Nato nel 1950 subì l’influenza del rock n’ roll che dagli USA invase il mondo a tutte le latitudini, Elvis, Chuck Berry e Little Richard, gli ispiratori della generazione nuova che cresce nelle metropoli del Sud America in quei lontanissimi anni 50. Negli anni 60 le prime esperienze con garage band di Buenos Aires come Los Gatos e Los Abuelos De La Nada, tra beat e psichedelia con testi cantati sia in spagnolo che in inglese e frequenti apparizioni nelle charts argentine e uruguayane, nel 1968 Los Gatos registrarono l’lp "El Blues De La Mujer Perdida" (El Rock de la mujer perdida- Los Gatos-con Pappo-) , tra garage sound e blues, un ottimo disco; sempre nel 68, dopo un avventuroso viaggio negli USA con Los Gatos alla ricerca di nuove ispirazioni musicali, un suo brano fu presentato nella compilation psich/blues "Nunca Lo Sabràn" con altri nomi leggendari come i Manal, Billy Bond e i Vox Dei; poi l’esperienza con Billy Bond & La Pesada Del Rock N’ Roll, band fondamentale, primo esempio di Hard Blues psichedelico del Sud America.
Nel 1970 Pappo fondò quella che sarà la sua formazione più nota: Pappo’s Blues, un power trio con il bassista David Lebon e il batterista Black Amaya, autore di un rock blues psichedelico, saturo di elettricità e ispirato da Jimi Hendrix. I nostri si fecero le ossa con un intensa attività live, la partecipazione a molti rock festival e nel 71 entrarono in sala di registrazione per il loro primo disco: "Pappo’s Blues"(Adónde está la libertad-Pappo'sBlues), ispirato dal clima rivoluzionario tipico della terra natia di Ernesto Che Guevara e dalla tensione sociale che si respirava in quegli anni di scontro tra i due blocchi e che nel Sud America visse uno dei suoi momenti più acuti. Il disco fu un esplosione di elettricità e la lead guitar di Pappo fece sfracelli, brani come El Viejo e El Hombre Suburbano ne furono esempio tipico.
Poi Pappo partì per l’Inghilterra dove conobbe John Bonham, il batterista dei Led Zeppelin e Lemmy Kilminster allora con gli sballatissimi space rockers Hawkwind, oggi leader inossidabile dei Motorhead e di cui divenne amico; a Londra trascorse otto mesi suonando in innumerevoli gigs sia la chitarra che la bluesharp, facendosi conoscere nel giro rock metropolitano. Poi, tornato in Argentina, l’anno seguente registrò "Pappo’s Blues vol.2" e nel 73 il "vol.3", tutti sulla falsariga del primo disco. Blues Para Santa Fè, Cementerio, Sol De Armonica, Sucio Y Desprolijo, Trabajando En El Ferrocaril e il micidiale Stratocaster Boogie alcuni dei titoli. Nessuna cover e solo brani composti dalla band e da Pappo in prima persona nelle track listing di questi dischi, così come dei seguenti: "Triangulo" del 74 e i Pappo’s Blues dal vol.4 al vol.7, sempre in bilico tra blues e hard rock e dove Pappo dimostrò la sua notevole abilità anche come chitarrista slide; in questo periodo ci furono vari avvicendamenti nella line-up del gruppo: Machi Rufino, Pomo, Alejandro Medina, Eduardo Barbagnatti e Eduardo Beadoux si alternarono con Amaya e Lebon al basso e alla batteria nel corso degli anni.
