mercoledì 29 giugno 2011

VANDEMARS: “Blaze” (2011, Autoproduzione)

Una bella ed elegante vetrina per questo esordio discografico dei Vandemars prodotto da Paolo Benvegnù e Stefano Bechini, un album che ha un impatto deciso e che segue schemi ben precisi, un'intensa miscela di post-rock raffinato e coeso, non ci sono sbavature e tutto fila liscio nella sua fisicità di suoni puliti e distorsioni piumate; gravità musicale assente e buchi neri riempiti da puntuali intermezzi ricchi di rullate ed arpeggi sgangherati, ma allo stesso tempo in perfetta sintonia con l'atmosfera pseudo-dark e volutamente noise del prodotto.
Forza trainante è sicuramente la voce di Silvia Serrotti, notevole e mai fuori luogo, una zattera all'orizzonte che si muove tra le onde di un mare di cantilene e buone vibrazioni; le chitarre sono sempre presenti e non mancano mai per arricchire le varie farciture di piano e synth che compaiono di tanto in tanto nella sinuosa e a volte confusionale tela ritmica. My cage è un bell' esempio di tutto quello appena detto, una buona open-track che sintetizza in poche note il percorso sonoro che i Vandemars vogliono intraprendere, un post-rock variegato e puntuale che si intreccia in giri di basso ferrati e suggestivi, vaghi ricordi di un pop di alto livello condito da una prepotenza quasi alternative, ma vestito sempre di una produzione impeccabile che fa venire in mente a tratti i Garbage, soprattutto nella timbrica vocale calda e possente. TicTac si muove sulle stesse coordinate, una bella marcettina melodica farcita di buone trame chitarristiche e un ritornello che entra in testa da subito e si fa ben ricordare. Insomma un buon disco, prodotto da mani sapienti e suonato da musicisti che sanno come muoversi e come utilizzare al meglio i loro rispettivi strumenti per creare le atmosfere giuste, da ascoltare senza troppe distrazioni o in macchina verso mete migliori.
Luca Fiorucci

My Cage
VandemarsMySpace

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