Ma anche il non intervento ha conseguenze imprevedibili a catena su altri esseri umani e Watson ci porta con abilità e tocco leggero a seguire la girandola di avvenimenti che travolgerà la vita di undici londinesi di tutte le classi sociali ed età. Così il racconto si addentra nella vita quotidiana di un’umanità il cui destino sembra essere deciso dal caso, dalle coincidenze, dalle imprevedibili e imponderabili ripercussioni che anche i nostri gesti apparentemente più innocui possono avere sulle esistenze nostre e dei nostri simili.
E’ una Londra gelida, grigia e fredda quella che ci viene descritta dall’autore, non la città tutta vetrine, glamour e locali alla moda da depliant turistico, ma una città in cui oltre agli uomini e alle donne in carriera vivono madri alle prese con terribili marmocchi, studenti poveri e obesi irrisi da tutti, professori frustrati sull’orlo del suicidio, ex promesse dell’atletica costrette a fare le donne delle pulizie. E sarà proprio quest’ultimo personaggio, donna energica, risoluta, con cui Xavier intratterrà una relazione a fargli cambiare stile di vita, ma con quali risultati?
Mark Watson con '11' è al suo terzo romanzo, il primo pubblicato nel nostro paese, in Inghilterra è famoso anche come attore comico, ma in queste pagine prevale un tono malinconico, riflessivo, di empatia compassionevole per le traversie dei suoi personaggi, la scrittura è agile e riesce a non farci perdere il filo delle tante storie narrate e che ruotano intorno al protagonista principale. Grazie anche alla brillantezza dei dialoghi e all’alternanza di pagine in cui prevale l’elemento drammatico o sentimentale o umoristico l’interesse e la passione del lettore non viene mai meno. Per Watson si è parlato come di un nuovo Hornby, ma per fortuna manca quel sapore dolciastro che ultimamente sta deludendo non poco i fan dell’autore di 'Alta fedeltà': piuttosto ho trovato nel libro un’atmosfera vagamente simile a 'L’eleganza del riccio', il personaggio della donna delle pulizie e la sua funzione nel racconto mi hanno ricordato quello della portinaia del romanzo della Muriel, così come alcune soluzioni narrative, dal finale alla scelta di dispensare al lettore piccole lezioni sull’arte di vivere o, meglio, di sopravvivere. Tutti e due i libri offrono una lettura gradevolissima e intelligente, che ti lascia il sospetto di essere caduto in una piacevole trappola costruita con una certa ammiccante furbizia. Una lettura da consigliare per queste prossime vacanze estive.
Ignazio Gulotta
Einaudi Stile Libero
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