mercoledì 10 agosto 2011

ITALIAN ROCK CONNECTION - BIGLIETTO PER L'INFERNO

Se provate a chiedere formazioni attive negli anni '70 ad un qualunque appassionato di rock progressivo, sia esso un brizzolato padre di famiglia o un ragazzo più giovane, certamente vi menzionerà gruppi italiani, e poco importa se è residente in Inghilterra, in Germania, in Italia, in Giappone o persino in America. La scena musicale italiana attiva in quel decennio era una polveriera, un fitto nugolo di gruppi e artisti che in molti casi arrivavano a
stento all’incisione di un solo LP,oppure realizzavano un solo 45 giri se non addirittura dei provini o dei demo di prova, che per svariate ragioni non furono mai pubblicati e che per assurdo sono stati resi disponibili al pubblico una trentina di anni dopo l’incisione. Premiata Forneria Marconi, Orme, Banco del Mutuo Soccorso, Osanna, Area e New Trolls rappresentavano l’esagono magico del pop italiano (occorre ricordare che il termine progressive fu
coniato circa una ventina di anni dopo, per dare un nome a quella scena musicale, in quanto all’epoca quella era la musica in cui i giovani si riconoscevano) e l’apice di popolarità all’estero per tutto quel movimento, arrivando anche in alcuni casi al successo in America e Inghilterra. Ma come abbiamo evidenziato nelle righe precedenti, c’erano anche moltissimi gruppi minori che non ebbero affatto lo stesso successo di quelli più famosi, ad esempio il Biglietto per l’inferno. Il Biglietto per l’inferno nasce a Lecco nel 1972 dall’idea di 6 giovani ragazzi, Claudio Canali (voce, flauto, e flicorno), Giuseppe Banfi (organo e moog), Mauro Gnecchi (batteria), Fausto Branchini (basso), Marco Mainetti (chitarra) e Giuseppe Cossa (piano e organo), provenienti da due precedenti complessi beat, Mako Sharks e The Gee. Il gruppo inizia subito a suonare in diversi locali in quel di Lecco e l’anno successivo partecipa all’ormai storico Be-In di Napoli, assieme a Franco Battiato, Atomic Rooster, Quella vecchia locanda, Garybaldi e agli organizzatori Osanna. Lì vengono notati dal manager della Trident, Maurizio Salvatori, che li mette sotto contratto. Il Biglietto quindi nel 1974 incide quello che sarà il loro unico bellissimo album, l’omonimo "Biglietto per l’inferno", registrato presso gli studi Regson di Milano. Il disco si compone di sei tracce, fra le quali spicca il loro maggiore successo, Confessione, energico brano rock con un testo provocatorio riguardo l’etica e la morale cattolica, circa un ipotetico dialogo tra peccatore e confessore. Parecchio audace fu la seguente strofa: “Ascoltami frate non so se ho peccato, ho ucciso un bastardo che avrebbe voluto coprire coi soldi il suo sporco passato tentando così di beffare il suo fato”
che fu criticata per quella parola, bastardo, molto inusuale all’epoca nel contesto musicale. Le liriche del disco mescolano rabbia, dubbi, incertezze, paura, creando quasi un concept album sul rapporto tra uomo e chiesa, tra uomo e Dio, tra bene e male. Anche la copertina è giocata su due soli colori, il bianco e il nero, e sui contrasti riguardanti l’immagine presente sul fronte e quella presente sul retro di copertina. Gli altri brani del disco ricalcano un rock colmo di tastiere e sintetizzatori: L’amico suicida, lunga e complessa suite di 13 minuti che chiude l’album, racconta un episodio vissuto in prima persona da Canali, Il nevare gioca su contrasti sonori e su parti acustiche e parti rock, mentre Una strana regina e Ansia confermano lo stile multiforme, poliedrico e sfaccettato esattamente a metà tra il prog classico e il rock. Il disco ebbe un discreto successo e il Biglietto per l’infermo diventa una formazione molto richiesta nei vari festival pop che si svolgevano in tutta la penisola, partecipando nello stesso anno a quelli del Parco Lambro e Villa Phampili. Tentando di sfruttare quel briciolo di successo scaturito dalle vendite del disco, il gruppo si mette immediatamente alla registrazione di un nuovo disco, "Il tempo della semina", che sarebbe dovuto uscire nel 1975 con la produzione di Eugenio Finardi. Destino volle che la Trident, l’etichetta che aveva sotto contratto il gruppo, andasse in fallimento e l’album non vide mai la luce se non una ventina di anni dopo.
"Il tempo della semina" ricalca sostanzialmente il discorso intrapreso nel lavoro precedente: gli é forse leggermente inferiore, a giudizio di chi scrive, per alcuni momenti più leggeri e per la registrazione che non può essere definita di qualità esoterica. L’album inizia con quello che, a mio giudizio, è l’apice dell’intero disco, la title track, Il Tempo Della Semina, una lunga suite, quasi interamente strumentale, di oltre dieci minuti che offre all’ascoltatore cambi di tempo, passaggi squisitamente prog, avvincenti giochi tastieristici, un canto rabbioso, a tratti disperato, e incastri rock ben assemblati nel notevole tessuto sonoro creato da tutti gli strumenti. Gusto compositivo, suoni provocanti, quasi eccitanti, pathos e una forte emozione, sono i tratti salienti di questo bellissimo brano. Subito dopo ha inizio Mente Sola - Mente, uno dei punti più bassi del disco, che è molto penalizzata dal brutto e quasi irritante inizio suonato con strumenti insoliti e lontani dagli standard. Viva Lotta Pensa è una squisita tarantella prog che regala efficaci giochi di tastiere e sintetizzatori, così come L'arte Sublime Di Un Giusto Regnare. Solo Ma Vivo mette in risalto la sofferta e particolare voce di Canali, ben incastonata tra un delicato flicorno, arpeggi di chitarra e tenere tastiere. Chiude il disco La Canzone Del Padre, breve racconto autobiografico dell’infanzia di Canali e del suo difficile rapporto con il padre. Un linguaggio crudo, diretto
Ti ho odiato padre perché non capivi che la mia vita non é un tuo programma, ti ho odiato padre perché maledivi chi era più alto di noi qualche spanna”

