Non sto qui ad entrare nella discussione se sia meglio il demo o meglio l'album che ha tristemente riempito le pagine web, ognuno terrà la sua opinione, meglio parlare del disco successivo "Per ora noi la chiameremo felicità" (2010) altrettanto riuscito come l'altro: a livello musicale però non si nota la benché minima evoluzione, un gran bel disco, splendidi pezzi ma poco coraggio nel cambiare timbro sonoro, i soliti testi frammentati con pezzi di liriche incollati tra di loro, davvero originali e unici nel panorama nostrano, molto rappresentativi del decennio zero e della cosiddetta nuova leva cantautoriale. Ritengo questi due(tre) lavori tra le cose migliori prodotte recentemente dalle nostre parti, la mia quindi non è una critica al lavoro di Vasco, solo una constatazione e una speranza a continuare su questa strada magari con soluzioni diverse.
Adesso a fine 2011 Brondi ci omaggia a sorpresa con questo interessante ed originale ep di 8 tracce, "C'eravamo abbastanza amati", in allegato al mensile della Repubblica XL, che si presenta con una copertina stilizzata ad immagine e somiglianza di quella dello splendido "Rid of me" dell'amata PJ Harvey. Come spiega il nostro nell'intervista inclusa "avevo questa canzone (la title track ndr) per le mani e mi piaceva inciderla quanto prima", quindi invece di uno scarno singolo Vasco ha pensato bene di buttare dentro anche 3 covers di altrettanti brani significativi che per lui e per il suo percorso artistico hanno rappresentato qualcosa. Davvero particolari e molto riuscite le rendition di Summer on a solitary beach (Battiato), Emilia Paranoica (CCCP) Dolce amore del Bahia(De Gregori), con la voce di Brondi perfettamente a suo agio, nel brano dell'ex band di Ferretti; interessante il confronto con la dirompente versione che sempre quest'anno ci hanno proposto Angela Baraldi e Massimo Zamboni. Vasco la rielabora a modo suo, alla grande, non facendoci rimpiangere il mitizzato originale dei (poco alla lunga) fedeli alla linea. Bello l'inedito che intitola il disco mentre altri quattro canzoni completano il disco, tre registrate dal vivo a Verona il 3 settembre di quest'anno, Piromani si eleva su tutte, cattivissima, otto minuti deliranti da incubo metropolitano, da citare anche Oceano di gomma cantata con Manuel Agnelli degli Afterhours, titolari del pezzo stesso. A chiudere il tutto anche una nuova versione di L'amore ai Tempi dei Licenziamenti dei Metalmeccanici, titolo e canzone bellissima, in questa veste davvero magica con la voce sdoppiata dall'eco, insomma una delle cose migliori incise delle Luci della Centrale Elettrica, un pezzo simbolo di quest'era italica disastrata. Vasco Brondi promuoverà il disco in una tournée di circa tre mesi, da dicembre a fine febbraio da nord e sud, una ventina di date per farsi conoscere da chi ancora non lo ha ammirato on stage od un' ottima occasione per rivedere uno dei migliori talenti della nostra scena indie.
Ricardo Martillos
Le Luci della Centrale Elettrica official site
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