Una delle considerazioni più amare che si possano fare riguardo il lavoro su cd di una band è che esso susciti un'indifferenza fastidiosa. Purtroppo è il caso dei miei concittadini U Papùn, band dalla solida esperienza live, con un immaginario estetico intriso di teatralità, che approda al suo esordio su cd appunto, "Fiori Innocenti". Una commistione fin troppo forzosa di cantautorato, folk, musica elettronica, rock, pop, echi mediorientali e chi più ne ha più ne metta.
E' proprio questo ciò che mi rende perplesso: U Papun è composto da musicisti molto bravi(menzione di merito al chitarrista Gigi Lorusso!), Alfredo Colella alla voce è intrigante e compone testi articolati e pungenti, la veste grafica e musicale è molto curata, ma perchè affossarsi deliberatamente nel guazzabuglio musicale tipico del "Lodo Caparezza-Concertone del Primo Maggio"'?! E' come cucinare una pietanza che comprende proprio tutto, dagli spaghetti al pomodoro, alla torta con panna; magari singolarmente sono ottimi, ma insieme quantomeno disturbano! Prova del nove di questa sciagurata intenzione è puntare come singolo sul brano in collaborazione con il tristemente famoso Caparezza, L'Appapparenza, critica alla società dell'apparire (piuttosto scontata a dire il vero), corredata da un video che rimanda a "Frankestein Junior" di Mel Brooks. Che dal vivo questa mistura musicale possa scatenare istinti danzerecci in un pubblico che cerca quello è fuor di dubbio, ma ascoltare su cd "Fiori Innocenti" per chi scrive è stato fastidioso. Si salvano i brani La sposa in nero e Uomo qualunque, dove l'equilibrio delle sonorità è più centrato e meno confuso. Auguro ai Papùn di sviluppare un PRECISO ASPETTO MUSICALE con più personalità, evitando di essere emuli di una pletora di gruppi "Zumpaeballa" che imperversano nei festival di piazza, visto che i mezzi non mancano, anzi.
Vincenzo Erriquenz
Volume! Records
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