che attacca anche alcuni aspetti della società
“Quei banchi di scuola che per anni ho scaldato, come si vive non me l'hanno insegnato”

dove si evince anche rabbia, paura. Anche la parte musicale lascia trasparire una certa inquietudine e un retrogusto amaro, alternando passaggi più giocosi ad altri colmi di phatos. Il gruppo dopo la mancata pubblicazione dell’album si sciolse, non prima di aver preso parte ad alcuni concerti nel 1975, e i vari membri della formazione presero strade diverse. Curiosa ed emblematica, anche paradossale se vogliamo, fu la scelta di Claudio Canali, il leader soprannominato "la voce del diavolo", che nel 1994 decise di prendere i voti e di trasferirsi per sempre in un eremo della Garfagnana. Nei vent’anni successivi allo scioglimento non si seppe più nulla, né del gruppo, né di altre moltissime formazioni in voga nello stesso periodo, ma il Biglietto, complice la generale rivalutazione del prog italiano che ormai persiste da un decennio, è ritornato in studio nel 2009 per incidere un nuovo disco, "Tra l'assurdo e la ragione", contenente un brano inedito.
Massimiliano Bruno




Biglietto per l'Inferno

Discografia:

LP
* Biglietto per l'inferno (1974)
* Il tempo della semina (contiene registrazioni del 1975, pubblicato nel 1992)
* Tra l'assurdo e la ragione (2009)

Singoli
* Una strana regina/Confessione (1974)
* Vivi lotta pensa/L'arte sublime del giusto regnare (promozionale 1975)

Live:
* Live 1974 (2005)

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