martedì 30 novembre 2010

The Golden Age Of THE KINKS - Parte Prima: 1964-1966

Nel ribollente calderone della musica inglese dei primi anni '60 due erano, come è noto, le tendenze più seguite: un beat melodico e fresco sull'esempio dei Beatles degli esordi e un duro e aggressivo Rhythm'n'Blues fondato sul culto e l'amore per il Blues di Chicago.
Uno dei gruppi che nel corso degli anni arriverà a sintetizzare mirabilmente entrambe queste ispirazioni per poi creare uno stile assolutamente originale è quello dei Kinks. Il nucleo della formazione è costituito dai fratelli Ray e Dave Davies, separati da tre anni di età (rispettivamente classe 1944 e 1947) e da un'infanzia vissuta ognuno con una sorella diversa (ne avevano ben quattro) e il contatto con i numerosi membri familiari porterà i due fratelli ad appassionarsi e prendere ispirazione da tradizioni musicali alquanto varie. Già adolescenti trovano nella musica una forza capace di unire i loro caratteri altrimenti molto diversi: si esibiscono come duo in pub e alle classiche feste scolastiche. La scoperta del Blues e di Chuck Berry è la molla che fa scattare la voglia di un vero gruppo: nasce il Ray Davies Quartet dopo il reclutamento
di Peter Quaife al basso e John Stuart alla batteria, è il 1962.
Il repertorio è composto da tutto ciò che si allontana dallo squallido e moscio pop in voga nell'era pre-beatlesiana: Berry, i Ventures, Buddy Holly, cover di Blues. Il vedere i Rolling Stones dal vivo nei club londinesi e la conoscenza di Alexis Korner, santone della scena blues britannica, convincono sempre più Ray di essere sulla strada giusta: aggiungere ritmo e potenza alla tradizione del blues, contro ogni statico purismo.
Ray frequenta ancora la scuola d'arte (esperienza comune a moltissimi coetanei musicisti britannici dal futuro successo) e ne trae una serie di valori e stimoli attitudinali che non l'abbandoneranno più: l'ARTE al primo posto, poi il successo.
Nell'autunno del 1963, cambiato nome prima in The Ramrods (da un hit strumentale di Duane Eddy del 1958), poi in The Ravens (da una pellicola con Boris Karloff), ed infine in Boll Weevils (da una B-side di Eddie Cochran), incidono un demo ignorato dalle case discografiche freneticamente impegnate nella ricerca di cloni beatlesiani, ma un giovane produttore americano, Shel Talmy, rimane impressionato dai loro concerti e li segnala alla Pye Records che li mette sotto contratto.
Il nome del gruppo cambia definitivamente, stavolta l'ispirazione arriva da un serial televisivo nel quale appaiono spesso e volentieri indumenti di pelle nera "kinky boots", "kinky Jackets" allora di gran moda e con un'allusione peccaminosa e provocatoria i 4 si auto-nominano THE KINKS.


1964
All'inizio del 1964 il batterista Mick Avory entra a far parte del gruppo e dopo un paio di singoli di scarso riscontro commerciale si tenta maldestramente di imporre la band come trendsetters, con un look vagamente sadomaso e i capelli di Dave già ben oltre la lunghezza d'ordinanza del beatle-cut. Il momento è cruciale, un nuovo fallimento sarebbe fatale alla band. E il terzo 45 giri è il boom: You Really Got Me esce nell'agosto del '64 e ricattura la primitiva energia del rock'n'roll; un duro riff chitarristico prototipo dell'Hard Rock a venire, il suono sporco e grezzo a sottolineare le esplicite liriche e un caotico lancinante assolo di chitarra ne fanno un inno per tutti i garage-rockers presenti e futuri e uno sberleffo alle dolcezze commerciali volute dalla Pye Records. Un milione di copie vendute sanciscono il successo internazionale e il primo dei numerosi top ten hit consecutivi dei successivi 5 anni.
La vita dei quattro cambia radicalmente e segue la routine comune ai gruppi di successo dell'epoca: un primo album, metà brani originali, metà cover, assemblato in tutta fretta per capitalizzare il successo del recente 45 giri e la partenza per gli infiniti 'package tours', lunghe tournee nei cinema e teatri insieme ad altri artisti in un cartellone comune.
Nell'ottobre 1964 All Day and All of the Night ripete il successo con la stessa formula, ritmo spezzato da potenti accordi di chitarra e cori a più voci nel ritornello, servirà da ispirazione agli esordienti The Who che vi modelleranno I Can't Explain.