Nel 1972 Pappo comparve con molti altri protagonisti del rock sud americano nel film: 'Hasta Que Se Ponga El Sol' del regista Anibal Uset, sorta di manifesto cinematografico del rock di quell’epoca. In Argentina e nei paesi limitrofi Pappo’s Blues ebbero un successo notevole, ma forse il fatto di cantare in spagnolo e la poca promozione internazionale limitò la diffusione dei loro bellissimi lavori nel resto del mondo. La carriera di Pappo continuò senza soste negli anni seguenti, anche nel periodo oscuro della dittatura militare argentina; nel 77 formò gli Aeroblues, autori dell’omonimo disco, cucinato a base di rock blues durissimo e senza compromessi, dopo di cui tornò in Europa, in Spagna e Germania e ancora in GB dove suonò con la band di Peter Green, allora in relativa ripresa dalla lunga crisi psichica avuta dopo i ripetuti abusi di LSD: Pappo paragonò (forse con eccessiva enfasi...nda) questa esperienza all’avere suonato con Gesù Cristo! Poi visse e suonò ad Amburgo per alcuni mesi in un locale chiamato Top 10, situato in un quartiere malfamato nei pressi del porto, pieno di bordelli e di spacciatori e ad alta densità mafiosa, una vita avventurosa e borderline quella del nostro eroe argentino. Al suo ritorno nella terra natia e con l’inizio del nuovo decennio, nuove esperienze musicali, sempre meno blues e sempre più tendenti all’heavy metal come quelle di Pathrula Del Espaco e dei Riff con cui diede alle stampe molti lavori discografici di successo. Negli anni 80 viaggiò per gli USA dove formò i Widow Maker, con musicisti nord americani e con cui suonò in celeberrime venues come il Troubadour e il Wiskhey a Gò Gò di Los Angeles. Nel 1992 il ritorno al rock blues con l’album: "Blues Local", che ottenne un buon successo. Sempre nello stesso anno suonò a Buenos Aires per sette serate con BB King, in tour in Sud America, fu per lui il coronamento di un sogno, ma l’anno dopo partecipò anche ad un concerto nello storico Madison Square Garden a NY con BB King e dove suonarono anche Buddy Guy, Eric Johnson e Koko Taylor, per lo “sconosciuto” Pappo fu una grande soddisfazione. In seguito andò in tour con Deacon Jones, ex tastierista della band di Freddie King, con cui registrò il live "Los Angeles July 93", ma in quello stesso periodo suonò anche con Mick Taylor, Albert Collins e Edgar Winter; nel 94 registrò un "Pappo’s Blues vol.8/Caso Cerrado" a cui parteciparono Tim Bogart e Carmine Appice ex Vanilla Fudge e Cactus e Sua Maestà John Lee Hooker più molti musicisti argentini che avevano suonato con lui negli anni 70. La carriera di Pappo non conobbe soste, tra concerti dal vivo, nuovi progetti e collaborazioni con altri musicisti, tributi a BB King e Albert King, riesumazioni di vecchie band, frequenti esibizioni con il figlio Luciano, anch’esso ottimo chitarrista, dividendosi sempre tra il blues e il metallo pesante, in una sorta di eterno dualismo un po’ schizoide.
La sua storia intensa e vissuta con il rock e il blues si interrompe il 24 febbraio 2005, a Lujàn localita vicina a Buenos Aires, quando in sella del suo chopper Harley Davidson viene travolto da un automobile, riporta gravissime ferite e muore poco dopo, alla tragedia assiste il figlio Luciano che lo seguiva con la moglie su un'altra motocicletta; il giorno dopo al funerale migliaia di fans lo salutano cantando: 'Y Pappo no se va', il perentorio invito del pubblico a continuare a suonare tipico dei finali dei suoi concerti fino dagli anni 70. Una storia affascinante la sua, poco conosciuta da noi sebbene fosse chiaramente di origine italiana, un personaggio spesso sopra le righe molto particolare, un asso della chitarra rock blues, che non ha avuto nulla da invidiare a chitarristi del passato come Rory Gallagher o Johnny Winter o del presente come Joe Bonamassa o Warren Haynes, uno innamorato della musica che suonava e con una discografia molto corposa: quella degli anni 60 e 70 la più interessante, esistono le cd-r di buona parte di essa, certamente di non facile reperibilità dalle nostre parti, buona caccia!
EL HOMBRE SUBURBANO 1970
Estamos en el tiempo,
en que el ser humano,
vive con razón de ser;
con sólo unas palabras,
un caso puede resolver,
ah!.
Pero pega una trompada
y tira todo;
se cree ya muy listo
con su modo de ser,
ah!.
Un hombre sin historia,
sin tiempo y sin memoria,
puede reaccionar así;
pero no se da cuenta,
su personalidad
en venta está,
ah!.
El hombre suburbano
sigue su rutina,
sin darse cuenta que,
su vida terminará,
yes!
Guido Sfondrini
"QUE SEA ROCK"
Pappo - Juntos a la par (inédito)
el tren de las 16 (4 o'clock train)- Pappo's Blues
Pappo's Blues
Nessun commento:
Posta un commento