARA by ' Wally' Boffoli

Quella che segue é la biografia del CHE tratta dal sito http://biografie.leonardo.it/
e su gentile concessione del sito medesimo.
Forse leggerla nell' anniversario della sua morte, oggi, a quarant'anni esatti dalla sua uccisione (ASSASSINATO!) e al di là di tutte le mitizzazioni del personaggio stratificatesi in questo lungo lasso di tempo può servirci a continuare ad amarlo soprattutto e di più da un semplice punto di vista umano, dando per scontata la sua gigantesca statura di 'rivoluzionario' !
Ho deciso di pubblicarla anche perché questo per la politica, soprattutto quella italiana, mi sembra un momento molto delicato e di disaffezione soprattutto giovanile. Credo ci sia bisogno di rilanciare valori come il coraggio, la chiarezza, la non ambiguità etica e politica e soprattutto la fede nelle proprie idee!
Se i nostri politici (senza distinzione di colore!) per un attimo, o magari solo per oggi, riuscissero a mettere da parte le loro nauseabonde 'strategie oblique e trasversali' e guardassero all'esempio rigidamente etico rappresentato dalla vita e dalle azioni di Che Guevara sarebbe una cosa davvero utile : forse eviterebbero per il futuro chissà quante altre ipocrisie e soprattutto parole, tante intenzioni inutili e senza reali riscontri! ( by 'Wally' Boffoli)
" Vale la pena di lottare solo per le cose per le quali non vale la pena di vivere" (Che)
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Figlio della piccola borghesia agiata, Ernesto "Che" Guevara de la Serna, (il nomignolo "Che" gli venne affibbiato per la sua abitudine a pronunciare questa breve parola, una specie di "cioè", in mezzo ad ogni discorso), nasce il 14 giugno 1928 a Rosario de la Fe in Argentina. Il padre Ernesto è ingegnere civile, la madre Celia una donna colta, grande lettrice, appassionata soprattutto di autori francesi. Sofferente di asma fin da bambino, nel 1932 la famiglia Guevara si trasferisce vicino a Cordoba per consiglio del medico che prescrive per il piccolo Che un clima più secco (ma in seguito, fattosi più grandicello, la malattia non gli impedirà di praticare molto sport).
Studia con l'aiuto della madre, che avrà un ruolo determinante nella sua formazione umana e politica. Nel 1936-1939 segue con passione le vicende della guerra civile spagnola, per la quale i genitori si sono impegnati attivamente.
A partire dal 1944 le condizioni economiche della famiglia peggiorano, ed Ernesto comincia a lavorare più o meno saltuariamente. Legge moltissimo, senza impegnarsi troppo nello studio scolastico, che lo interessa solo in parte. Si iscrive alla facoltà di Medicina e approfondisce le sue conoscenze lavorando gratuitamente all'istituto di ricerche sulle allergie, a Buenos Aires (dove la famiglia si è trasferita nel 1945).
Con l'amico Alberto Granados, nel 1951, parte per il suo primo viaggio in America Latina. Visitano il Cile, il Perù, la Colombia e il Venezuela. A questo punto i due si lasciano, ma Ernesto promette ad Alberto, che lavora in un lebbrosario, di rincontrarsi appena finiti gli studi. Ernesto Guevara nel 1953 si laurea, riparte per mantenere la promessa fatta a Granados. Come mezzo di trasporto usa il treno sul quale a La Paz incontra Ricardo Rojo, un esule argentino, insieme al quale comincia a studiare il processo rivoluzionario che è in corso nel paese.
A questo punto decide di rimandare la sua carriera medica. L'anno successivo il Che giunge a Città di Guatemala dopo un viaggio avventuroso, con tappe a Guajaquil (Ecuador), Panama e San Josè de Costa Rica. Frequenta l'ambiente dei rivoluzionari che sono affluiti in Guatemala da tutta l'America Latina. Conosce una giovane peruviana , Hilda Gadea, che diventerà sua moglie. Il 17 giugno, al momento dell'invasione del Guatemala da parte delle forze mercenarie pagate dall'United Fruit, Guevara tenta di organizzare una resistenza popolare, ma nessuno gli dà ascolto.
Il 9 luglio 1955, intorno alle ventidue, al numero 49 di via Emperàn a Città del Messico, nella casa della cubana Maria Antonia Sanchez, Ernesto Che Guevara incontra una figura decisiva per il suo futuro, Fidel Castro. Fra i due scatta subito una forte intesa politica e umana, tanto che si parla di un loro colloquio durato tutta la notte senza alcun dissenso.

Oggetto della discussione sarebbe stata l'analisi del continente sudamericano sfruttato dal nemico yankee. All'alba, Fidel propone ad Ernesto di prendere parte alla spedizione per liberare Cuba dal "tiranno" Fulgencio Batista. Ormai esuli politici, parteciparono entrambi allo sbarco a Cuba nel novembre 1956. Fiero guerriero dall'animo indomito, il Che si rivela abile stratega e combattente impeccabile. A fianco di una personalità forte come quella di Castro ne assume le direttive teoriche più importanti, assumendo l'incarico della ricostruzione economica di Cuba in qualità di direttore del Banco Nacional e di ministro dell'Industria (1959).
Non completamente soddisfatto dei risultati della rivoluzione cubana, però, avverso ad una burocrazia che si andava sclerotizzando malgrado le riforme rivoluzionarie, irrequieto per natura, abbandona Cuba e si avvicina al mondo afro-asiatico, recandosi nel 1964 ad Algeri, in altri paesi africani, in Asia e a Pechino.
Nel 1967, coerente con i suoi ideali, riparte per un'altra rivoluzione, quella boliviana, dove, in quell'impossibile terreno, viene tratto in agguato e ucciso dalle forze governative. Non si conosce la data esatta della sua morte, ma sembra ormai accertato con buona approssimazione che il Che sia stato assassinato il 9 ottobre di quell'anno.
Diventato in seguito un vero e proprio mito laico, un martire dei "giusti ideali", Guevara ha indubbiamente rappresentato per i giovani della sinistra europea (e non solo) un simbolo dell'impegno politico rivoluzionario, talvolta svilito a semplice gadget o icona da stampare sulle magliette.

http://biografie.leonardo.it/biografia.htm?BioID=552&biografia=Ernesto+Che+Guevara
Una poesia di CHE GUEVARA : Autoritratto oscuro

Da una giovane nazione con radici d'erba / (radici che negano la rabbia d'America) / io vengo
a voi, fratelli del nord.

Gravato di grida di scoramento e fede, / io vengo a voi, fratelli del nord, / vengo donde vennero
gli "homo sapiens", / divorando chilometri in riti transumanti; / con la mia materia asmatica che
porto come una croce / e nelle viscere aliene da metafore sconnesse./

La strada fu lunga ed assai grave il peso,/ persiste in me l'aroma di passi vagabondi / e persino
nel naufragio del mio essere sotterraneo / - benché si annuncino rive di salvezza - / nuoto svogliato
contro la risacca, / serbando intatta la condizione di naufrago.

Sono solo davanti alla notte inesorabile / e ad un ricordo dolciastro di biglietti./ L'Europa mi chiama
con voce di vino vecchio, alito di carne bionda, oggetti da museo./

E nell'allegro irrompere di paesi nuovi / ricevo in fronte l'impatto diffuso / della canzone, di Marx ed
Engels, / che Lenin esegue ed i popoli intonano.

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