mercoledì 29 giugno 2011

THE SOUND – ‘Non riesco a sfuggire a me stesso!’ (1979-1987) a Story

E' davvero col cuore in gola che inizio questo pezzo su THE SOUND del compianto Adrian Borland, tristemente suicida il 26 aprile 1999 in seguito a gravi crisi depressive che mettono fine ad una brillante carriera musicale mai troppo adeguatamente gratificata. Adrian forma il gruppo a Londra intorno al 1979, dopo aver militato (uno dei tanti all'epoca) in una formazione punk, prodotta dal padre Robert, The Outsiders, un nome anche troppo abusato nell'emisfero rock: mi vengono in mente la band americana omonima ma soprattutto quella olandese del grande Wally Tax, di cui parleremo in altra occasione.
Con un iniziale formazione a tre, Adrian Borland chitarra e voce più Graham Bailey al basso e Mike Dudley alla batteria registrano l'acerbo ep d'esordio "Physical World" (1979), solo tre brani ancora non molto esemplificativi del futuro suono del gruppo; il terzo pezzo Unwritten law che non a caso figurerà nel disco d'esordio "Jeopardy" traccia in parte lo stile della band. Anche se immaturo il disco viene notato dai tipi della Korova, la principale label neo-psichedelica della terra d'Albione all'epoca (Echo And The Bunnymen e Teardrop Explodes tra gli altri) e THE SOUND possono finalmente registrare il loro disco d'esordio, il magnifico "Jeopardy" (1980). Retaggi punk ed un sound nervoso a tratti tratteggiano le linee del disco, che si apre con I Can't Escape Myself, sezione ritmica scarnissima stile Can di "Ege Bamyasi" per intenderci, e stacchi nervosi tipici post-punk in una song caratterizzata anche dalla voce di Adrian, in certi momenti simile a quella del più noto singer Ian Mc Culloch dei "rivali" Echo & the Bunnymen. Seguono in rapida sequenza Heartland più movimentata e altre tracce nella medesima vena, cito tra le altre la lunga ed intensa Missiles, la veloce Heyday molto Buzzcocks/Magazine pur con lo stile tipico di Borland & Co., la cupa Night Versus Day sulle tracce dei Joy Division più lenti e la conclusiva Desire.

Dopo questo eccellente debutto il gruppo ci riprova l'anno seguente con "From The Lion's Mouth" (Korova, 1981)a giudizio di molti ed al pari dell'esordio il loro capolavoro, con tutte le asperità del debuttoadesso perfettamente levigate da Adrian e gli altri: a riprova di questo già l'iniziale Winning tastiere abbondanti e cantato epico di Borland. La seguente meravigliosa Sense of Purpose, forse il pezzo più conosciuto di TS, si apre con linee armoniche decisamente prese a prestito da Ian Curtis e soci, siamo al limite del plagio, poi però il brano si apre a melodie più ariose con il celebre refrain "What are we gonna do? While we've still got the strength to move What are we gonna do? I'm asking, I'm asking you", in ogni caso uno dei pezzi cardine del rinascimento psych inglese degli eighties. Altri episodi notevoli del disco della bocca dei leoni sono Skeletons anche questa molto Joy Division, va detto comunque che la voce di Adrian è molto più calda di quella di Ian, poi la breve e veloce The Fire e la meditativa e struggente Silent Air dedicata sembra proprio al compianto lead singer dei Joy Division. La conclusiva New Dark Age, il titolo dice tutto, rallentata inizialmente con la voce del leader molto cupa e chitarra graffiante chiude splendidamente questo disco fondamentale del post-punk inglese, degno di stare al pari di albums ben più celebrati come "Crocodiles" e "Heaven up Here" dei Bunnymen, l'esordio di Julian Cope con i Teardrop Explodes per non parlare del magnifico trio iniziale degli Psychedelic Furs.
Nel frattempo Borland ha pure il tempo di pubblicare col fido Graham Bailey bassista della band un disco a nome Second Layer, "World of rubber"(1981), interessante ma lontano dallo spirito della band. Nel successivo "All Fall Down"(1982) pubblicato per la Statik dopo la rottura con la Korova si avverte subito che qualcosa è cambiato, in peggio purtroppo e la band sembra misteriosamente aver smarrito la verve dei 2 precedenti splendidi lavori. Il disco alterna paurose cadute di tono a qualche brano ancora brillante come la nota Party of my mind, la malinconica Monument e la bella Red Paint; vi è pure un maldestro tentativo di syntho-pop quale Calling the new tune davvero da dimenticare, ma in generale si avverte un' atmosfera cupa e plumbea, sintomo probabile delle angosce interiori del leader. Dopo questo discontinuo album il gruppo pubblica l'ep "Shock of Delight" (1984) contenente 6 tracce ancora ben lontane dalle glorie passate, salviamo solo Golden soldiers e Counting the Days, il resto è da dimenticare, così come il seguente album "Heads and Hearts"(1985) con Borland ormai impantanato in un sound statico e ripiegato su se stesso, privo dei bagliori degli esordi; qui si salvano in parte dal naufragio solo One Thousand Reasons e la finale Temperature Drop.