1965
Ma nel 1965 Tired of Waiting For You segna un netto cambiamento con le sue atmosfere rilassate che non si affidano al consueto impatto ritmico, l'elemento vincente è ora la melodia e un
arrangiamento dinamico. Anche l'album "Kinda Kinks" dell'aprile 1965 segue questa strada: 10 brani su 12 sono a firma Ray Davies e alternano tipici beat-blues ad episodi più romantici e riflessivi.
A questo punto i Kinks appaiono come inossidabili creatori di instant-hit, alla pari dei Beatles e dei Rolling Stones, ma le pressioni e gli interessi esterni derivati dal successo iniziano a farsi sentire. L'età media del gruppo è 20 anni con Dave che a malapena arriva ai 18. I contrasti interni sono all'ordine del giorno per le differenze caratteriali: Ray principale compositore e cantante si sente oppresso dall'obbligo di sfornare una canzone di successo ogni 3 mesi, la sua arte non può essere ridotta a puri scopi commerciali, diventa sempre più introspettivo e sarcastico nelle sue liriche e la sua musica acquista in melodia e dinamica interna, in poche parole si crea uno stile personale.
Dave è il casinista del gruppo, estroverso ed istrionico, sul palco come nella vita, passa le notti di locale in locale e di sbronza in sbronza, assorbendo tutte le nuove tendenze musicali e culturali della Swinging London.
Peter Quaife (1943 – 23 June 2010) è spesso compagno d'avventura di Dave, ma soprattutto attento alla sua immagine sartoriale che aggiorna di continuo a Carnaby Street così da diventare una vera icona per i Mods. Mick Avory è tranquillo e remissivo, spesso opera da mediatore nelle liti quotidiane e il suo rifiuto di prendere posizione sulle scelte musicali provoca l'ira di Dave; i due arriveranno ad una rissa personale durante un concerto, ormai parte della storia e della mitologia del rock anni'60.
Tutto ciò si riflette presto nella vita on the road: la prima tournee in USA, fondamentale per la conquista del Mercato più importante del mondo, ha esiti disastrosi. Il contatto con gli squali del Music Business americano disgusta i quattro che si esibiscono sempre piu' contro voglia, fino al punto di non presentarsi in scena una sera in California, e venendo perciò banditi per 4 anni dagli USA dalla potentissima e inflessibile Federazione Americana Musicisti per violazione contrattuale.
Ma il successo in patria e in Europa continua con due singoli: Set Me Free , Till The End Of The Day, duri e ritmati. Le intuizioni musicali di Ray e la voglia di sperimentare in studio sono spesso all'avanguardia, ma raccolgono credito e riconoscimento solo fra i colleghi musicisti: See My Friends suscita l'entusiasmo dei Beatles e di Pete Townshend per le chitarre che suonano come un sitar, ma la critica dell'epoca non attribuirà mai a Ray queste innovazioni.
L'album "Kink Kontroversy" del dicembre 1965 quasi tutto composto da brani originali mostra un'ottima coesione e riflette lo stato d'animo di Ray nel ricorrente tema dell'isolamento dal mondo e del sentirsi sopraffatto dagli eventi della vita.


1966

All'alba del 1966 la Swinging London è al suo massimo splendore e Ray, acuto osservatore, ne descrive i mille personaggi e situazioni in una serie di gustosi
ritratti. L'ironia e il sarcasmo verso ciò che vede accadergli intorno che Ray usa spesso ne fanno una sorta di critico sociale, e la sua piccola galleria non risparmia nessuno: Dedicated Follower of Fashion è diretta alle fatue ossessioni della moda, A Well Respected Man è sulle falsità borghesi, Dandy prende di mira il tipico poseur londinese, House in The Country i nuovi ricchi e i loro status -symbol. Così come per i Beatles, gli Stones o gli Who, l'ispirazione arriva dalla vita quotidiana, non è più solo la sfera affettiva ad essere celebrata nelle liriche.
Le soluzioni sonore si fanno sempre più elaborate, l'album "Face To Face" del 1966
vede la presenza fissa di Nicky Hopkins alle tastiere, in particolare al clavicembalo che caratterizza molti brani, e poi, sparsi un pò ovunque, rumori di tuoni e pioggia (Rainy Day in June), voci al telefono (Party Line), parodie musicali Hawaiane (Holiday In Waikiki), un vero gioiello di psichedelica ante litteram (Fancy).
L'album però è oscurato dal successo del singolo Sunny Afternoon, così rilassato e squisito da porsi come ideale rappresentante del pop britannico dei '60 (ed uno dei singoli migliori in assoluto di tutti i tempi ... i think - Wally-).
In realtà le tematiche sono poco spensierate: il protagonista ha fatto il classico salto sociale del nuovo ricco, è uomo di successo ma in balia di sé stesso, abbandonato da tutti, solo con i suoi vizi, impigrito e svuotata, metafora di Ray che esprime la sua disillusione per il successo e che di lì a pochi mesi gli costerà un serio esaurimento nervoso. Anche Dead End Street del novembre 1966 è ricca di contenuti inusuali per una pop song.
Una moderna depression-song la definì Ray, capace di ergersi oltre la gabbia dorata della star e avvertire il disagio della gente comune di fronte alla fine dei sogni di benessere: disoccupazione, affitto da pagare, routine quotidiana, questo il senso della vita? Le situazioni descritte da Ray acquistano sempre più un respiro quasi cinematografico nella loro complessità e solo il dono della sintesi appare capace di comprimerle in maniera efficace nello stretto spazio dei 3-4 minuti di una canzone.
Andrea Angelini
Unofficial Kinks Web Site

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