Qui mi aspettavo di vedere i Night Beats ma con sommo piacere invece scopro che a incominciare sono i Black Angels. Che fine ha fatto il gruppo di supporto? Dopo lo scopriremo. La band attacca Bad Vibrations e subito un’atmosfera plumbea e malata avvolge tutto il locale, complice anche l’umidita’ che si percepisce. La band pesca a piene mani dal suo ultimo capolavoro “Phosphene Dream”: Entrance Song, River Of Blood sono accolti dal pubblico con un boato all’inizio e alla fine di ogni pezzo.
Su Yellow Elevator #2 comincio ad avere strane allucinazioni come se avessi preso i magici funghetti di “Stati di Allucinazione” di Ken Russell: Kendra Smith degli Opal che amoreggia con Jim Morrison, con intorno i 13th Floor Elevator che ballano alzando le braccia al cielo, mentre Maureen Tucker dei Velvet Underground con un tamburo in mano scandisce l’inesorabile tempo di questo viaggio maledetto. Questo è cio’ che evocano i Black Angels, un bad trip, un viaggio nella sconfinata prateria della mente umana finito male. Si raggiunge l’orgasmo con lo splendido blues The Sniper e la “sixties dance” Telephone. Il viaggio si conclude con You On The run, Young Men Dead, fantastici pezzi tratti da “Passover”. album d’esordio del 2006. A questo punto aspettando
un ipotetico bis domando a qualcuno del pubblico che fine abbiano fine i Night Beats: vengo a sapere da un divertito spettatore che hanno suonato solo 3 pezzi dato che poi il loro allucinato cantante e’ stramazzato sul palco semi incosciente finendo così il loro show. Il bis dei Black Angels non ci sara’: al loro posto riescono i Night Beats, che per finire la serata ci propineranno 3 cover, tra cui Chapel In My Mind degli Ufo Club e un’allucinante Lucifer Sam dei Pink Floyd.
Marco Colasanti
Foto e video di Marco Colasanti
Nessun commento:
Posta un commento