Quale miglior modo di celebrare il lungo week-end di Halloween che un concerto degli indiscussi re del garage rock: Gravedigger V e Fuzztones. Il concerto si tiene al Dome, una vecchia balera al piano di sopra di un pub irlandese. Ci saranno forse sulle duecento persone in questo locale a nord di Londra, ma e’ comprensibile visto che questa sera ci sono altri grossi concerti e festivita’ in onore di Halloween sparse per la metropoli. Un pubblico maturo per i Fuzztones e Gravedigger V che divennero una leggenda negli anni ‘80 presentandosi come portavoce di quell’ondata
di revival garage rock degli anni ‘60, la matrice del punk rock. Uno stile musicale che nonostante l’impatto nella scena indipendente in Europea, in Inghilterra non ha mai avuto un gran seguito fino agli anni 2000, quando gli Hives, Strokes e White Stripes mediarono il fenomeno a livello mondiale. Ma il revival del garage rock degli anni 80 aveva anche un lato morboso e tenebroso che mancavano a questi nuovi supergruppi.
Dopo aver perso i The Higher State e Thee Gravemen, arrivo al Dome quando la pantera Lana e i suoi Loveland sono immersi nelle loro piacevoli atmosfere Doorsiane sul palco. Attorno a me loschi individui mascherati da zombie e da fantasmi e donne stupende in tutine leopardate o in minigonne ascellari. A seguire i tanto attesi Gravedigger V con il loro fantomatico leader Leighton Koizumi. Il gruppo e’ diventato una leggenda tra gli appassionati del garage rock. Uno di quei gruppi tanto talentuosi quanto sfortunati. “All Black and Hairy” fu l’unico disco pubblicato per la Voxx Records nel 1984, prima del loro scioglimento. Da lì voci circolarono sulla prematura scomparsa del cantante che in realta’ era “soltanto” alle prese con problemi giudiziari legati allo spaccio di stupefacenti e rapimenti. Stasera, dopo aver purgato le sue pene, Leighton Kiozumi e’ piu’ che vivo e vegeto. Indubbiamente uno di quegli animali da palcoscenico da far impallidire un qualsiasi Mick Jagger che sia. Aguzziamo la vista e alla chitarra Vox Phantom vediamo anche una nostra vecchia conoscenza pugliese: Moon Jelly. A causa di problemi con il soundcheck, il concerto inizia tremendamente in ritardo, ma inperterriti i Gravedigger V incalzano subito con la ritmica trascinante di No Good Woman e Leighton inizia a scatenarsi. Si continua a scavare tra le vecchie tracce polverose di “All Black and Hairy”, ed ecco She’s gone e Night of the Phantom. I problemi tecnici prendono il sopravvento. Il Vox Phantom di Moon Jelly rimane ammutolito assieme alla chitarra ritmica ma l’imperturbabile Leighton Kiozumi continua il suo show carico di energia riassicurando il pubblico “it’s only garage punk baby. Get me a tequila”. Al diavolo il suono, siamo qui solo per dirvertirci. Ma un paio di minuti dopo, parte anche il suo microfono e allora Leighton inizia uno spogliarello per intrattenere il suo pubblico seguito da Moon Jelly che inizia a inveire contro il tecnico del suono e contro gli amplificatori. Ma e’ solo “garage punk” e Hiro Amamiya imbastisce un solo di batteria. Leighton Koizumi continua a fare un po’ di show prima di rendersi conto che non puo’ piu’ far nulla se non abbandonare il palco e lasciare spazio ai Fuzztones. L’unica band di garage rock revival ad aver firmato un contratto con una major durante gli anni 80, major che rovinera’ anche la carriera dei Fuzztones con l’uscita del disco più mediocre del gruppo: “In Heat” nel 1989. Purtroppo la produzione patinata della major aveva rovinato il suono grezzo e primitivo per il quale i Fuzztones sono conosciuti in tutto il mondo. E nel 2009, con in mano le registrazioni originali hanno fatto uscire una nuova versione di “In Heat” mixata, prodotta e curata dagli stessi Fuzztones per la Sin Records di Protrudi, con il titolo di “Raw Heat, The "In Heat" Demos"”. Se vi capita ascoltate le due versioni e capirete fin dove le major possano arrivare. L'italiana Go Down Records l'ha da poco ristampata col titolo "Raw Heat, The Real sound of "In Heat"". I Fuzztones mancano dalle scene inglesi da qualche anno. Questa tappa londinese e’organizzata sia per la presentazione di “Raw Heat” che del loro nuovo disco “Preaching to the Perverted”. Dopo la débacle dei Gravedigger V si e’ fatto gia’ tardi e molte persone lasciano la sala convinte che i problemi tecnici non si sarebbero risolti. Ma, sorpresa, dopo una quarantina di minuti ecco Mr Protrudi salire in scena accompagnato da Lenny Slivar alla chitarra. Lana Loveland alle tastiere, Fez Wrecker al basso e Rob Louwers alla batteria. Rudi si presenta sul palco come un personaggio venuto dall’oltretomba, con un cappello da becchino, una mantella e uno scettro sormontato da una testa mozzata di una bambola. Il bianco con cui il gruppo si e’ truccato, comincia a colare solo dopo due pezzi. Un set di classe, garage rock allo stato puro. Il pubblico rimane un po’ basito come capita in molti concerti inglesi, forse a quest’ora gia’ troppo ubriaco ma pian piano quasi per incanto i corpi iniziano a muoversi e a perdersi in danze selvagge. I Fuzztones rimangono un po’ sorpresi dalla strana e quieta atmosfera, sembrano un po’ estraniati. Generalmente in Europa i Fuzztones riempiono le sale e il pubblico letteralmente impazzisce per loro, ma stasera manca l’alchimia tra loro e il pubblico. Durante i pezzi diabeticamente romantici come solo Rudi Protrudi sa interpretare le coppie si lasciano andare a danze lascive sotto il palco. Dopo un’oretta e mezza il gruppo lascia il palco per ritornare per il bis. E’ il compleanno di Fez Wrecker e Rudi Protrudi invita Leighton Kiozumi con lui sul palco per cantare assieme buon compleanno: attaccano con gli altri Fuzztones, il classico di Screaming Lord Sutch Jack the Ripper. La vista di Leighton e Rudi riuniti sul palco mi ha letteralmente commosso ma a questo punto si e’ fatto molto tardi. Leighton lascia la scena ai Fuzztones e a Rudi Protrudi che, come al suo solito, inizia a flirtare pesantemente con le lascive ragazze sotto il palco che hanno sguardi e pensieri solo per lui. It’s only garage punk baby, only garage punk.
Myriam Bardino
Foto e video di Myriam Bardino
Nessun commento:
Posta un commento