e cantato in italiano sta diventando l'ennesimo clichè nel panorama underground tricolore. I ragazzi fanno quello che ci si aspetta, dilatano i brani, rallentano, sospendono ed esplodono, alternando momenti riflessivi e assalti. Personalmente li preferisco quando seguono percorsi un po' meno 'prevedibili' e osano di più, come succede in Mosaico, un brano che si avvale della collaborazione di Marina Mulopulos (Almamegretta, Malfunk, Tilak), così come in Abiti e Il Sarto è Nicola Manzan (Bologna Violenta) che va a sommarsi al trio. Quando riescono a essere atmosferici, senza eccedere, funzionano anche meglio (la conclusiva Orme Sovrapposte), anche se, forse, un minutaggio un po' più contenuto avrebbe giovato all'ascolto (alla lunga affiora una certa stanchezza). A ogni modo, lo ripeto: un lavoro che denota buon gusto, se non proprio personalità da vendere. L'unica nota dolente, a mio parere, la possiamo trovare nella voce davvero troppo orientata al melodico-italiano che, con questo genere di sonorità, non mi fa impazzire. Ma potrà fare la gioia dei fan di Verdena e Marlene Kuntz.
Andrea Fornasari
Sinusite Records/Nut
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