Esce nello stesso anno pure un live, "In the Hothouse" registrato al Marquee di Londra che quantomeno conferma The Sound come notevole live-act. Adrian sembra ormai aver smarrito la bussola ed invece l'epitaffio che porta il nome di "Thunder up"(1987) lascia sorprendentemente intravedere ancora segni di vita ed una band rinata agli antichi splendori.
Da segnalare l'iniziale Acceleration Group veloce ed accattivante, Kinetic che sembra un outtake dal disco dei leoni, poi Prove me wrong, Web of wicked ways molto malinconica e le lente e splendide songs che chiudono alla grande il disco, I give you pain, You've got a way che suonano allo stesso tempo come ideale testamento sonoro di Borland insieme alla sua band.
Da segnalare nel 2004 l’uscita dell’ottimo doppio cd "The BBC Recordings" contenente ottime incisioni live e non e risalenti a vari periodi storici, 1980,1981 e 1985. In seguito al costante insuccesso di The Sound Adrian decide di sciogliere la band dopo un ultimo drammatico concerto in Spagna nel quale viene portato via in ambulanza per un collasso dovuto al solito esaurimento nervoso. Formerà gli Honolulu Mountain Daffodils con lo pseudonimo di Joachim Pimiento, 3 dischi al loro attivo continuando poi con l'avventura solistica che qui non tratteremo, e che frutterà ben 5 dischi, 3 dei quali verranno pubblicati postumi. Il resto è storia nota ma vale purtroppo la pena di ricordarla: il 26 aprile 1999 Adrian dopo aver passato il fine settimana in studio di registrazione per mettere fine al suo ultimo album "Harmony and Destruction" viene fermato dalla polizia in stato confusionario in un pub londinese, ma lui che già in precedenza aveva tentato il suicidio rifiuta il ricovero in ospedale. La mattina stessa Adrian si reca alla stazione della metro di Wimbledon e si getta sotto un treno, ponendo così fine a soli 41 anni alla sua esistenza già segnata in precedenza da forti depressioni e schizofrenie acute. Questa monografia vuole essere un doveroso omaggio ad una delle personalità che più hanno segnato la scena alternative inglese degli eighties.
Ricardo Martillos


DISCOGRAFIA

* Jeopardy (1980, Korova)
* From The Lion’s Mouth(1981, Korova)

* All Fall Down(1982, WEA)
* Shock Of Daylight(1984, Statik)

* Heads And Hearts(1985, Statik)
* In The Hothouse – Live (1985, Statik)
* Thunder Up (1987, Play It Again Sam)

* Propaganda (2001, incisioni risalenti al 1979)
* The BBC Recordings (2004 Renascent)

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